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Alessandro Foti: “Il 2015 è il miglior anno della storia di Fineco: Unicredit non ci venderà”

INTERVISTA AD ALESSANDRO FOTI, ad di Finecobank – “Il 2015 sarà il miglior anno della storia di Fineco e Unicredit non ha nessuna intenzione di vendere o ridurre la quota: il bello viene adesso, la crescita continuerà e vogliamo raccogliere insieme i frutti della quotazione” – Più consulenza e più digitalizzazione – “Il dividendo sarà estremamente generoso”

“Abbiamo raggiunto risultati da record nei primi nove mesi del 2015 con il miglior trimestre di sempre e ci avviamo a chiudere il miglior anno della storia di Fineco, ma dal punto di vista degli assetti azionari non ci sarà nessuna novità: contrariamente ai tanti rumor fuorvianti circolati sul mercato in questi giorni, Unicredit non venderà e non ridurrà minimamente la sua partecipazione in Fineco. Non avrebbe alcun senso il contrario e la ragione è semplice: quando il nostro azionista di controllo decise di quotare Fineco lo fece pensando di rinunciare a un pezzo della torta per favorire la crescita della torta stessa. Adesso che la torta è diventata più grande vogliamo goderci tutti frutti”. Alessandro Foti, ad e numero uno di Finecobank, non nasconde tutta la sua soddisfazione sia per i conti d’oro, che per la stabilità societaria e per le prospettive di crescita della banca multicanale di Unicredit. E ne spiega tutte le ragioni in questa intervista rilasciata a FIRSTonline.

FIRSTonline – Dottor Foti, tutti gli indicatori economici e finanziari di Finecobank sono in crescita: sale l’utile netto (148,8 milioni di euro al 30 settembre, + 36,2%), salgono i ricavi (407,4 milioni, +22,2%), si rafforza il patrimonio (CET1 ratio al 20,43%), cresce il totale delle attività finanziarie (52.521 milioni, +9%), sale la raccolta (4.088 milioni, + 33,4%) e i clienti superano la soglia storica del milione. Che cosa raccontano questi risultati?

FOTI – “Raccontano che Fineco sta cavalcando alla grande due trend secolari che caratterizzano il Paese: il primo è la consapevolezza crescente degli italiani, che sono da sempre un popolo di grandi risparmiatori, che la gestione del risparmio è molta complessa e che questo richiede una consulenza finanziaria sempre più appropriata e competente; il secondo è l’accelerazione della digitalizzazione del Paese che non riguarda solo le nuove generazioni ma anche fasce adulte e che esalta il modello di banca multicanale di Fineco. Viviamo un momento magico ma il boom del risparmio, la crescita della domanda di consulenza e l’aumento della digitalizzazione sono destinati a durare e Fineco a pronta a farne tesoro”.

FIRSTonline – Che cosa vuol dire per Fineco rispondere alla crescente domanda di consulenza finanziaria?

FOTI – “Vuol dire incrociare i bisogni del cliente e aiutarlo non solo a investire ma a pianificare in modo più meditato l’allocazione dei suoi risparmi avendo ben chiari gli obiettivi finali e le conseguenti scelte di portafoglio”.

FIRSTonline – Spingere sulla digitalizzazione vuol dire invece puntare ad intercettare di più le fasce giovanili dei risparmiatori?

FOTI – “No, è una sfida a tutto campo che cambia i processi stessi della banca. Consideri che la platea dei risparmiatori non corrisponde anagraficamente a quella della popolazione perché l’età media del risparmiatore di Fineco è tra i 45-48 anni ed è tra le più basse. Ma la digitalizzazione interessa sempre di più anche le fasce anziane della clientela perché la diffusione dello smartphone e dell’Ipad hanno cambiato il modo in cui il cliente e il risparmiatore si rapportano alla banca. Fra quattro o cinque anni chi andrà allo sportello di una banca per un bonifico sarà considerato un marziano”.

FIRSTonline – Tra i tanti risultati raggiunti qual è quello che vi soddisfa di più?

FOTI – “La constatazione che la nostra crescita è molto equilibrata e che il modello di business è in grado di soddisfare a 360 gradi le esigenze della clientela e del mercato. Lo abbiamo visto anche in estate quando la volatilità dei mercati era massima e Fineco è stata in grado di accompagnare la clientela in modo reciprocamente molto soddisfacente. Siamo di fronte a una crescita impressionante dei nostro volumi, dei nostri asset, dei nostri clienti e dei nostri utili, senza perdere mai di vista il controllo efficiente dei costi. E stavolta c’è una ragione in più per essere soddisfatti dei risultati”.

FITRSTonline – Quale?

FOTI – “Lo spettacolare balzo in avanti nel private banking che fa di Fineco uno dei maggiori operatori del settore, con una massa di private di 20 miliardi. Abbiamo sfondato anche nella clientela più ricca e questo è sicuramente uno dei benefici che ci derivano dalla nostra quotazione in Borsa che ha esaltato la nostra credibilità, la nostra solidità e la nostra visibilità. Non per caso il nostro titolo in Borsa è salito in un anno di oltre il 70 per cento”.

FIRSTonline – Sarà difficile fare meglio?

FOTI – “Per definizione si può sempre migliorare e Fineco ha davanti a sé uno spazio di mercato che può crescere ancora e di molto. Stiamo avventurandoci in una delle fasi più interessanti di tutta nostra storia aziendale”.

FIRSTonline – Dopo i primi nove mesi da record, come vi aspettate di chiudere il 2015?

FOTI – “Non anticipiamo mai le previsioni sui numeri, ma sicuramente sarà l’anno migliore di tutti i 15 anni della storia di Fineco. E aver superato la soglia storica del milione di clienti ci riempie di orgoglio”.

FIRSTonline – Tutto questo si rifletterà anche sul prossimo dividendo?

FOTI – “Per l’esercizio 2014 abbiamo distribuito 20 centesimi ad azione con un pay out dell’81% che è tra i più alti di tutto il mondo bancario. Se Finecobank va sempre meglio, va da sé che anche per il 2015 il dividendo sarà estremamente generoso”.

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