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Alitalia rebus: spezzatino, commissario o Invitalia?

Ecco le tre ipotesi allo studio per il salvataggio della compagnia aerea, sempre più difficile e incerto. Ma sullo sfondo resta il rischio di violazione delle leggi internazionali. Il nodo degli esuberi

Alitalia rebus: spezzatino, commissario o Invitalia?

Non c’è pace per Alitalia. Soprattutto, “non c’è una soluzione di mercato a portata di mano”, ha confermato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, dopo che Atlantia si è sfilata dal consorzio. Tra le possibili toppe, il governo starebbe valutando l’ipotesi di un intervento di Invitalia, il braccio finanziario del Ministero dello sviluppo economico, dove la benzina sono i fondi del Tesoro.

Secondo quanto riportato dal Corriere, Alitalia è vicina alla violazione della concorrenza internazionale di vettori che potrebbero rilevarne i diritti di atterraggio e la relativa quota di mercato. Venuta meno nei tempi stabiliti un’offerta che valorizzi la compagnia per intero, si starebbe ora valutando il possibile spezzettamento di Alitalia in tre aziende: una prima composta da 6.500 addetti tra piloti e assistenti di volo, con il maggiore interesse di Lufthansa che la trasformerebbe in una sua divisione regionale, come non ha mai tardato a fare presente la compagnia di bandiera tedesca nel corso delle trattative dei mesi passati; una seconda per l’assistenza a terra, formata da circa 3mila persone e, infine, una terza che inglobi gli addetti alla manutenzione, cioè altre 2mila persone. A quel punto gli esuberi da gestire, ricorrendo massicciamente alla cassa integrazione potrebbero riguardare 5mila persone, implicando un rifinanziamento del fondo del trasporto aereo alimentato con un sovrapprezzo sul costo del biglietto di tutti i voli da e per l’Italia, come spiega la fonte. 

Le valutazioni in corso quantificano in 589 milioni di euro il costo del lavoro di Alitalia, comprensivo del gettito fiscale girato all’erario. Nella cifra sono inclusi anche i contributi versati a Inps e Inail e le buste paga di 11.500 lavoratori, dimezzati negli ultimi dieci anni prima per il fallimento del 2008, poi per la ristrutturazione del 2014 con la scesa in campo di Ethiad.

Tuttavia, il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli ha detto: «Stiamo valutando diverse possibilità, lo spezzatino e la vendita di asset separati domani non è tra queste».

La soluzione più urgente – mentre il governo attende la lettera ufficiale dei tre commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari – contempla la scesa in campo di un nuovo super-commissario, affiancato da un esperto del settore, che dovrebbe garantire la continuità aziendale e la garanzia del nuovo prestito ponte da 400 milioni di euro dall’Unione europea

“Alla scadenza prevista del 21 novembre, non è stata formalizzata l’offerta vincolante. Quindi rimane l’offerta di Fs e Delta. Vediamo se si confermerà l’interesse di Lufthansa. Stiamo valutando, proprio in queste ore, evidentemente, anche alternative”, ha affermato il premier Conte. 

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