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Utilities e finanziari spingono la Borsa in ribasso

Dopo un’apertura in rialzo e in attesa dell’esito dei colloqui Usa-Cina, Wall Street inverte la rotta e porta in negativo tutti i listini europei – I prezzi del petrolio tornano a scendere, spread in netto rialzo

Utilities e finanziari spingono la Borsa in ribasso

Prosegue in calo la settimana di Piazza Affari, che perde lo 0,57% e scende a 23.329 punti, dopo una svolta negativa nelle ultime ore di scambi. La spallata viene da Wall Street, quanto mai volatile, divisa fra i buoni dati macro, l’incertezza sui dazi e l’andamento negativo dei titoli del settore retail.

La gelata pomeridiana lambisce tutti listini europei: Francoforte +0,09%; Parigi -0,35%; Madrid -0,01%. Anche Londra ridimensiona i guadagni allo 0,2%.

In mattinata i listini del Vecchio Continente avevano toccato nuovi massimi da quattro anni su segnali di crescita, in particolare del settore auto, ma non hanno retto all’urto di New York.

La nuova ondata di pessimismo  investe il petrolio, con il Brent che perde l‘1,7% e scende a 61,38 dollari al barile. Anche la carta italiana soffre. Sul sito di Borsa, alla chiusura, lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata cresce del 3,05% a 158 punti base; il rendimento del decennale italiano sale a 1,24%. Preferiamo questo dato, a quello di Reuters che, dal 7 ottobre, ha aggiornato il benchmark al nuovo Btp cedola 1,35% scadenza 1 agosto 2030, ma non ha potuto procedere con analogo aggiornamento per la Germania, perché quest’ultima non ha fatto una nuova emissione con analoga scadenza. Quindi, nel confronto, l’Italia ci rimette circa otto mesi. 

Questioni tecniche a parte, il balzo dello spread non pesa particolarmente sui titoli bancari di Piazza Affari, fra i quali spicca Bper +2,9%, al centro di speculazioni per possibili aggregazioni nel settore. Unipol, azionista di Bper con il 20%, sosterrà la banca quando si presenterà l’opportunità di realizzare una grande operazione di consolidamento nel settore, ha detto ieri l’ad Carlo Cimbri.

In Borsa oggi il colosso assicurativo bolognese subisce una leggera perdita (-0,19%, 5,264 euro per azione), anche se gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo portandolo da 5,55 euro a 5,6 euro, in seguito al miglioramento delle stime.

Bene Ubi, +1,09%, potenziale interlocutore della banca modenese. Positiva Unicredit, +029%, con il numero uno dell’istituto, Jean Pierre Mustier, che ha confermato che al momento la banca non è interessata ad aggregazioni con altre grandi banche.

Ancora in crescita Azimut +1,29% e Diasorin +2,14%. Gli acquisti premiano Telecom, +1,14%. L’ad Luigi Giubitosi ha confermato al Sole 24 ore i target finanziari 2019, sulla base dei risultati dei primi nove mesi, mentre la riduzione dell’indebitamento resta una priorità. Il calo dei tassi d’interesse consentirà a Tim di risparmiare oneri finanziari per oltre cento milioni di euro. 

I cali più consistenti sono per Terna -1,93%; Generali -1,84%; Poste -1,72%; Snam -1,52%.

Il settore auto italiano finisce la benzina, dopo gli acquisti a seguito del buon andamento dei dati delle vendite di ottobre che a livello generale, nell’Unione Europea, hanno registrato un aumento dell’8,7% dopo il boom del 14,4% di settembre. Fca +0,1%; Ferrari -0,9%; Pirelli -1,18%.

Volksvagen rallenta, +0,8% a Francoforte, ma centra in ogni caso un parziale rimbalzo, dopo le perdite di ieri a seguito delle fosche previsioni.

Fra i titoli minori a Milano, Bialetti perde il 10,34%. Invariata Inwit, +0,06%, che ha approvato il progetto di fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers. I vertici dell’azienda hanno deliberato di proporre all’assemblea dei soci, subordinatamente all’approvazione della fusione, la distribuzione di un dividendo straordinario di 0,5936 euro per azione post fusione, per complessivi 570 milioni di euro.

L’euro dollaro è poco mosso, in area 1,108 e così l’oro, con il lingotto che scambia a 1.472,85 dollari l’oncia.

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