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Webuild: Salini colloca bond scambiabili in azioni, premio del 25%. Il titolo scivola in Borsa (-9%)

Salini ha emesso con successo obbligazioni secured convertibili in azioni Webuild per 225 milioni di euro. Le obbligazioni, con durata 4 anni e cedola semestrale del 4%, offrono un premio del 25% sul prezzo di riferimento dell’azione. Il titolo Webuild è sceso in Borsa a causa dell’effetto tecnico dell’operazione, ma gli analisti restano ottimisti

Webuild: Salini colloca bond scambiabili in azioni, premio del 25%. Il titolo scivola in Borsa (-9%)

Salini ha collocato con successo obbligazioni secured scambiabili in azioni ordinarie di Webuild, società controllata al 100% da Salini Costruttori, per un importo di 225 milioni di euro. I titoli, con una durata di 4 anni e una cedola semestrale del 4%, saranno rimborsati al 100% del loro valore nominale il 30 maggio 2028.

L’operazione ha ricevuto un forte apprezzamento dalla comunità finanziaria, con circa 80 investitori, principalmente internazionali, e una domanda pari a circa 4 volte l’offerta.

Premio del 25% sul prezzo di riferimento dell’azione

Il prezzo di scambio iniziale delle obbligazioni è stato fissato a 2,60 euro, con un premio del 25% sul prezzo di riferimento dell’azione. Le obbligazioni saranno garantite da un pegno di azioni pari a 2,5 volte il numero di azioni sottostanti. I proventi netti verranno utilizzati per rimborsare anticipatamente un finanziamento bancario esistente con Intesa Sanpaolo e per altri scopi aziendali generali.

Effetto tecnico sul titolo che scivola in Borsa, -9%

Le azioni Webuild sono sotto pressione in borsa a causa dell’effetto tecnico dell’offerta di obbligazioni scambiabili da parte di Salini, con un calo del 9,88% a 2,06 euro. Equita ha comunque ribadito il rating buy e il target price a 3 euro, sottolineando che le azioni a servizio del bond sono già esistenti e di proprietà di Salini Spa. Negli ultimi tre mesi, il titolo ha guadagnato il 20%.

Il 2023 di Webuild

Nel 2023, Webuild ha superato nettamente le previsioni annuali, con un portafoglio ordini che offre visibilità sui ricavi per oltre sei anni, permettendo di anticipare al 2024 i ricavi previsti per la fine del Piano “Roadmap al 2025”.

La società ha registrato ricavi in crescita del 22%, raggiungendo 10 miliardi di euro. L’EBITDA è cresciuto del 43% a 819 milioni, mentre l’EBIT adjusted ha raggiunto 475 milioni, un incremento del 48% rispetto all’anno precedente. L’utile netto adjusted è stato di 236 milioni (rispetto a 124 milioni di utile netto), quasi il doppio rispetto al 2022, quando l’utile netto era stato di 118 milioni (profitti netti di 9,8 milioni).

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