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Salini (Webuild): reinventare il Paese per avere infrastrutture di trasporto moderne ed efficienti

“Un futuro da inventare. Le infrastrutture di trasporto sostenibile”, libro di Astrid curato dall’ex ministro Paolo Costa, è stato al centro di un dibattito di grande interesse da cui è emersa la consapevolezza che, prima ancora di decidere sulle infrastrutture, il Paese deve decidere con chiarezza dove vuole andare

Salini (Webuild): reinventare il Paese per avere infrastrutture di trasporto moderne ed efficienti

Prima di parlare di quali infrastrutture di trasporto servono e di come farle, bisogna che ci chiariamo su quale paese vogliamo essere, dove siamo oggi e dove vogliamo andare. È la premessa fondamentale sulla quale tutti i relatori chiamati a discutere il libro Un futuro da inventare. Le infrastrutture di trasporto sostenibile promosso da Astrid e curato da Paolo Costa esperto del settore e per lunghi anni presidente della commissione trasporti del Parlamento europeo, si sono trovati pienamente d’accordo a cominciare da Franco Bassanini che di Astrid è il motore e che ha presieduto il convegno.

Persino il viceministro dei trasporti, Edoardo Rixi, braccio destro di Matteo Salvini, ha detto che le infrastrutture non devono essere occupate dalla politica, che non sono né di destra né di sinistra, e che occorre una maggiore progettualità per accettare le sfide del futuro, altrimenti saremo tagliati fuori dagli altri paesi che camminano più svelti di noi. Dobbiamo fare tutti insieme – ha detto Rixi – una sforzo di cambiamento culturale, vincere la tendenza della pubblica opinione ad essere contraria ai cantieri per quieto vivere, salvo poi beneficare con piacere delle opere finite.” Insomma bisogna superare l’ostacolo politico che deriva dal fatto che le opere pubbliche portano ad una perdita di consenso nel breve termine da recuperare poi nei tempi lunghi quando una grande opera può essere completata (burocrazia e magistratura permettendo). Ottimi propositi. Speriamo solo che Rixi lo dica anche al suo ministro che sembra alla disperata ricerca di un consenso immediato!

A furia di ricercare il consenso a breve abbiamo perso il senso profondo di cosa vuol dire costruire un paese moderno, al passo con i tempi, come ha detto la presidente dei deputati del Pd Chiara Braga.

Salini: bisogna capire dove vuole andare il Paese

Concetti riassunti con esemplare chiarezza da Pietro Salini, Ad di Webuild, che ha detto che prima ancora di progettare le grandi infrastrutture di trasporto bisogna capire bene da dove si parte e dove si vuole andare. In altre parole dobbiamo capire cosa vogliamo. Vogliamo puntare sul turismo ed allora bisogna fare aeroporti e strutture di collegamento, e poi sostenere l’industria per la vendita di oggetti a questi visitatori, ed ancora l’industria alberghiera che in Italia è dominata da catene estere et cetera. Vogliamo più industria manifatturiera, ed allora bisogna fare le infrastrutture che consentono alle merci di raggiungere i clienti in Europa e nel mondo, e poi ci serve un piano che porti ad un allineamento del prezzo dell’energia a quello dei nostri concorrenti, mentre oggi paghiamo quasi il doppio. E infine, ma sarebbe la cosa più importante, dobbiamo riformare la scuola per avere tecnici preparati ad entrare in fabbrica e nei cantieri.

Delineata la strategia – ha detto Salini – poi bisogna passare alla progettazione ed all’esecuzione dell’opera. In Italia ci vogliono un certo numero di anni per arrivare alla decisione politica ed alla progettazione. Poi ci vogliono in media 15 anni per realizzare l’opera progettata. Così è chiaro che non si crea consenso a breve. Del resto resistenze alle grandi operare ci sono sempre state. L’autostrada del Sole, quando è stata concepita negli anni ‘50, ebbe una valanga di critiche. A che serve – si diceva – non c’è traffico. E poi ci sono ben altre priorità. Il benaltrismo è imperante nel nostro paese.

La mancanza di una visione strategica e la propensione a stare tutti sul breve termine ha man mano ridotto le potenzialità di spinta del paese. Tutti i relatori, quasi inavvertitamente, hanno ricordato i primati che abbiamo perso negli ultimi trenta o quarant’anni, perdita che è la vera ragione della nostra crescita asfittica, dei salari bassi, dei tanti giovani che vanno all’estero perché qui offriamo solo occupazione di basso livello e scarse prospettive di carriera.

Paolo Costa: l’Italia deve ritrovare la voglia di sviluppo

Paolo Costa ha ricordato che il nostro patrimonio di infrastrutture di trasporto è ormai obsoleto. Lo stesso Rixi ha detto che abbiamo “ammazzato” molte delle aziende che facevano le grandi opere. Rimane Salini, ed è un bene, ma anche molte altre imprese devono crescere di dimensioni. Negli anni ‘70 eravamo il primo paese europeo per kilometraggio autostradale. Poi ci siamo fermati ed il primato è passato ad altri. Salini ha ricordato anche che va bene lamentarsi oggi del caro energia, ma che sarebbe giusto chiedersi perché abbiamo “ucciso” il nucleare, unici al mondo a rifiutare una tecnologia dove all’epoca potevamo vantare una posizione di avanguardia. Ora, dopo cinquant’anni dovremo riprendere il discorso. Speriamo che la nostra classe dirigente trovi il coraggio di fare ora delle scelte che daranno i frutti tra una decina d’anni.

Insomma per le grandi infrastrutture di trasporto, così come per molte altre questioni ci vuole veramente un salto culturale. Come ha detto Paolo Costa bisogna far scattare nel paese una reazione alla stagnazione ed una voglia di sviluppo, di apertura all’innovazione ed alle nuove idee.

1 thoughts on “Salini (Webuild): reinventare il Paese per avere infrastrutture di trasporto moderne ed efficienti

  1. per ritrovare la voglia di sviluppo bisognerebbe riformare il Paese e prendere spunto d un periodo storico forse irripetibile quello del dopoguerra fino agli anni ’60 . La Storia serve a questo. Fino agli anni ’60 poi con il regionalismo folle e inutile è iniziato il declino

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