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Wonder Woman combatte il Male e punta a sbancare il botteghino

L’eroina dei comics è arrivata nelle sale con una pellicola “al femminile”: è una donna la regista Patty Jenkins e, naturalmente, la protagonista Gal Gadot che ricorda la diva Bellucci. La storia regge bene e il finale non è affatto scontato. Belle le tonalità cromatiche del film girato in pellicola e non in digitale nonostante gli effetti speciali da videogiochi e le scene di guerra. Batterà Superman e Batman?

Wonder Woman combatte il Male e punta a sbancare il botteghino

Nel quinto secolo a.C. in Cina, ai fanciulli, veniva proposto un sillabario dove la prima combinazione di ideogrammi significava: la natura dell’uomo è originariamente buona. Si tratta di un tema universale sul quale ancora ci si interroga e dove non si trovano facili e comode risposte. Proprio l’eterna lotta tra il bene e il male, tra giusto e sbagliato, tra la pace e la guerra, è il filone centrale di questa pellicola, Wonder Woman, appena comparsa nelle nostre sale.

Il personaggio centrale, Diana Prince ovvero la giovane attrice Gal Gadot (con una verosimile somiglianza a Monica Bellucci), è la riproposizione cinematografica di uno dei personaggi più noti dei comics americani insieme a Superman e Batman. Nelle intenzioni del suo creatore, lo psicologo americano William Moulton Marston, Wonder Woman avrebbe dovuto rappresentare la forza e le qualità delle donne in un mondo fantastico e reale dove prevale il genere maschile. Certamente raggiunge il suo obiettivo ed infatti il personaggio presto si afferma tra i più importanti nella graduatoria degli eroi a fumetti.

La regista semi esordiente Patty Jenkins appartiene pienamente ad una generazione cresciuta nell’era dei videogiochi e ne ha avvertito il forte impatto emotivo e narrativo e il suo film, infatti, ripropone, anche esagerando, i ritmi e le sequenze dinamiche degli scontri tipici dei giochi da consolle. La storia si concentra tutta tra la mitologia greca, Zeus padre degli dei contro Ares suo figlio e dio della guerra, ed epici duelli tra le forze del bene contro il male assoluto. Lunghe – fin troppo – sequenze sentimentali alternano immagini coinvolgenti su scene di guerra, ricostruzioni scrupolose della Londra ai primi anni del secolo. Da una misteriosa isola dove vive il regno delle Amazzoni, Diana incontra un giovane pilota inglese ammarato fortunosamente sulle sue coste, si ritrova in Inghilterra nel pieno della prima guerra mondiale dove le armate inglesi si fronteggiano in Europa con le truppe del Kaiser. Wonder Woman si propone l’obiettivo di fermare il conflitto mondiale cercando di annientare il signore della guerra. Ares, nelle sembianze umane, si rappresenta in due personaggi (vi lasciamo la sorpresa di scoprire l’uno e il suo doppio) ed entrambi teorizzano il conflitto come strumento necessario a migliorare l’umanità, anche a costo di immani sacrifici. Sullo sfondo della prima grande guerra, il film ripropone un capitolo tragico tuttora di attualità: le armi chimiche di distruzione di massa.

Oltre due ore di proiezione appaiono eccessive ma la storia, si tratta pur sempre di un fantasy, regge bene e il finale non è affatto scontato. Interessante notare che il film è stato girato interamente in pellicola invece del più conveniente digitale e il risultato si vede e si apprezza nelle tonalità di colore più suggestive. Gli altri mitici personaggi dei comics suoi coetanei, Superman e Batman, hanno avuto grande successo al cinema, per Wonder Woman la sfida è aperta.

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