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A2a torna in utile e sale in Borsa

Dopo il rosso del 2014, la società torna in utile per 73 milioni nel 2015, nonostante forti svalutazioni – Proposto un dividendo per azione pari a 0,041 euro per azione (+13%) – Rivisto al rialzo il piano industriale 2016-2020.

A2a torna in utile e sale in Borsa

Inizia bene la seduta di Borsa per il titolo di A2A, che a circa un’ora dall’apertura guadagna il 2,1%, a 1,152 euro, mentre il Ftse Mib viaggia in rialzo dell’1,1%. A innescare gli acquisti sull’utility milanese è stata la pubblicazione dei conti e del nuovo piano industriale.

Nel 2015 A2A è tornata a far segnare un utile di 73 milioni di euro, invertendo la rotta rispetto alla perdita netta di 37 milioni registrata l’anno precedente. Il risultato positivo è stato ottenuto malgrado svalutazioni di asset di competenza del gruppo per 214 milioni (in particolare di alcuni impianti termoelettrici in Italia e di attività della controllata montenegrina Epcg), mentre la crescita dei profitti – sottolinea una nota – è legata alla riduzione degli oneri finanziari (grazie al taglio del debito) e a un ridotto carico fiscale, che ha beneficiato della riduzione dell’Irap e dell’eliminazione della Robin Hood Tax.

L’utile netto ordinario, al netto dunque delle partite straordinarie, è balzato del 59% a 278 milioni. Il Cda, in virtù di questo risultato, ha proposto la distribuzione di un dividendo per azione pari a 0,041 euro per azione (+13% rispetto all’anno scorso) per un monte cedole complessivo di 126 milioni. Il pay out è pari a circa il 45%, sotto l’asticella massima fissata al 60%.

I ricavi sono sostanzialmente in linea con l’anno precedente (a quota 4,921 miliardi), mentre il mol è cresciuto a 1,048 miliardi (+2,3%), superando le stime del management (1,035 miliardi), già ritoccate al rialzo durante l’anno scorso. La posizione finanziaria netta è migliorata di 466 milioni, dai 3,363 miliardi del 2014 a 2,897 miliardi di fine 2015, e oggi è pari a 2,76 volte il margine operativo lordo.

“Il primo esercizio del piano industriale si è concluso con tutti gli indicatori di performance in linea o migliori delle aspettative – sottolinea una nota del gruppo – e ha riportato risultati in crescita sul 2014, anno caratterizzato da elevata idraulicità ed elevate poste positive non ricorrenti”.

Quanto al piano industriale 2016-2020, il Cda ha aggiornato il business plan presentato l’anno scorso alla luce delle evoluzioni del settore e di quanto già realizzato negli ultimi mesi. Gli investimenti previsti sono stati aumentati del 7% a 2,2 miliardi mentre vengono confermati la crescita dell’Ebitda a 1,3 miliardi nel 2020 (+24% sui risultati 2015), l’incremento dei dividendi a 7,5 centesimi dal 2019 e una riduzione dei debiti netti di oltre mezzo miliardo da fine 2015.

Inoltre, precisa la società, “Ebitda e utile per azione saranno ulteriormente rafforzati dalle operazioni di aggregazione territoriale attualmente in corso di realizzazione (a partire dunque da quella con Lgh, ndr) e non ancora incorporate nel piano”. Tra le nuove iniziative di piano, destinate a “contrastare le avverse condizioni del mercato energetico”, spiccano anche ulteriori iniziative di efficienza operativa che a regime daranno 50 milioni incrementali di Ebitda e “ulteriori percorsi di aggregazione territoriale e partnership industriale in aggiunta a quelli già realizzati”.

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