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A Ventotene un progetto per il recupero del carcere borbonico

A Ventotene un progetto per il recupero del carcere borbonico

Giovedì 4 giugno 2020  riunione del tavolo istituzionale con il Commissario straordinario Silvia Costa.Nel luogo simbolo dell’Europa unita, dal 2016 si devono spendere 70 milioni di euro.

Due Ministri – Dario Franceschini, Ministro per i Beni culturali, Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud – un Sottosegretario alla presidenza del Consiglio – Riccardo Fraccaro – il sindaco di Ventotene – Gerardo Santomauro – e il Commissario del governo, Silvia Costa : tutti insieme per riavviare il progetto di recupero dell’ex carcere borbonico di Ventotene. Giovedì 4 giugno insieme ad un buon numero di dirigenti della Regione Lazio, del Ministero dell’Ambiente e dell’Area protetta , cercheranno di dare gambe ad un piano da 70 milioni di euro. Il carcere, ubicato a Santo Stefano, luogo simbolo della lotta antifascista e della costruzione europea con nomi di illustri confinati, è in uno stato di intollerabile abbandono.

Le due isole di Ventotene e S.Stefano compongono, inoltre, anche una delle più belle aree protette del Mediterraneo. E impegnarsi a rilanciarle vuol dire avere attenzione per la tutela dì uno straordinario habitat.

Il progetto di  rinascita della vecchia fortezza va avanti da anni. Appelli, visite di capi di governo ( Renzi nel 2016 con Merkel e Hollande) inchieste, sollecitazioni ambientaliste hanno elevato a livello europeo la necessità di intervenire seriamente. Ma tutto è andato a rilento, finché a gennaio di quest’anno il governo ha preso atto della situazione e nominato Silvia Costa, commissario straordinario per il progetto.

Silvia Costa , parlamentare di lungo corso, si è messa subito al lavoro ed ha convocato la riunione di domani. È preoccupata, soprattutto, della scadenza di dicembre 2020 dell’utilizzo dei 70 milioni di euro.La riunione doveva tenersi nelle settimane più difficili del coronavirus. Grazie ai tempi allungati auguriamoci che ora i protagonisti mettano davvero in moto la macchina organizzativa e realizzativa. Quel tavolo ha la responsabilità di rendere praticabile un piano di lavoro con risvolti culturali,politici,sostenibili, europeisti.

“Mi auguro – ha spiegato Costa-che la giornata di giovedì segni l’inizio di un nuovo cammino per raggiungere insieme l’obiettivo che è alla base del Contratto Istituzionale di Sviluppo. E questo malgrado i grandi problemi che ci sono per rispettare i termini previsti”. Il Commissario ha, comunque, fatto sapere che  se tutto parte, è previsto l’impiego dei soldi con un anno (almeno) di ritardo rispetto alla scadenza attuale di dicembre 2020. L’Europa dovrà essere consenziente. 

Cosa è accaduto fino ad oggi è descritto dall’Associazione per Santo Stefano in Ventotene : a maggio 2016, 70 milioni di euro sono stati destinati a questo progetto. Per realizzare gli interventi, il 3 agosto 2017 è stato sottoscritto un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis). Il contratto prevede la costituzione di un Tavolo istituzionale permanente, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, che si è riunito già tre volte. A dicembre 2017 per avviare formalmente i propri lavori, a febbraio 2018 per svolgere le audizioni degli Enti e delle Associazioni interessate alla realizzazione del progetto, a giugno 2019 per un aggiornamento delle attività e per la presentazione di uno studio di prefattibilità. Un passo veramente lento che da quattro anni tiene fermo un progetto che, viceversa, può dare nuovo prestigio all’Italia. La rinascita di Ventotene  è, infatti, un segnale forte e caratterizzante per l’Europa. Per quell’idea di comunità, minacciata oggi da ignoranza e incultura, mirabilmente descritta da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941 nel celebre Manifesto “Per un’Europa libera e unita”.Un’idea che non può essere castigata da burocrazia , peggio da inefficienza politica. Ma non vogliamo crederci.

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