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Acqua, basta plastica: il filtro per berla dal rubinetto senza rischi

L’azienda torinese Pea&Promoplast ha lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare un depuratore di ultima generazione da applicare al rubinetto – L’Italia è il terzo Paese al mondo per consumo di bottiglie di plastica – VIDEO.

Acqua, basta plastica: il filtro per berla dal rubinetto senza rischi

Addio alle bottiglie d’acqua, addio alle tonnellate e tonnellate di rifiuti in plastica, addio ai danni ambientali conseguenti. La rivoluzione ecologica passa anche attraverso nuovi paradigmi di vita, e quindi ad esempio evitando lo spreco di acqua e bevendo l’acqua del rubinetto: presto sarà possibile farlo nella maniera più salutare possibile, grazie alle tecnologie di ultima generazione. Una di queste è quella sulla quale punta l’azienda torinese Pea&Promoplast, che in collaborazione con Save the Planet e l’Università di Torino ha appena lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo per il finanziamento di 0-Out, un rivoluzionario filtro per l’acqua.

Realizzato con materiali BPA free (cioè privo di bisfenolo, una sostanza utilizzata nella produzione della plastica), questo sistema di filtraggio all’avanguardia purifica l’acqua dal rubinetto da microplastiche, inquinanti organici e metalli pesanti, senza cambiare la composizione e il tenore di sali minerali naturalmente presenti, riducendo dunque il consumo di plastica e favorendo al contempo la salute. Quale è la novità di 0-Out, visto che in realtà di filtri già ce ne sono sul mercato? “A renderlo unico nel suo genere – sostiene una nota – è l’azione combinata dei carboni attivi e di speciali resine a scambio ionico, diverse da quelle comunemente utilizzate, capaci di abbattere oltre 130 specie chimiche, tra microplastiche, inquinanti organici e metalli pesanti, come arsenico, cadmio, cromo, rame, nichel, piombo e mercurio per piombo, mantenendo allo stesso tempo il tenore di sali minerali naturalmente presenti”.

Il tema è particolarmente attuale in Italia, che non solo è uno dei Paesi in Europa con la rete idrica meno efficiente, ma è anche e soprattutto al terzo posto nel mondo per consumo di acque minerali in bottiglia, dopo Messico e Thailandia. Stando agli ultimi dati, nel solo 2019 sono state vendute 10 miliardi di bottiglie di plastica, per una stima totale di circa 400.000 tonnellate di plastica. Un trend decisamente da cambiare, alla luce degli ambiziosi obiettivi ambientali che abbiamo all’orizzonte. E che grazie all’app di 0-Out potremo persino monitorare in tempo reale: a portata di smartphone si possono controllare non solo lo stato di usura del filtro, ma anche la riduzione del consumo della plastica e il relativo risparmio economico. Il costo del dispositivo è di 80 euro (49 se acquistato durante la campagna di crowfunding su Indiegogo) e con una ricarica da 15 euro si è in grado di coprire il fabbisogno di una famiglia di 3 persone per un anno.

“Il crowdfunding – commenta Fabrizio Aprile, founder di 0-Out e responsabile dell’area Innovative project di Pea&Promoplast – è l’ideale per i progetti innovativi. Abbiamo scelto per la prima volta il metodo del crowdfunding perché vogliamo validare il prodotto prima di lanciarlo sul mercato, facendo tesoro dei feedback che riceveremo dagli adopter/sostenitori della campagna. Con 0-Out vogliamo dimostrare che rispettare il pianeta, muovendosi verso un futuro sostenibile, è un’azione che riguarda tutti noi. Anche un gesto semplice come bere un bicchiere d’acqua può portare a risultati molto importanti”.

“Vista la natura e la mission della nostra associazione – aggiunge Elena Stoppioni, Presidente di Save the Planet -, non possiamo che sostenere appieno e con tutte le nostre forze iniziative come quella di 0-Out, nata dalla volontà di un nostro associato. Si tratta di un progetto per noi molto importante per due motivi: il primo è la possibilità di ridurre l’utilizzo della plastica e quindi il rischio di inquinamento derivante da questo materiale che, oggi, è presente in quantità elevatissima nel nostro pianeta ma, soprattutto, nei nostri mari. Il secondo motivo, ma altrettanto importante, è puramente di beneficio per le persone, che in questo modo possono bere acqua corrente epurata da sostanze nocive e batteri”.

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