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Vademecum per le vacanze con Covid-19: non sarà un’estate normale

COLLOQUIO CON DAVIDE GORI, epidemiologo e ricercatore dell’Università di Bologna – Come scegliere dove passare i mesi più caldi? E quali precauzioni sarà necessario osservare? Fondamentale resta il tasso di replicazione effettivo: in pratica anche in vacanza non potremo incontrare più di 3-5 persone al giorno, oltre i conviventi.

Vademecum per le vacanze con Covid-19: non sarà un’estate normale

“Mi turba la perdita della bellezza della vita che amavo”. Si dispera Ashley Wilkes, in “Via col vento”, pensando alla scomparsa del mondo che conosce e che non sarà mai più lo stesso. Succederà anche a noi? Siamo chiusi in casa, la bella stagione incalza e già pensiamo all’estate, mentre scienziati e studiosi sono a caccia di risposte e di cure per il Covid 19. Fra questi c’è chi lavora a un numero che si chiama “tasso di replicazione effettivo” e ci dirà quante persone potremo incontrare, una volta usciti dall’emergenza, per non rischiare di far ripartire la pandemia.

Davide Gori, epidemiologo e ricercatore dell’Università di Bologna, con un gruppo di lavoro elabora modelli predittivi e si applica proprio a questo campo d’indagine. “Quel numero – dice – è compreso fra 3 e 5 e corrisponde al numero di persone con cui potremo entrare in contatto ogni giorno, oltre i conviventi. Ecco, più ci avviciniamo a 5 e più rischiamo di far ripartire la fiammata virale che abbiamo già visto”.

Davvero pochi incontri, una volta comprato il pane e il giornale, avremo già praticamente esaurito il “budget” di relazioni sociali a disposizione e andando incontro alla stagione estiva c’è di che preoccuparsi. Il nostro mondo prima del 20 febbraio era brulicante di rapporti, una condizione che in vacanza, in genere, si intensifica.

Oggi, in un contesto in cui ci sono malati che lottano per la vita e medici in prima linea che cercano di salvarli, in una fase in cui il nostro intero sistema socioeconomico è a rischio, questi pensieri appaiono un po’ frivoli, ma è inevitabile porsi una domanda che fa sempre capolino di questi giorni nelle famiglie più fortunate: “Cosa faremo per le vacanze estive?”. Come sarà questa estate? “Non sarà un’estate normale”, ha detto pochi giorni fa Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità

Cosa significa in concreto? Cosa potremo fare? “Per saperlo – risponde Gori – bisognerebbe guardare la sfera di cristallo ed essere un indovino, non uno scienziato”.

Non è ottimista? “Non si tratta di essere ottimisti o pessimisti. Stante gli ultimi studi epidemiologici e le previsioni, non credo che ci libereremo del coronavirus molto presto. La Cina ha ripreso una vita quasi normale dopo una chiusura serrata, che in paesi più democratici come i nostri non è stato possibile applicare”.

Però ci stiamo comportando bene, i nuovi contagiati sono in calo, il numero di persone che ogni malato infetta è sceso sotto 2….”Sì, ma non dobbiamo guardare solo quello. Per valutare in che misura potremo muoverci da casa nei prossimi mesi dovremo guardare soprattutto al tasso di replicazione effettivo, vale a dire quante persone può incontrare ogni individuo per mantenere il rischio di una nuova fiammata epidemica sotto una certa soglia di sicurezza. Probabilmente quel numero è compreso fra 3 o 5, a parte i conviventi. Ecco, stante alcuni modelli predittivi matematici, se oltrepassiamo quota 5 siamo di nuovo ad alto rischio”.

Proviamo a immaginare che a giugno i contagi siano azzerati, a quel punto potremo andare in vacanza? “Vedendo gli attuali trend dei contagi, ho l’impressione che non saranno azzerati, perché resterà sempre qualche malato in ospedale e non possiamo sperare che il virus se ne vada così com’è venuto. Alcuni studi recenti paiono mostrarci, e io personalmente lo credo, che il caldo potrà mitigare la virulenza di questo attacco, ma il problema potrebbe ripresentarsi in autunno”. 

Facciamo allora l’ipotesi più ottimistica: che a giugno ci troviamo in una condizione ideale. Dove potremo andare? “Dubito che potremo programmare le nostre vacanze all’estero, perché tutta la mobilità aerea e fra gli Stati sarà ancora molto ridotta. A mio modo di vedere posso sperare che ci potremo concedere una serata al ristorante, soprattutto se il numero di coperti sarà limitato e magari i tavoli saranno in luoghi all’aperto”. La vita in hotel sarà sicura? “Magari anche un albergo potrebbe ospitarci, se verranno prese decisioni in tal senso. Ma naturalmente tale struttura dovrebbe garantire adeguate distanze di sicurezza. Andrebbero evitati tutti i luoghi di aggregazione degli hotel, niente buffet per le colazioni, limitazioni alla piscina, alle terme, alla palestra. Potrebbe essere molto difficile regolare l’uso di luoghi come questi, ma sarà indispensabile se gli alberghi vorranno riaprire”.

In questi giorni le spiagge sono chiuse. La riviera romagnola, il tempio del divertimento vacanziero, ha messo i bagnini a sbarrare il passo all’arenile e la polizia sui Quad a dare la caccia ai trasgressori, mentre le distese di sabbia, deserte, non sono mai state così grandi e belle. In luglio e in agosto, quando il cuore batterà al ritmo dell’ultimo disco per l’estate, sarà ancora così? “Anche lì penso che potrà dipendere dalle possibilità di garantire le distanze fra le persone, e quindi fra gli ombrelloni mi verrebbe da dire. Dovremo inoltre continuare a girare con la mascherina e non so quanto potrà essere divertente coprirsi la faccia se potremo e vorremo andare al mare. Io ho una casa a Zadina di Cesenatico e so quanto è difficile per i turisti resistere alle discoteche, all’aperitivo, alla socialità estiva sulla spiaggia”.

Allora è meglio la montagna, dove magari si possono fare passeggiate solitarie nei boschi? “Certo i sentieri di montagna in solitudine offrono ampi margini di sicurezza, ma si dovrà comunque evitare la passeggiata nel centro dei paesi. E pure qui dovremo indossare le mascherine. I limiti ai rapporti sociali saranno in ogni caso gli stessi”. Chi ha la casa di vacanza potrà utilizzarla? Sarà al sicuro? “Spero di sì, anche se dipenderà dall’andamento epidemiologico e dalle decisioni che verranno prese a livello governativo. Vero è che se verranno concesse queste libertà individuali, andrà comunque sottolineato che bisognerà  rispettare il distanziamento appena si mette il naso fuori di casa. Ovunque saremo”.

Insomma sembra che il guinzaglio a protezione della nostra salute sarà corto per molto tempo. Ma in questo mondo di relazioni così rarefatte, ci sarà forse un popolo di privilegiati: quello formato da coloro che sono stati malati di Covid e sono guariti, quindi immuni. Questa quota della popolazione potrà andare in vacanza? “Andiamoci piano – osserva Gori – Ancora non sappiamo se il coronavirus fornisce un’immunità e per quanto tempo. Sappiamo che quelli del raffreddore, che sono cugini dell’attuale coronavirus, non danno un’immunità duratura: potrebbe essere lo stesso anche in questo caso. Non abbiamo quindi abbastanza studi per pronunciarci su questo argomento”.

Un pensiero inquietante si fa strada: potrebbe accadere che uno col “patentino di immune” si contagi di nuovo, magari in forma più leggera perché ha un piccolo patrimonio di difese, ma sia molto pericoloso per chi non è mai stato malato? “Potrebbe anche accadere questo. Capisco il nostro stress di fronte all’ignoto, ma dobbiamo abituarci a questa condizione. Conosciamo il Corona solo da tre mesi e ogni giorno ci sono scoperte nuove, ci stiamo muovendo a vista contro un avversario sconosciuto e che spesso ci batte in contropiede. Bisogna anche stare molto attenti ai messaggi che si veicolano, perché non si possono illudere le persone che si tratti di un confronto semplice. Speriamo che in estate, con il caldo, il virus replichi peggio, ma è sempre una scommessa, un terno al lotto. Posso dire con buona sicurezza che non potremo passeggiare liberamente a Riccione in viale Ceccarini, come facevamo l’anno scorso. Poi, magari, accadrà qualcosa di imprevisto e positivo e ci potremo ricredere. È un bel sogno, ma anche la tanto agognata fase 2 non arriverà immediatamente. Inoltre le evidenze scientifiche ci suggeriscono che in autunno ci dovremo molto probabilmente preparare per una seconda ondata di contagi, che un farmaco assolutamente efficace non sarà ancora stato trovato e che il vaccino non arriverà prima del 2021. Ecco, mi dispiace deluderla, ma non possiamo proprio abbassare la guardia sulla socialità e sui rapporti interpersonali”.

2 thoughts on “Vademecum per le vacanze con Covid-19: non sarà un’estate normale

  1. Le sconsiglio vivamente di provare il coronavirus. Prima di parlare di immunità di gregge dovremo sapere se esiste una immunità, cosa che ancora non sappiamo. Non vedo il nesso tra queste restrizioni doverose e il comunismo/nazionalsocialismo

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  2. Se questa é la vita che ci prospettate…preferisco affrontare il Coronavirus ….sino ad ottenere immunitá di gregge….queste limitazioni delle libertá personali sanno di comunismo o nazionalsocialismo….é uno schifo!

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