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Ambrosetti Tech Forum, il fondatore di Startup Chile: “Più innovazione per non dipendere dal rame”

Al Technology Forum di Ambrosetti parla Nicolas Shea, imprenditore cileno e Ceo di Cumplo, startup di finanziamenti peer-to-peer: “Per non dipendere dal rame e dalla resistenza al cambiamento delle banche serve l’innovazione come cambio di mentalità: più Pmi, più concorrenza e modello crowdfunding per prestiti” – “Bachelet? Presto per giudicare”

Ambrosetti Tech Forum, il fondatore di Startup Chile: “Più innovazione per non dipendere dal rame”

“Crisi viene prodotta quando il vecchio non finisce di morire, e quando il nuovo non finisce di nascere”. Usa le parole di Bertolt Brecht l’imprenditore cileno (ma di chiare origini anglosassoni) Nicolàs Shea, per definire il bisogno di innovazione dell’economia contemporanea: “Innovazione è cambiare mentalità, è fare leggi nuove, favorire concorrenza e Pmi, scambiarsi denaro in modo più conveniente attraverso il crowfunding, superando lo schema rigido del sistema bancario”. Shea è il pioniere delle startup in Cile: Ceo di Cumplo, società che ha lanciato il modello di finanziamento peer-to-peer, è anche fondatore di Startup Chile, una sorta di Silicon Valley di Santiago che si candida a hub per l’America Latina. Il Cile, però, Paese emergente, ha ancora molta strada da fare.

FIRSTONLINE – Il Cile è cresciuto del 5,6% nel 2012 ma ha rallentato la sua crescita nel 2013 e nel 2014. Il Paese non convince la comunità finanziaria: è considerato costoso, rischioso e preoccupa molto la bilancia commerciale, con l’export affossato dai prezzi del rame. Che cosa ne pensa? Qual è la via da seguire?

SHEA – “Intanto alcune precisazioni: il Pil cileno è cresciuto del 2,6% nel primo trimestre, è prevista una crescita del 3,4% nel 2014, e grazie a una svalutazione della valuta del 20% negli ultimi sei mesi è considerato meno rischioso, con investimenti esteri ancora forti nei prossimi anni. Detto questo, la bilancia commerciale è ancora fortemente dipendente dal prezzo del rame. Come agire? Sul fronte macroeconomico, il Cile potrebbe far fronte a un calo dei prezzi del rame regolando la propria domanda interna e rivedendo il cambio col dollaro per attirare più investimenti stranieri e/o utilizzare il risparmio pubblico e privato all’estero. Sul fronte microeconomico, notevoli sforzi sono stati fatti negli ultimi dieci anni per favorire l’innovazione e l’imprenditorialità come mezzo per la leva finanziaria e per dipendere meno dal settore minerario. Sono molto ottimista, la nuova generazione di startup e delle Pmi porterà un cambiamento positivo. 

FIRSTONLINE – Però da quanto emerge dall’Ambrosetti Innosystem Index sembra che in Cile sia difficile fare innovazione. Perché, secondo lei? Quale potrebbe essere la soluzione?

SHEA – “In Cile è difficile innovare, come in qualsiasi altro paese emergente. Non solo a causa delle dimensioni e delle infrastrutture, ma a causa delle istituzioni e della cultura. L’innovazione è mentalità. Un esempio di questo è StartUp Chile, un’iniziativa governativa che invita gli imprenditori di tutto il mondo in Cile per 6 mesi. Quando abbiamo lanciato il programma abbiamo dichiarato che volevamo trasformare il Cile nell’hub di innovazione e imprenditorialità dell’America Latina: con un piccolo investimento aggiuntivo, tale dichiarazione ha avuto effetti enormi in tutta la comunità imprenditoriale e tante iniziative isolate, privato e pubblico, hanno cominciato ad emergere e convergere. Tra le principali lezioni degli anni passati che possono aiutare le economie emergenti per promuovere l’innovazione ne cito tre:
– Fare leggi che permettano a innovatori e imprenditori di entrare nel mercato in modo facile e veloce (cioè antitrust, diritti di proprietà, tutela fornitori, flessibilità del lavoro, fallimento, ecc.);
– Definire una strategia di immigrazione proattiva per attrarre talenti e permettere loro di riconnettersi con i propri emigranti che vivono all’estero;
– Invece di pensare di competere con i poteri forti dell’innovazione internazionale, o di pretendere di diventarne uno, concentrarsi sul collaborare con loro per portare la loro innovazione ai propri mercati e viceversa”.

FIRSTONLINE – Come ha fatto a promuovere l’innovazione in Cile, nei suoi vari ruoli istituzionali e imprenditoriali? Cosa pensa ci sia ancora da fare? Il governo Bachelet sta lavorando nella giusta direzione?

SHEA – “Start-Up Chile ha posizionato il Cile nella mappa internazionale dell’imprenditorialità e ha portato più di 1.000 imprenditori provenienti da oltre 70 paesi, che stanno ridisegnando la mentalità dei nostri imprenditori locali. Nell’Associazione cilena degli imprenditori abbiamo riunito oltre 15.000 aziende di tutto il paese per organizzare, collaborare e raccogliere proposte per iniziative e leggi che migliorino l’ecosistema imprenditoriale. In Cumplo abbiamo sfruttato la tecnologia per permettere alle persone di prendere in prestito denaro gli uni dagli altri, a migliori tassi di interesse, sulla falsariga dello strumento del crowdfunding. La sfida più grande per il Cile è di superare la resistenza al cambiamento. In altre parole, affrontare il potere degli operatori storici che bloccano l’ingresso di innovatori e tecnologie dirompenti sul mercato. Prendete le banche ad esempio: mentre il costo del capitale non è mai stato così a buon mercato nella storia, i prestiti in Cile costano in media oltre il 50% all’anno e er le Pmi siamo nel range del 40%. Le 3 maggiori banche rappresentano il 70% di entrambi i mercati e la loro ROE è di circa il 20% (rispetto al 7% negli Stati Uniti e il 12% in America Latina). Questo ha enormi conseguenze per la nostra economia e sta danneggiando l’imprenditorialità. Il ruolo più importante dei governi in materia di innovazione è quello di definire e far rispettare le regole e la regolamentazione che assicurino la concorrenza ed eliminino gli ostacoli all’ingresso nel mercato. Come ha scritto Bertolt Brecht: “Crisi viene prodotta quando il vecchio non finisce di morire, e quando il nuovo non finisce di nascere”. Per quanto riguarda la Bachelet, anche se è troppo presto per giudicare, sembra che la sua squadra sia ben sintonizzata su questa pista, in base alla loro “Agenda per l’innovazione e la competitività” recentemente lanciata”.

FIRSTONLINE – Parliamo di Cumplo, che è stato progettato secondo il modello del crowdfunding. Questa formula sta funzionando in Cile? Quali sono i vostri risultati nel 2013 e quello che vi aspettate nel 2014? Si può dire che il crowdfunding sia il modello di business del futuro, in particolare nei mercati emergenti? 

SHEA – “Cumplo è in rapida crescita e stiamo dimostrando che il modello in Cile funziona in Cile e ha un impatto sociale. Abbiamo appena superato i 20 milioni di dollari di transazioni e dovremmo raggiungere i 50 entro la fine dell’anno. Come ho detto prima, gli spread in America Latina e la potenza della tecnologia sociale suggeriscono che il crowdfunding rimodelli il modo di prendere in prestito e di investire denaro. Democratizzare capitali – anche abbassando i costi – è un modo immediato ed efficace per influenzare l’imprenditorialità e l’innovazione. Non solo nei mercati emergenti, ma ovunque nel mondo”.

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