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ACCADDE OGGI – Enzo Ferrari, il padre della Rossa, se ne andò a 90 anni

Il 14 agosto del 1988 morì il leggendario Enzo Ferrari, pilota e soprattutto fondatore della scuderia di Maranello che fece collezione di trionfi con la mitica Rossa

ACCADDE OGGI – Enzo Ferrari, il padre della Rossa, se ne andò a 90 anni

Nato a Modena il 20 febbraio del 1898, morto sempre nella sua Modena esattamente 32 anni fa, il 14 agosto del 1988. Parliamo del modenese più famoso della storia, Enzo Ferrari, pilota automobilistico ma soprattutto imprenditore e fondatore della omonima casa automobilistica, la cui sezione sportiva, la leggendaria Scuderia Ferrari, ha conquistato in Formula 1, con lui ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori. Bottino poi ampiamente migliorato successivamente, soprattutto nell’era di Michael Schumacher: oggi il bottino totale è di 15 mondiali piloti e 16 mondiali costruttori.

Da pilota Enzo Ferrari, detto anche “il Drake” in onore del celebre corsaro inglese Francis Drake (un soprannome a metà tra l’ammirazione e il disprezzo, coniato proprio dai rivali inglese per la presunta attitudine dittatoriale di Ferrari all’interno del team), cominciò a correre nel 1920 con l’Alfa Romeo, con cui vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio. Secondo quanto narrato da lui stesso, fu in quell’occasione che la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l’aviatore portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”.

Fu così che a partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari, fondata dall’ingegnere modenese nel 1929, la cui sezione sportiva fu però ufficialmente costituita solo nel 1947 ed esordì nel campionato mondiale fin dalla sua istituzione, nel 1951, in occasione del Gran Premio di Monaco del 21 maggio 1950. La prima vittoria della casa del Cavallino in F1 arrivò in quella stagione, nel Gran Premio di Gran Bretagna, con il pilota argentino José Froilán González. Fu la vittoria che segnò il declino dell’Alfa Romeo nel mondo della F1 e, contemporaneamente, l’ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake un conflitto di sentimenti, verso la vecchia casa milanese con la quale aveva iniziato.

L’anno dopo infatti arrivò anche il primo titolo mondiale per la casa di Maranello, nel 1952 con Alberto Ascari (l’Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). Nel 1953 ci fu il bis di Ascari, che rimane l’unico italiano a vincere un titolo piloti in sella alla Rossa, poi ci fu il titolo di Juan Manuel Fangio nel 1956, i due titoli di Lauda (1975 e 1977) e poi da quello di Jody Scheckter del 1979, l’ultimo vissuto da vivo da Ferrari, c’è stato un buco di oltre 30 anni, fino all’inizio dell’era Schumacher nel 2000. In realtà il titolo più recente conquistato da Enzo Ferrari prima della sua morte fu il mondiale costruttori del 1983, con i piloti francesi Arnoux e Tambay.

Ferrari si è costruito nei decenni, grazie ai trionfi della Ferrari in F1 ma non solo, una reputazione leggendaria. Fu insignito di molti titoli, tra cui quello di Cavaliere e quello di Commendatore, ma quello di cui più si vantava era quello di “ingegnere meccanico”, datogli ad honorem nel 1960 dall’Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Morì nell’estate del 1988, poche settimane prima del Gran Premio d’Italia, a Monza: il caso volle che le due Ferrari, all’epoca non particolarmente competitive, si piazzarono al primo e secondo posto, con Gerhard Berger e Michele Alboreto. Che ovviamente gli dedicarono il trionfo.

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