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Borse chiusura 7 maggio: il rialzo del Dow Jones, gli spiragli sui dazi Usa-Cina e le parole di Powell non scaldano l’Europa

Borse a due velocità sia in America che tra Usa e in Europa che scende, Milano compresa. Powell parla alle 20 ma dalla Fed non si attendono sorprese sui tassi

Borse chiusura 7 maggio: il rialzo del Dow Jones, gli spiragli sui dazi Usa-Cina e le parole di Powell non scaldano l’Europa

La fumata è grigia oggi per i listini europei, che archiviano una seduta debole, tra prese di profitto, trimestrali incalzanti, incognite geopolitiche, dazi e Fed.

Piazza Affari cede lo 0,62%, poco lontano da Parigi -0,91%, Francoforte -0,51%, Londra -0,38%, Madrid -0,23%. Amsterdam è piatta.

Oltreoceano vola Walt Disney dopo i conti (+10,11%), ma Wall Street è contrastata (DJ +0,52%, S&P500 -0,04%, Nasdaq -0,49%) e appare un po’ nervosa in attesa che la Fed finisca la sua riunione di politica monetaria e dopo l’annuncio che rappresentanti cinesi e statunitensi si incontreranno in Svizzera per parlare di dazi. I colloqui di sabato a Ginevra sono “un inizio” – ha precisato il segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, che incontrerà gli inviati di Pechino – ma non ci saranno “trattative avanzate”. 

La sfida tariffaria lanciata dalla Casa Bianca a livello globale tiene banco anche in Europa, dove domani la Commissione Ue annuncerà i dettagli del piano di contromisure nel caso in cui i negoziati con Washington dovessero fallire. Secondo il FT la risposta includerà anche gli aerei civili Boeing che vengono importati dagli Usa.

Di questi tempi però le guerre non sono solo commerciali e un nuovo focolaio si è aperto oggi sul fronte indo-pakistano, mentre la situazione in Medio Oriente e quella in Russia-Ucraina sono ancora incandescenti. 

Il discorso più atteso di oggi dai mercati è però quello di Jerome Powell che, più tardi, al termine della riunione della banca centrale Usa, perché potrebbe fornire spunti sulla traiettoria futura della politica monetaria. Da questo meeting il mercato si aspetta che i tassi d’interesse restino invariati. Domani anche la Bank of England terrà la sua riunione mensile e in questo caso l’attesa del mercato è per un taglio dei tassi dello 0,25%.

Gli occhi del mondo in queste ore sono infine rivolti a Roma, dove è cominciato il conclave che eleggerà il nuovo Papa.

Dollaro in cauto recupero

Sul mercato dei cambi il dollaro appare in cauto recupero, grazie all’avvio di colloqui tra Washington e Pechino sui dazi. La ripresa è più evidente contro una valuta rifugio come lo yen, contro cui il biglietto verde guadagna lo 0,6% circa. Il cross è poco mosso con l’euro e la sterlina. La moneta unica tratta al momento a 1,134.

Almeno per un giorno si ferma invece la corsa all’oro, che tratta a 3386,17 dollari l’oncia, con un calo dell’1,3%.

Stenta il petrolio, che dopo il rimbalzo della vigilia si muove attualmente in rosso. Il future Brent, luglio 2025, mostra un prezzo di 61,47 dollari al barile (-1,09%) e il future Wti giugno 2025 è a 58,48 dollari (-1,03%).

Piazza Affari, bene Amplifon e Italgas

In un contesto “attendista” gli investitori si sono concentrati sulle trimestrali anche a Piazza Affari. In particolare sul listino svetta anche oggi Amplifon, +2,75%, in scia a conti migliori delle stime visti nei giorni scorsi.

Tra le blue chip in alta classifica figura Italgas, +1,39%, che ha presentato risultati nel trimestre migliori delle stime (+43% l’utile del periodo), mentre la guidance è risultata in linea con le previsioni di molti analisti, tenendo conto della integrazione di 2i Rete Gas per nove mesi a partire da primo di aprile. A questo proposito l’ad, Paolo Gallo, nel corso della call con gli analisti, ha detto che il management di Italgas sta lavorando a realizzare l’aumento di capitale da un miliardo di euro per finanziare parte dell’acquisizione di 2I rete Gas entro la fine del primo semestre.

La trimestrale non ha galvanizzato Telecom -0,61%, che ha visto ricavi in crescita del 2,7% e ha confermato le stime per l’anno in corso. 

Svetta invece nella top ten del giorno Poste, +0,6%, sulle indiscrezioni che l’ad Matteo Del Fante avvierà discussioni con Amazon per rafforzare i rapporti con la società e in prospettiva anche con Tim, di cui è primo azionista.

Il capitolo delle banche si apre con Banca Mediolanum +1,03% e Mediobanca +0,59%, quest’ultima al centro di un vortice in cui è predatrice per l’Ops su Banca Generali (piatta) – attualmente nelle mani di Generali, che controlla la  società di risparmio gestito con il 50,2% – ed è preda come oggetto dell’Ops di Mps (-0,86%). Oggi tra l’alto per Generali (-0,82%) è stata una giornata cruciale, perché si è riunito il cda per l’istituzione dei comitati endoconsiliari, tra cui quello a parti correlate che avvierà l’esame dell’offerta di Mediobanca. Se l’ops andrà a buon fine, Mediobanca uscirà da Generali e la compagnia assicurativa avrà in mano azioni proprie pari al 6,5% del capitale.

Tra le banche soffre ancora Intesa, -1,99%, dopo i conti visti ieri. Va giù anche l’altra big, Unicredit -1,62%. Male anche Banco Bpm -0,89%, che ha alzato la guidance 2025.

Finecobank cede lo 0,94%, nonostante numeri in aumento nei primi tre mesi dell’anno. 

La chiusura è positiva per utility come Hera +0,72% e Enel +0,61%.

Tra i maggiori ribassi del listino ci sono di Buzzi -3,51%, Diasorin -3,04%, Cucinelli -1,97%, Tenaris -1,54%. Nell’automotive è poco mossa Stellantis -0,26%, che ha annunciato oggi 500 esuberi nello stabilimento di Melfi.

Spread stabile, rendimenti in calo

Si chiude una seduta positiva per i titoli di Stato della zona euro, che vedono rendimenti in calo. Il Btp decennale è al 3,55%, contro il 2,47% del Bund di pari durata, per uno spread praticamente invariato a 108 punti base.

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