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Agriturismi e Covid: chiude un anno nero per migliaia di aziende, si spera nel Natale

Le tre zone – rossa, arancione, gialla- si abbattono anche sugli agriturismi. Stop a vendite e consumo di prodotti biologici, banchetti e chef in carriera. In ballo 140.000 posti di lavoro

Agriturismi e Covid: chiude un anno nero per migliaia di aziende, si spera nel Natale

L’ultimo Dpcm anti Covid sta colpendo un bel settore dell’economia italiana. La sequenza di provvedimenti governativi lascia perplessi i titolari che hanno cominciato a farsi sentire attraverso le Associazioni di categoria. Come tanti altri loro colleghi sono in affanno e sperano che prima di Natale la situazione migliori. Che nei fine settimana almeno, possano riallestire tavoli e sale e accogliere ospiti.

È un colpo drammatico a più di un’azienda su cinque a livello nazionale, protesta Coldiretti. Le decisioni del governo riguardano 5mila aziende regolari. L’allarme sfiora i 140mila posti a tavola. Nelle zone critiche rosse e arancioni è consentita la sola consegna a domicilio – spiega Coldiretti – nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. Dietro questi numeri, ci sono centinaia di prodotti sostenibili di agricoltura protetta. Investimenti diretti per strutture e coltivazioni senza fitofarmaci. Una buona mano gli agriturismi la danno anche alla produzione di energie rinnovabili come biometano e biomasse. Intere filiere sostenute dall’Ue e dal governo non reggono le ultime decisioni. Sebbene improntate a principi di salute pubblica, spesso non considerano soluzioni alternative per far andare avanti le attività. La distanza tra mondo del lavoro e politica è riflessa nelle manifestazioni di protesta di questi giorni in tutta Italia.

Oltre la metà degli agriturismi costretti alla serrata si trova fra Lombardia e Piemonte, il resto fra Puglia, Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta. Limitazioni ci sono, però, anche fuori dalle due fasce più critiche. Lì, la ristorazione è consentita solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità sempre della consegna a domicilio con asporto alle 22.

Coldiretti manda a dire al governo che la gran parte delle aziende si trovano lontano dai centri urbani per cui non è pensabile che siamo raggiunte dagli ospiti durante la pausa pranzo. Senza aggiungere che il lavoro da casa per milioni di persone, ha reso morte intere città. La speranza, di corto respiro, sono i ristori decisi due giorni fa. Ma ci vorrà altro per riparare i danni.

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