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Maurizio Cattelan al Centre Pompidou-Metz in un percorso tematico di libertà a forma di abbecedario

Oltre 400 opere provenienti dalle collezioni del Centre Pompidou incontrano lo sguardo implacabile di Maurizio Cattelan, 30 delle quali interrogano le nostre mitologie moderne con lucidità e malinconia

Maurizio Cattelan al Centre Pompidou-Metz in un percorso tematico di libertà a forma di abbecedario

Per celebrare il suo quindicesimo anniversario, il Centre Pompidou-Metz invita il pubblico a un’immersione vertiginosa nella storia dell’arte e del pensiero contemporaneo attraverso “Domenica senza fine”, una straordinaria mostra che si estende per l’intero museo.

Qui, i testi nella sala portano una voce incarnata: quella di Maurizio Cattelan e delle detenute dell’Istituto Femminile della Giudecca, che insieme esplorano la nozione di libertà sotto forma di un abbecedario. Nella sala, detenute formate in mediazione presso il Centro Penitenziario di Metz accompagnano occasionalmente i gruppi.

Lungo un percorso costruito come un ABC, la mostra alterna opere iconiche, pezzi inaspettati e dialoghi trans-storici

La scenografia immersiva di Berger&Berger trasforma il museo in una passerella circolare, riecheggiando i cicli del tempo e l’architettura di Shigeru Ban e Jean de Gastines. Lontano da un catalogo classico, il libro della mostra progettato da Irma Boom spinge la riflessione ancora più lontano. Maurizio Cattelan offre una prospettiva unica sul suo lavoro e sulla sua storia personale. Più che una collezione, è un’autobiografia. Cosa significa una domenica senza fine? Un giorno che si estende tra libertà e costrizione, memoria e proiezione, vagabondaggio e impegno. Con questa mostra, il Centre Pompidou-Metz offre un labirinto di narrazioni in cui l’arte, in dialogo con la realtà, continua ad aprire brecce nella nostra percezione del mondo. Quindici anni dopo la sua mostra inaugurale, Capolavori? (2010), durante la quale il Centre Pompidou-Metz ha messo in discussione in modo particolare i risultati della storia dell’arte, l’istituzione prosegue la sua esplorazione del modo in cui vediamo le opere d’arte e della nozione di collezionismo. Questa riflessione culmina in “Domenica senza fine: Maurizio Cattelan e la collezione del Centre Pompidou”, una grande mostra che celebra sia il quindicesimo anniversario del Centre Pompidou-Metz sia il suo proficuo dialogo con il Centre Pompidou, che sta vivendo una profonda trasformazione. Maurizio Cattelan propone con questa mostra un approccio incisivo e anticonformista, offrendo una nuova prospettiva a questa prestigiosa collezione. Il suo pensiero malinconico e ironico esplora le contraddizioni sociali, vanifica le strutture autoritarie e mette in discussione i sistemi di credenze. Il suo mondo, che colpisce fin dagli anni Novanta, tra sovversione e impegno, rivela il nostro mondo in continua evoluzione.

Domenica: tra riti, svago e rivolta

In molte culture antiche, la domenica – dies solis per i Romani – era associata al sole e al suo culto. Nel 321 d.C., l’imperatore Costantino la rese un giorno di riposo e preghiera in tutto l’Impero Romano. Nel corso dei secoli, il suo significato si è evoluto e, da momento sacro a tempo libero, la domenica è diventata nel XX secolo un giorno di svago, sport e, più recentemente, consumismo. È anche un giorno in cui passeggiamo in un parco, visitiamo un museo, ci rilassiamo a casa o condividiamo un pasto con la famiglia, tenendo presente la musica soffusa della rivolta, della rivolta che può sorgere in qualsiasi momento. Guidato da questa complessità, il percorso della mostra oscilla tra tenerezza e senso di colpa, evidenziando le impasse dei nostri tempi, per meglio speculare su un futuro alternativo. Tradizionalmente associata al riposo e alla contemplazione, la domenica è un giorno paradossale. Da giorno sacro a giorno di svago e consumo, incarna le trasformazioni delle nostre società. La mostra ne esplora le diverse sfaccettature attraverso un percorso tematico a forma di alfabetico, un omaggio a Gilles Deleuze. Ogni sezione, intitolata a una poesia, un film o un romanzo (A per “Somiglianza di famiglia”, B per “Combattimento”, C per “Portami sulla Luna”, ecc.), invita i visitatori a rivisitare le idee associate alla domenica e a immergersi nel mondo complesso e tormentato di Maurizio Cattelan, che guida il visitatore in un’esplorazione trans-storica e sensoriale.

Etichette scritte da Maurizio Cattelan e dalle detenute dell’Istituto Femminile della Giudecca di Venezia

Attraverso le loro parole, emerge una riflessione condivisa, oscillante tra il personale e il politico, tra affermazione personale e impegno collettivo. Queste voci incrociate arricchiscono la mostra e conferiscono una dimensione profonda all’esplorazione della condizione umana e della reclusione, risuonando al contempo con l’idea del Giorno della Marmotta, un giorno in cui la libertà a volte può sembrare sospesa, ma in cui anche speranza e ribellione prendono forma. Questa collaborazione incarna il potere del linguaggio come mezzo di liberazione. Oltre alla scrittura dei testi, un gruppo di detenute del Centro Penitenziario di Metz riceve una formazione in mediazione presso il museo per accompagnare occasionalmente gruppi di visitatori. Questo programma di riabilitazione e di formazione all’oratoria diventa un elemento essenziale del discorso e dei paradossi veicolati dalla mostra. Riafferma inoltre il ruolo dell’arte come veicolo cognitivo e vettore di riconciliazione tra individuo, società e libertà di espressione.

La mostra: DIMANCHE SANS FIN – MAURIZIO CATTELAN ET LA COLLECTION DU CENTRE POMPIDOU
EXPOSITION FINO AL 02.02.27 GRANDE NEF, GALERIE 1, FORUM & TOITS DES GALERIES

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