Negli ultimi anni, il settore del wealth management ha conosciuto un’evoluzione significativa, orientandosi verso una concezione più ampia e multidimensionale della gestione patrimoniale. In tale prospettiva, l’inclusione dell’arte tra i servizi offerti dalle istituzioni finanziarie, attraverso forme di art advisory e art investment, rappresenta uno dei fenomeni più interessanti e dinamici del panorama contemporaneo (Deloitte, 2023).
Asset alternativo
La crescente attenzione verso l’arte nel wealth management è legata, in primo luogo, alla sua natura di asset alternativo. A differenza degli strumenti finanziari tradizionali, le opere d’arte presentano una bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari, offrendo così opportunità di diversificazione e mitigazione del rischio (Art Basel & UBS, 2024). Inoltre, in contesti di volatilità finanziaria o inflazione, l’arte tende a comportarsi come un bene rifugio, in grado di preservare valore nel lungo periodo. Tale caratteristica spiega l’interesse crescente di investitori sofisticati e di High Net Worth Individuals (HNWIs) nel considerare l’arte come parte integrante del proprio portafoglio patrimoniale.
Come cresce e sviluppa la domanda
Secondo il Deloitte Art & Finance Report (2023), oltre il 70% dei private banker ritiene che i clienti di fascia alta considerino l’arte non solo come investimento economico, ma anche come elemento identitario, culturale e intergenerazionale. Il fenomeno è particolarmente marcato nelle economie emergenti, dove la crescita del numero di Ultra High Net Worth Individuals (UHNWIs) ha generato una nuova domanda di servizi personalizzati legati al collezionismo e alla gestione di patrimoni artistici.
Parallelamente, le nuove generazioni di eredi mostrano una sensibilità più marcata verso la sostenibilità, la cultura e l’impatto sociale, orientando così le banche verso un’offerta più integrata e valoriale.
Arte e criteri ESG
L’arte si inserisce inoltre nel quadro dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance), rappresentando un campo privilegiato per gli investimenti a impatto culturale. Attraverso programmi di art philanthropy, fondazioni familiari e mecenatismo, i clienti possono conciliare obiettivi di rendimento con la valorizzazione del capitale culturale e sociale (Deloitte, 2023). Le banche, in risposta, strutturano servizi di consulenza che integrano la dimensione artistica nelle strategie di sostenibilità e responsabilità d’impresa.
Digitalizzazione e Blockchain
Un ulteriore fattore di crescita del segmento è rappresentato dalla digitalizzazione del mercato dell’arte. Le innovazioni tecnologiche: in particolare l’impiego di piattaforme digitali, intelligenza artificiale e blockchain, hanno reso il settore più trasparente e accessibile, facilitando la tracciabilità delle opere e la verifica dell’autenticità (Art Basel & UBS, 2024). Ciò ha favorito un maggiore coinvolgimento da parte degli investitori tradizionali, riducendo la percezione di opacità storicamente associata al mercato artistico.
Le banche italiane che offrono questo servizio
- Intesa Sanpaolo Private Banking – servizio Art Advisory & Real Estate Advisory per valutazione, conservazione, compravendita e protezione delle opere d’arte.
- UniCredit Private Banking – collabora con esperti esterni per offrire art advisory e supporto alla valorizzazione del patrimonio artistico dei clienti.
- Banca Generali Private – inserisce l’arte nella consulenza patrimoniale e nella pianificazione successoria; organizza mostre e partnership culturali.
- Banca Aletti (Gr. Banco BPM) – propone servizi di art advisory per collezionisti privati e imprese familiari.
- Credem Private Banking – integra la componente artistica nei servizi di pianificazione patrimoniale e filantropica.
In sintesi, l’inclusione dell’arte nei servizi di wealth management offerti dalle banche riflette una trasformazione profonda nel paradigma della gestione patrimoniale contemporanea. Essa risponde alla crescente esigenza di un approccio olistico e relazionale alla ricchezza, in cui la dimensione estetica e culturale assume un ruolo strategico al pari di quella economica. L’arte diviene così veicolo di identità, memoria e valore simbolico, oltre che investimento finanziario, e il wealth management evolve verso una forma più umanistica e sostenibile della creazione e trasmissione della ricchezza.