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Vendita Ita Airways: i 7 punti da chiarire con la terza offerta vincolante, dal prezzo alle quote

Le cordate al lavoro per rendere “coerenti” le offerte come sollecitato da Draghi: sono 7 i punti da chiarire. Risposte entro il 22 agosto

Vendita Ita Airways: i 7 punti da chiarire con la terza offerta vincolante, dal prezzo alle quote

Sono 7 i nodi che devono sciogliere Msc-Lufthansa e Certares, le due cordate interessate a comprarsi la maggioranza di Ita Airways. E da qui la corsa contro il tempo degli sfidanti. La terza offerta vincolante dovrà essere presentata entro le 23.59 del 22 agosto e in vista dell’ormai prossima scadenza gli advisor del ministero dell’Economia hanno inviato la comunicazione ufficiale con la richiesta ai soggetti interessati di chiarire alcuni punti, dal prezzo alle quote fino all’uscita dello Stato. Il Tesoro — al momento unico azionista di Ita — non è soddisfatto delle offerte e prova a a capire se può ottenere di più.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nell’ultima conferenza stampa aveva spiegato che il dossier Ita sarebbe stato chiuso a breve. Il problema è che più ci si avvicina alle elezioni e più si rischia di finire nel veto incrociato. Ecco quali sono i 7 punti contenuti nelle lettere ufficiali.

Il prezzo

Ovviamente il valore di Ita Airways è al centro: lo scorso 5 luglio – quando sono state inviate le nuove offerte – Msc-Lufthansa stimava il prezzo a 800-850 milioni, 600 milioni per Certares. Il Tesoro vuole alzare l’asticella, scenario non facile da ottenere visto che secondo gli esperti con il passare del tempo il prezzo è destinato a scendere ancora.

Le quote

Il decreto di privatizzazione spiega che lo Stato resterà nell’azionariato di Ita Airways all’inizio, per poi uscirne in un secondo momento. Ecco, dunque, che entra in scena il capitolo quote. Per Msc-Lufthansa il Tesoro non deve andare oltre il 20%, lasciando il 60% a Msc e il 20% a Lufthansa. Il fondo Usa è disposto a lasciare il 40% al Mef che punta comunque a quota superiore al 20% o che gli garantisca un maggiore peso specifico nelle decisioni importanti.

La governance

Strettamente legato al discorso quote, c’è la governance. Nell’ipotesi di lavoro Msc-Lufthansa si ragiona su un consiglio di amministrazione di 5 rappresentanti: 3 di Msc, 1 di Lufthansa e 1 del Mef. Anche per Certaresil Cda avrebbe sempre 5 membri: 3 per il fondo Usa, 2 per il ministero. In ogni caso, il Tesoro chiede di avere l’ultima parola su alcune decisioni determinanti per il futuro della compagnia, dal network alle alleanze.

Le strategie

Altro punto critico. C’è poca convinzione riguardo alle strategie che si seguiranno una volta conclusa la vendita: il Tesoro vorrebbe mantenere autonomia sulla strategie riguardanti gli investimenti e la gestione della flotta, un punto non condiviso specialmente con il gruppo Msc-Lufthansa.

Il management

Il governo vorrebbe inoltre avere potere di veto sul management futuro della compagnia. Gli statunitensi di Cetares potrebbero mostrarsi più aperti a questa soluzione, mentre la cordata dei due colossi vorrebbe soltanto discutere della selezione della direzione con il governo italiano, senza però sottostare alle sue decisioni.

I bilanci

Il Tesoro non è convinto della situazione finanziaria dei compratori, soprattutto di Cetares. Per questa ragione il Ministero ha elaborato la richiesta di poter analizzare i bilanci delle compagnie interessate.

L’uscita dello Stato

È uno dei nodi più importanti. Siccome il decreto prevede l’uscita del Mef dall’azionariato, il ministero vorrebbe che venisse messo nero su bianco già oggi quanto intende pagare la cordata vincente tra qualche anno quando il Tesoro uscirà dall’azienda. Ma è un calcolo, ragionano gli esperti, difficile da fare soprattutto in un contesto pieno di incognite (pandemia, guerre, inflazione, recessione e rincari) e che si presta facilmente a una iper-valutazione. Il che sarebbe un bene per le casse pubbliche, ma non per la cordata vincente.

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