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Oasis, concerto a Cardiff: reunion dopo 16 anni. Quanto guadagneranno i fratelli Gallagher con il tour 2025?

Oasis, concerto a Cardiff: dopo 16 anni, Liam e Noel Gallagher sono tornati insieme per il tour “Oasis Live ’25”. Partita la reunion più attesa del 2025 con 23 hit, numeri record e merchandising sold out. È ufficialmente tornata la Oasismania

Oasis, concerto a Cardiff: reunion dopo 16 anni. Quanto guadagneranno i fratelli Gallagher con il tour 2025?

Concerto a Cardiff, 4 luglio 2025. Ora è ufficiale: gli Oasis sono tornati. Dopo 16 anni di silenzio e rancori, Liam e Noel Gallagher hanno seppellito (forse temporaneamente) l’ascia di guerra e sono saliti di nuovo insieme sul palco, inaugurando il tour della reunion davanti a 75mila fan in delirio al Principality Stadium della capitale gallese. Era dal 2009, dal famoso litigio nel backstage di Parigi, che i due fratelli non condividevano più un microfono. Ma ieri sera, tra cori da stadio e smartphone puntati, la band simbolo del britpop anni ’90 ha riacceso gli amplificatori. E, come direbbe Liam, è stato “Biblical“.

Tutto risolto quindi tra Liam e Noel? Ritrovato amore fraterno? Difficile crederlo. Più che un abbraccio sincero, sembra che a pesare di più per il richiamo del palco sia stato soprattutto il cachet milionario. Perché tornare a suonare insieme è emozionante, ma farlo per 7 milioni di euro a serata ha decisamente un altro sapore. Ma ai fan interessa poco. Gli Oasis sono tornati. E nel mondo è riesplosa la Oasismania.

Oasis, concerto a Cardiff: 23 hit nella scaletta

Sulle note di “Fuckin’ in the Bushes”, intro storica dei loro live, gli Oasis sono tornati a fare quello che sanno fare meglio, suonare. Niente fronzoli, nessuna sorpresa e anche poche chiacchere. Ma d’altronde ai fan bastava una sola cosa: vederli di nuovo insieme sullo stesso palco. E non ci sono solo Liam e Noel, ma anche Gem Archer, Andy Bell e il grande ritorno di Paul “Bonehead” Arthurs, colonna delle origini. La scaletta suonata a Cardiff, 23 brani uno dietro l’altro, è un concentrato di britpop anni ’90, un greatest hits che pesca a piene mani da Definitely Maybe, (What’s The Story) Morning Glory? e Be Here Now. Con la voce di Liam in grande forma e un Noel più defilato ma impeccabile, il suono Oasis è tornato ad essere esattamente quello che il pubblico voleva.

La serata si è aperta alle 18:00 con i Cast, seguiti da Richard Ashcroft alle 19:00, ex frontman dei The Verve, che ha infiammato lo stadio con Bitter Sweet Symphony, The Drugs Don’t Work e Lucky Man. Una curiosa inversione di ruoli rispetto al 1993, quando erano gli Oasis ad aprire i suoi concerti. Trent’anni dopo, è lui ad aprire per i Gallagher. Alle 20:15 in punto, è arrivato poi il momento che tutti aspettavano: il ritorno sul palco dei due fratelli, sorprendentemente anche mano nella mano. Quasi due ore di musica, chiuse attorno alle 22:15 tra cori da stadio, braccia al cielo e un pubblico in estasi. Si parte con Hello e il suo coro “It’s good to be back”, si passa da Acquiesce, Slide Away, Whatever, Live Forever e si chiude con poker da pelle d’oca: The Masterplan, Don’t Look Back in Anger, Wonderwall e Champagne Supernova. Ecco di seguito la scaletta di Cardiff (e con ogni probabilità dell’intero tour):

  1. Hello
  2. Acquiesce
  3. Morning Glory
  4. Some Might Say
  5. Bring It On Down
  6. Cigarettes & Alcohol
  7. Fade Away
  8. Supersonic
  9. Roll With It
  10. Talk Tonight
  11. Half the World Away
  12. Little by Little
  13. D’You Know What I Mean?
  14. Stand By Me
  15. Cast No Shadow
  16. Slide Away
  17. Whatever
  18. Live Forever
  19. Rock and Roll Star
  20. The Masterplan
  21. Don’t Look Back in Anger
  22. Wonderwall
  23. Champagne Supernova

È molto probabile che questa resti la scaletta fissa per tutto il tour. Del resto, gli Oasis non hanno mai amato cambiarla ma ai fan va benissimo così.

Oasis in concerto: un tour con numeri da capogiro

“Oasis Live ’25” non è solo una delle reunion più attese nella storia del rock, ma una vera e propria operazione economica su scala globale. Solo con le prime 17 date nel Regno Unito e in Irlanda, sono stati venduti 1,4 milioni di biglietti, per un incasso diretto di oltre 400 milioni di sterline, pari a circa 470 milioni di euro. Ma la forza del fenomeno va ben oltre la biglietteria.

Secondo le stime di Barclays, ogni fan spenderà in media 766 sterline a concerto (circa 900 euro), considerando non solo il biglietto, ma anche trasporti, hotel, pasti e ovviamente merchandising. Il risultato è impressionante: 1,2 miliardi di euro di indotto solo nei paesi anglofoni, con cifre che farebbero invidia al Pil di uno stato.

Le città che ospitano i concerti si trasformano in veri hub economici temporanei (un po’ come fu l’effetto Taylor Swift). A Cardiff, con le due serate inaugurali del 4 e 5 luglio, si stima un impatto economico di 70 milioni di euro. A Manchester, dove gli Oasis giocano in casa con cinque date a Heaton Park, l’indotto previsto supera i 160 milioni di sterline. Londra non è da meno. Le serate a Wembley potrebbero generare fino a 190 milioni di sterline. E poi c’è tutto il mondo parallelo del brand Oasis. Il solo merchandising aggiunge al bilancio altri 160 milioni di sterline, portando il totale dell’impatto nel Regno Unito a circa 400 milioni di sterline.

Ma il viaggio è appena iniziato. Se le previsioni verranno confermate anche all’estero, con le tappe in America, Asia e Sudamerica, si parla di 3-4 milioni di biglietti venduti a livello globale, per un incasso diretto tra 420 e 600 milioni di sterline, e un impatto economico complessivo che potrebbe superare i 2,2 miliardi di dollari.

Più che una reunion, quella degli Oasis si è trasformata in una vera e propria multinazionale del britpop, capace di macinare numeri da capogiro e dimostrare, ancora una volta, che la nostalgia non è solo un sentimento, ma un potente motore economico.

Quanto guadagneranno Liam e Noel? Cachet stellare (ma solo se non litigano)

Che a unire oggi i due fratelli più rissosi del Regno Unito sia più il denaro che l’amore fraterno, è difficile da smentire. Secondo i tabloid britannici, Liam e Noel Gallagher guadagneranno circa 6 milioni di sterline a concerto, circa 7 milioni di euro. Numeri da vertigine, che li rendono le rockstar più pagate d’Europa nel 2025. Solo con le 17 date tra Regno Unito e Irlanda, il bottino personale si avvicina ai 50 milioni di euro a testa. Rock ’n’ Roll Star, in fondo, anche sul conto in banca.

Ma il dettaglio più interessante è nascosto tra le righe del contratto. Per evitare scenate e disastri dell’ultimo minuto, niente anticipi e niente bonifici prima dello show: il compenso si sblocca solo a fine serata, dopo aver cantato e, soprattutto, senza essersi mandati a quel paese. È una “clausola anti-lite“, pensata apposta per disinnescare il sempre possibile “effetto Gallagher”. In pratica: niente concerto, niente soldi. Un escamotage per evitare un nuovo “caso Parigi 2009” e garantire la sopravvivenza della tournée. Per ora funziona. E finché funziona, i milioni scorrono.

Biglietti d’oro (e truffe): il caso del dynamic pricing

La reunion degli Oasis ha fatto esplodere l’entusiasmo, ma anche le polemiche. E non tanto per colpa dei fratelli Gallagher, quanto per l’organizzazione. I biglietti sono andati esauriti in pochi minuti, ma a far discutere è stato soprattutto il sistema del “dynamic pricing” adottato da Ticketmaster.

Cos’è? Una pratica legale ma controversa, che adegua i prezzi in tempo reale in base alla domanda. Risultato: biglietti da 100 sterline che, sotto pressione dei fan, sono schizzati fino a 600 sterline (circa 700 euro) e ondata di proteste che ha spinto il governo britannico ad aprire un’indagine parlamentare.

Ma, come se non bastasse, oltre al danno si è aggiunta anche la beffa delle truffe online: si stimano oltre 2 milioni di sterline (2,3 milioni di euro) persi in acquisti fraudolenti. La media delle perdite? 510 euro a persona. Un dato che racconta l’altra faccia della medaglia dell’Oasismania. Un assalto alle biglietterie che ha lasciato sì stadi pieni, ma anche migliaia di fan a mani vuote o peggio, truffati.

Streaming, moda, vinili: è di nuovo Oasismania

Gli Oasis non sono solo una band. Sono un fenomeno culturale. E la reunion ha risvegliato una febbre collettiva che ha travolto musica, moda, collezionismo e grandi marchi. Oasis Live ’25 non è solo un tour: è un revival globale che si sente nelle cuffie e si vede per strada.

Su Spotify, le ricerche legate al gruppo sono aumentate del +785% dopo l’annuncio del tour. Solo Wonderwall è stata inserita in oltre 510.000 playlist in una settimana. E in totale, le canzoni degli Oasis compaiono in 97 milioni di playlist generate dagli utenti: una rinascita digitale per la band simbolo di un’era analogica. Ma è tutto ciò che porta il marchio Oasis ad andare a ruba: vinili in edizione limitata, poster da collezione, t-shirt con grafiche ispirate alle copertine storiche. Nel Regno Unito, i pop-up shop ufficiali allestiti nelle città del tour sono stati letteralmente presi d’assalto.

Tra i brand partner, Adidas ha colto l’occasione lanciando la collezione “adidas Originals x Oasis”, andata sold out in poche ore nel Regno Unito. La linea, ispirata agli stili indossati e amati dalla band fin dagli anni ’90, celebra 30 anni di originalità condivisa tra il marchio delle Tre Strisce e i fratelli Gallagher. Gli articoli esclusivi saranno disponibili online per tutto dall’11 luglio, mentre alcuni capi selezionati sbarcheranno in Italia a partire dal 20 luglio.

Anche Land Rover ha colto l’occasione, realizzando una versione speciale del modello Defender Octa e un murale monumentale a Manchester, patria del britpop. E perfino Lidl ha fatto la sua mossa con il lancio il 9 luglio di una giacca “Oasis edition” da 30 sterline, ispirata a Little by Little, già ricercatissima online.

Oasis Live ’25: tutte le tappe del tour mondiale

Il tour “Oasis Live ’25” prevede 41 concerti in 10 Paesi, dal 4 luglio al 23 novembre. Dopo il debutto trionfale in Galles, la band si prepara a riconquistare il mondo partendo da Manchester, la loro città natale, con cinque date a Heaton Park l’11, 12, 16, 19 e 20 luglio. Da lì si sposteranno a Londra, dove si esibiranno al Wembley Stadium il 25, 26 e 30 luglio, e poi ancora il 2 e 3 agosto. Toccherà poi a Edimburgo, con tre serate al Murrayfield Stadium (8, 9 e 12 agosto), e infine a Dublino, il 16 e 17 agosto al Croke Park.

Dopo aver salutato il pubblico di casa, la band attraverserà l’oceano per una lunga tournée internazionale che toccherà Toronto, Chicago, New Jersey, Pasadena e Città del Messico. Poi sarà la volta dell’Asia (Seoul e Tokyo), dell’Australia (Melbourne e Sydney), e infine del Sudamerica, con tappe a Buenos Aires, Santiago del Cile e la chiusura prevista il 23 novembre a San Paolo, in Brasile. In mezzo, un doppio ritorno a Wembley il 27 e 28 settembre.

Live Forever… anche nel 2026?

Il tour si chiama “Oasis Live ’25”, ma c’è già chi guarda oltre. Rumors insistenti parlano di un’estensione nel 2026, con una tappa celebrativa a Knebworth per i 30 anni dagli iconici concerti del 1996. Inoltre, l’Europa continentale è stata finora esclusa dal calendario, lasciando aperta l’ipotesi di un tour europeo che potrebbe passare anche dall’Italia con una data possibile tra Milano, lo Stadio Olimpico o il Circo Massimo a Roma.

I Gallagher hanno scoperto che, almeno sul palco, fare pace conviene. Liam l’ha detto chiaramente: “Non voglio più separarmi da Noel“. E con i numeri da record, il clamore globale e una discografia che ha superato indenne il tempo, fermarsi ora sembra quasi impossibile. Del resto, come cantano loro stessi: “You and I are gonna live forever“.

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