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2015, la sfida delle 400 donne-manager da reclutare in Europa

RAPPORTO CREDIT SUISSE – E’ questo il numero delle donne che dovranno entrare nei consigli d’amministrazione delle società quotate in Europa per rispettare i target sulla diversità di genere. In Italia mancano all’appello 64 presenze femminili nei Cda coinvolti. Balzo in avanti con il governo Renzi. I casi Eni e Enel ma è Telecom Italia la più avanzata

2015, la sfida delle 400 donne-manager da reclutare in Europa

Un esercito di 400 manager donna: tante sono quelle che dovranno essere nominate nelle posizioni di vertice delle società quotate in Europa per rispettare i parametri dell’Unione sulla diversità di genere. A calcolarne il numero è stato il rapporto “European diversity Quotas” di Crédit Suisse Securities research che ha voluto fare il punto della situazione andando a verificare, azienda per azienda, il comportamento dei maggiori colossi europei dalla Germania alla Spagna, dalla Francia all’Italia, al Belgio e così via discorrendo.

Se questa è la prima notizia, la seconda segue a ruota: là dove è maggiore la presenza femminile nei board, migliore è stata la performance dei titoli azionari delle società interessate.  Le aziende con almeno una donna nel board hanno infatti raggiunto un Roe medio (return on equity) del 14,1% dal 2005 a tutto il 2014, ben più dell’11,2% raggiunto dai Cda interamente maschili nello stesso periodo. Se poi guardiamo al valore delle azioni, è cresciuto del 40% in più rispetto alle aziende guidate solo da uomini nei gruppi con oltre 10 miliardi di capitalizzazione di Borsa. 

La ricerca del Crédit Suisse è partita da una premessa molto semplice: guardando alle aziende che compongono gli indici azionari delle 11 principali piazze europee, dal FtseMib di Milano all’Ibex di Madrid, dall’Ftse 100 di Londra al Cac 40 di Parigi o al Dax 30 di Francoforte, ha scoperto che solo 80 fra le aziende che compongono questi panieri sono in linea con i parametri europei. Su 4.300 membri dei Cda, le donne sono risultate 1085. Solo 95 consigliere sono state aggiunte nel 2014, anno che, osserva la banca d’affari, ha segnato un rallentamento rispetto alle 147 posizioni aggiunte nel 2013. E ciò, nonostante i risultati di gestione indubbiamente migliori fatti registrare in quelle aziende dove la partecipazione femminile nella prima linea è maggiore.

La maggior parte dei Paesi europei, eslcusa Olanda e Svizzera, hanno legiferato sugli obiettivi di genere imponendo quote tra il 25 (Regno Unito) e il 40%  (Francia e Svezia) di presenza femminile nei Cda. La Spagna annovera il maggior ritardo con una presenza del 17% di donne manager contro il 40% dell’obiettivo programmato.

Come si colloca l’Italia in questa graduatoria della diversità di genere? Sorpresa, ai primi posti. E’ il Paese che ha registrato il maggior balzo in avanti lo scorso anno. Dal 2010 al 2014 il numero delle donne manager in Italia è quadruplicato e oggi la diversità di genere ha raggiunto il 23,3% delle posizioni di vertice nelle società quotate al Ftse Mib. Un salto di qualità, commenta la ricerca, attribuibile non  solo all’introduzione di quote di genere nelle Spa quotate ma più in generale  all’impulso che ha voluto dare il governo di Matteo Renzi alla presenza femminile nell’esecutivo e nelle società pubbliche. Balzo che Crédit Suisse definisce “striking”, “impressionante”.  Ciononostante, L’Italia ha ancora un significativo percorso da compiere se vuole raggiungere il target del 33% entro il 2015 imposto dalla legge sulle quote rosa: 64 nuove donne dovranno essere nominate nei Cda entro fine anno. 

Il numero di manager donna nei bord è passato da 88 nel 2013 a 119 lo scorso anno, trainato da Enel e Eni passate entrambi da zero a 3,  mentre Telecom Italia ha fatto anche meglio con un incremento da 1 a 5.  Proprio a Telecom spetta il posto di prima Spa quotata con la miglior rappresentanza di genere, la sola in Italia a poter vantare una presenza del 40% di donne nel vertice. In Europa si contano sulla punta delle dita le aziende in grado di esibire questa performance (13 in Norvegia, 8 in Francia e 6 in Svezia) mentre la francese Publicis e la svedese H&M sono le sole in Europa ad avere una presenza di donne nel board superiore a quella maschile.

Da ultimo i peggiori ovvero i gruppi con una presenza femminile inferiore al 15%. In Italia Azimut Holding, Exor, Banca Popolare di Milano, Prysmian e Yoox. Nel Regno Unito sono 16 e tra questi ci sono Sky, Glencore, Schroders.  In Spagna 13 Spa tra cui Endesa, Repsol e Mediaset Espana. In Francia, solo Airbus.

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