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Usa, la stagione delle trimestrali parte con Goldman Sachs e Morgan Stanley

Deludono le trimestrali di due colossi dell’investment banking americano: sia Goldman Sachs che Morgan Stanley arretrano

Usa, la stagione delle trimestrali parte con Goldman Sachs e Morgan Stanley

La stagione delle trimestrali a Wall Street comincia con i conti di due pezzi da novanta: Goldman Sachs e Morgan Stanley, due delle maggiori banche d’affari statunitensi. I numeri pubblicati oggi zavorrano la Borsa americana con il Dow Jones che, a mezz’ora dall’apertura, cede mezzo punto percentuale.

La trimestrale di Goldman Sachs è in ribasso

Nel 2022, Goldman Sachs ha realizzato ricavi pari a 48,37 miliardi di dollari e un utile netto di 11,26 miliardi, in ribasso del 48% rispetto all’esercizio precedente. Prendendo in considerazione il solo quarto trimestre del 2022, il fatturato si è attestato a quota 10,59 miliardi di dollari, il 16% in meno rispetto al secondo quarto 2021, e l’utile netto a 1,33 miliardi di dollari, in calo del 66% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Andando avanti coi dati, l’utile diluito per azione comune (Eps) a livello annuale è stato di 30,06 dollari (dai 59,45 dollari del 2021), mentre sull’ultimo trimestre scende a 3,32 dollari (dai 10,81 dollari). Il dato è lontano dalle stime degli analisti che in media ipotizzavano un utile per azione di 5,48 dollari. Il RoE è stato del 10,2% per il 2022 e il RoE annualizzato del 4,4% per il quarto trimestre.

“In un contesto economico difficile, nel 2022 abbiamo garantito ai nostri azionisti rendimenti a due cifre”, ha commentato il ceo David Solomon. “Il fondamento di tutti i nostri sforzi strategici è il nostro franchising di clienti che non è secondo a nessuno”, ha concluso.

La trimestrale di Morgan Stanley delude

Nell’ultimo trimestre del 2022, Morgan Stanley ha registrato ricavi pari a 12,7 miliardi, in discesa del 12% rispetto ai 14,5 miliardi dello stesso periodo del 2021. L‘utile netto si è attestato a 2,2 miliardi di dollari, o 1,26 dollari per azione, rispetto a 3,7 miliardi di dollari (-40%), o 2,01 dollari per azione, per lo stesso periodo di un anno fa. L‘utile per azione rettificato è stato di 1,31 dollari, rispetto a 2,08 dollari nello stesso trimestre dell’anno precedente.  Il mercato, secondo dati Refinitiv, si aspettava un utile per azione di 1,19 dollari su ricavi per 12,64 miliardi di dollari.

Passando all’intero 2022, il fatturato è stato pari a 53,7 miliardi di dollari e l’utile netto è stato di 11 miliardi di dollari (6,15 dollari per azione, o 6,36 dollari su base rettificata).

“Abbiamo registrato solidi risultati nel quarto trimestre in un contesto di mercato difficile – ha commentato il Ceo James Gorman – Nel complesso, il 2022 è stato un anno positivo per l’azienda poiché la nostra strategia chiara e il modello di business equilibrato ci hanno consentito di ottenere un ROTCE del 16% nonostante il complesso contesto macro”. “Wealth Management ha fornito stabilità con ricavi record e oltre 310 miliardi di dollari di nuove attività nette, Investment Management ha beneficiato della diversificazione e, all’interno di Institutional Securities, i nostri ricavi da azioni e reddito fisso sono stati forti, controbilanciati da Investment Banking”, ha spiegato.
Wealth Management ha registrato ricavi netti record per il trimestre pari a 6,6 miliardi di dollari (+6%), grazie soprattutto a un margine di interesse in aumento sulla scia di tassi di interesse più elevati e una crescita dei prestiti.

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