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Zenga imbriglia l’Inter a San Siro e dà speranza a Roma e Milan

Il Crotone del grande ex Walter Zenga costringe l’Inter al quinto pareggio consecutivo e ora la squadra di Spalletti, che non vince dal 3 dicembre, sente il fiato sul collo della Roma e addirittura del Milan che possono approfittarne per portarsi sotto se vinceranno a Verona e a Udine – Tutte le formazioni

Zenga imbriglia l’Inter a San Siro e dà speranza a Roma e Milan

Sarà per un’altra volta. Nemmeno la partita casalinga contro il Crotone si rivela quella giusta per sbloccare l’Inter, che rimedia l’ennesimo pareggio (il quinto consecutivo) e si trova così costretta a fare i conti con una crisi ormai cronica. L’ultima vittoria risale addirittura al 3 dicembre, da allora due sconfitte (più quella nel derby di Coppa Italia), cinque pareggi e una classifica che preoccupa sempre di più. Certo, il quarto posto è ancora nerazzurro ma se oggi la Roma (all’ora di pranzo sul campo del Verona) vincesse si porterebbe a un solo punto di distanza.

Non solo: sembra incredibile viste le premesse di qualche mese fa ma persino il Milan può andare a meno 8, un ritardo importante ma tutt’altro che incolmabile viste le numerose partite ancora da giocare (tra cui il derby). Situazione pesante, tanto più che nemmeno Spalletti sembra più conoscere la medicina per questa “sindrome da vittoria” che sta ormai tormentando l’Inter da più di due mesi.

“È chiaro che un po’ di preoccupazione viene, ho provato a toccare diversi tasti ma la reazione non si vede – ha ammesso il tecnico nerazzurro. – Siamo calati sotto tutti i punti di vista, purtroppo tutto questo tempo senza vincere ci ha tolto sicurezze e sfiduciati. Dobbiamo mantenere la calma, non abbiamo ancora perso nulla, è il momento di essere razionali”. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi: il pari con il Crotone proprio non ci voleva e autorizza ad usare ufficialmente la parola crisi.

E dire che quando Eder, titolare al posto dell’infortunato Icardi (in tribuna con la moglie Wanda Nara), ha sbloccato l’empasse deviando di testa un corner di Brozovic (23’), tutto sembrava mettersi sulla strada giusta. Invece l’Inter, come spesso negli ultimi tempi, non ha saputo mantenere calma e lucidità e così il Crotone, pur senza creare chissà che pericoli, è rimasto in partita. Al 60’ l’episodio decisivo: strana carambola nell’area di Handanovic e tap-in vincente di Barberis, per il clamoroso 1-1 rossoblu. Spalletti ha provato a giocarsi la carta Rafinha ma la mossa non è servita per vincere: a gioire, seppur tra lacrime cariche d’imbarazzo, è stato Zenga, acclamatissimo dal popolo interista nonostante questo “scherzetto”.

Il risultato di San Siro dà alla Roma una grossa chance per avvicinarsi al quarto posto, a patto però di battere il Verona e tornare così alla vittoria. I giallorossi non ottengono il bottino pieno dal 16 dicembre: dopo quell’1-0 sul Cagliari sono arrivati appena 3 punti in 6 partite. Un ruolino di marcia disastroso che, unito alle turbolenze di mercato, ha reso difficilissima la vita a Di Francesco, tornato nel mirino della critica come a inizio stagione. Una vittoria sul campo del Verona riporterebbe un po’ di sereno nella Capitale, un altro passo falso, invece, avrebbe conseguenze talmente grosse da non essere nemmeno del tutto ipotizzabili.

“Sono contento che il mercato sia finito – ha sospirato il tecnico. – Adesso è arrivato il momento di riscattarci, servono i fatti a cominciare da questa partita. Troveremo un Verona molto diverso dall’andata, si è rinforzato molto e ha trovato la gamba giusta. Anche noi però in settimana ci siamo allenati bene, ora dobbiamo raccogliere i frutti”. Al Bentegodi sarà ancora 4-3-3 con Alisson in porta, Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov in difesa, Pellegrini, Strootman e Nainggolan a centrocampo, El Shaarawy, Dzeko e Perotti in attacco. Pecchia, rinfrancato dalla vittoria di Firenze, tenterà il bis con il consueto 4-4-1-1 con Nicolas tra i pali, Ferrari, Caracciolo, Vukovic e Fares nel reparto arretrato, Romulo, Buchel, Valoti e Matos in mediana, Verde sulla trequarti a supporto dell’unica punta Petkovic.

Un paio d’ore dopo e circa 240 km più a est ci sarà un’altra sfida molto interessante, forse la più promettente in termini di spettacolo del pomeriggio, tra l’Udinese di Oddo e il Milan di Gattuso. Due allenatori amici sin dai tempi in cui giocavano di rossonero vestiti, ma soprattutto capaci di ribaltare le proprie squadre una volta raggiunte le rispettive panchine. Rino nelle ultime 4 ha ottenuto un pareggio e tre vittorie, Massimo, a parte due ko contro le quotatissime Napoli e Lazio, ha ottenuto solo risultati positivi.

E così il match della Dacia Arena arriva addirittura a profumare d’Europa, anche se solo chi vincerà potrà davvero continuare a sognarla. “Sento parlare di corsa Champions ma voglio ricordare a tutti che, al momento, non saremmo nemmeno in Europa League – il monito di Gattuso. – Non dobbiamo dimenticare chi eravamo due mesi fa, non siamo mica diventati belli e biondi come Brad Pitt, anzi io voglio vedere una squadra brutta e con la barba proprio come me”. La metafora forse è poco calcistica ma rende bene l’idea: il tecnico vuole un Milan da battaglia, in grado di sbancare Udine e dare seguito ai buoni risultati dell’ultimo periodo.

La grande novità potrebbe essere André Silva: il portoghese, sin qui grande delusione del mercato rossonero, potrebbe partire dal primo minuto assieme a Suso e Calhanoglu per quello che sarebbe un tridente pressoché inedito. Per il resto 4-3-3 d’ordinanza con Donnarumma in porta, Abate, Bonucci, Romagnoli e Calabria in difesa, Kessié, Biglia e Bonaventura a centrocampo. Classico 3-5-2 anche per Oddo, che proverà a dare un dispiacere alla sua ex squadra (e al suo amico Gattuso) schierando Bizzarri tra i pali, Angella, Danilo e Nuytinck nel reparto arretrato, Widmer, Fofana, Behrami, Jankto e Pezzella in mediana, De Paul e Lasagna in attacco.

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