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Addio ai giornalisti? Il caso di iReport della CNN dice che non è affatto imminente

Nell’era di Internet il giornalismo cambia ma non sarà sostituito dal crowdsourcing o dal citizen journalism – Le notizie è meglio lasciarle ai vecchi, tradizionali giornalisti: con tutti i loro difetti sono ancora i più bravi a raccoglierle, capirle, ordinarle in una gerarchia e, quasi sempre, a diffonderle nell’interesse pubblico

Chi preconizzava l’imminente fine dei giornalisti e l’avvento di una massa di cittadini pronti a sostituirli online nella raccolta delle notizie dovrebbe leggere l’intervento al riguardo di Dean Starkman, responsabile della sezione Economia della Columbia Journalism Review. Starkman rimpiange i bei tempi andati, nei quali un singolo, tenace cronista poteva smascherare da solo le più potenti organizzazioni del mondo. Quei tempi – scrive – non sono passati del tutto, ma sono in grave pericolo. La tendenza a smantellare le vecchie organizzazioni giornalistiche è molto forte in tutto il mondo, ma non sarà il crowd-sourcing a rimpiazzarle. Starkman rileva come il giornalismo investigativo sia costoso, rischioso, stressante e richieda tempo e costanza, tutte caratteristiche molto lontane da quello che si trova di solito nei blog o nelle reti di social network. Queste nuove organizzazioni (con pochissime eccezioni) si rivelano poco adatte a svolgere un ruolo nel pubblico interesse e sono più focalizzate sulle esigenze di singoli individui.

Devono pensarla un po’ così anche alla CNN, che aveva lanciato con grande enfasi iReport, la piattaforma che avrebbe aperto le porte del network al citizen journalism, per poi essere costretta qualche giorno fa a importanti restauri. Le modifiche trionfalmente annunciate non riescono a nascondere il sostanziale fallimento del progetto: nato come un canale attraverso il quale i cittadini avrebbero potuto contribuire al processo informativo di CNN, iReport è in realtà diventato una specie di Facebook nel quale i citizen journalist postano le foto del loro viaggi e le loro opinioni su qualunque cosa. Il nuovo iReport ha preso atto della situazione e si focalizzerà – ha annunciato la responsabile, Lila King – “più sulla gente che sulle notizie”.

Poiché iReport ha comunque 950 mila utenti registrati, se il nuovo sito approfondirà come intende fare i loro profili e le rispettive aree di interesse, la CNN avrà a disposizione importanti informazioni sulla propria audience, sulle cose che desidera e su quelle che la preoccupano maggiormente. Una banca dati che soprattutto per gli inserzionisti pubblicitari vale oro.
Le notizie è meglio lasciarle ai vecchi, tradizionali giornalisti. Con tutti i loro difetti sono ancora i più bravi a raccoglierle, capirle, ordinarle in una gerarchia e, quasi sempre, a diffonderle nell’interesse pubblico.

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