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Acqua pubblica, l’Arera fissa le regole per le tariffe

L’Authority per energia, rifiuti e acqua ha fissato nuove regole per il 2020-23 con l’obiettivo di programmare gli investimenti e condizionare gli aumenti tariffari alla loro esecuzione. L’obiettivo è ridurre il divario nel servizio idrico

Acqua pubblica, l’Arera fissa le regole per le tariffe

Promessa mantenuta sull’acqua. L’Arera, l’Autorità per l’energia, i rifiuti e l’acqua, chiude l’anno con un provvedimento importante. Ha infatti approvato lo schema regolatorio per ridurre il divario (tra Nord e Sud ma anche a macchia di leopardo) nei servizi idrici offerti ai consumatori italiani. Ora anche le società di gestione comunali e interamente in mano pubblica dovranno assicurare gradualmente servizi adeguati ai propri clienti.

La delibera dell’Authority punta infatti a portare gradualmente verso gli standard nazionali i gestori che sono in ritardo e superare così il divario esistente nel settore dell’acqua. Tutto ciò attraverso “l’efficientamento dei costi operativi e delle gestioni, la valorizzazione della sostenibilità ambientale anche attraverso il Piano per le Opere Strategiche e gli incentivi agli strumenti di misura dei consumi, per aumentare la consapevolezza dei cittadini sulle proprie abitudini”. Questi criteri, elencati nel comunicato diffuso dall’Arera, sono i principi a cui è ispirato il nuovo Metodo Tariffario Idrico, deliberato dall’Autorità per l’energia e l’ambiente per il periodo 2020-2023, che inoltre colloca il settore a pieno titolo nell’economia circolare, premiando anche l’efficienza energetica e prevedendo incentivi per il risparmio e il riuso delle acque.

Il  Metodo Tariffario Idrico (MTI-3), così si chiama il nuovo provvedimento, mantiene comunque stabilità e certezza nei criteri guida e si muove in linea con le regole introdotte a partire dal 2012.

Si applica a chi, a qualunque titolo, gestisca il servizio idrico sul territorio nazionale (che si tratti di aziende o di gestioni in economia degli enti locali). Sono escluse le Province autonome di Trento e Bolzano e sono previste delle particolari direttrici della metodologia per le Regioni a statuto speciale che hanno già legiferato in materia.

Il metodo tariffario, sottolinea l’Arera, è uniforme ma anche asimmetrico, cioè tiene conto delle diverse situazioni locali e delle scelte programmatiche definite dagli Enti di governo d’ambito (EGA).
In particolare, avverte l’Arera, aumenteranno i controlli di modo che “eventuali aumenti tariffari saranno possibili solo a seguito di investimenti effettivamente realizzati o di miglioramenti nella gestione certificati“. Viene infatti confermata la presenza di un tetto agli aumenti, per la prima volta differenziato non solo sui costi operativi della gestione, ma anche in ragione dei ricavi per abitante servito.

La sostenibilità ambientale è promossa attraverso una serie di incentivi che vanno dal contenimento dei consumi di energia elettrica per fornire l’acqua, alla riduzione dell’uso della plastica nel consumo di acqua potabile, al recupero di energia e materia (il riferimento è al trattamento dei fanghi di depurazione), al riuso dell’acqua depurata a fini agricoli e industriali. Incentivati gli interventi orientati a contatori efficienti per misurare i consumi idrici – sia per i condomini che per le singole utenze – e le scelte adottate a livello locale a sostegno degli utenti vulnerabili, in aggiunta al Bonus Acqua previsto, dal 2018, a livello nazionale.

Il collegio dell’Autorità – afferma il presidente, Stefano Besseghini – ha più volte indicato, nel Quadro Strategico come nella Relazione Annuale, l’importanza di un approccio di lungo periodo che continui a garantire sostenibilità e stabilità al sistema idrico, puntando alla riduzione del water service divide. Il nuovo Schema regolatorio di convergenza e il Piano delle opere strategiche, insieme al rafforzamento dei sistemi di controllo dell’efficienza e agli incentivi per le gestioni di qualità, puntano a creare un servizio omogeneo nel territorio, dove l’acqua sia davvero un bene comune, accessibile e disponibile universalmente e non solo in alcune aree del Paese.

Per questa ragione l’Authority ha introdotto un nuovo strumento, il Piano per le Opere Strategiche (POS), strumento con il quale l’Ente di ambito indica gli interventi infrastrutturali dedicati ad opere complesse con vita utile superiore ai 20 anni e considerate prioritarie per garantire la qualità del servizio agli utenti, con tanto di cronoprogramma degli interventi da realizzare e di contributi pubblici disponibili

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