Condividi

US Open 2025, Alcaraz batte Sinner e torna numero 1 al mondo: finisce il regno azzurro dopo 455 giorni

Agli US Open Alcaraz spegne il sogno di Sinner e si riprende il numero 1 ATP: l’azzurro cede il trono dopo 65 settimane in vetta. Finalissima a New York tra applausi e polemiche per la presenza ingombrante di Trump

US Open 2025, Alcaraz batte Sinner e torna numero 1 al mondo: finisce il regno azzurro dopo 455 giorni

Dopo 455 giorni e 65 settimane in vetta, finisce il regno di Jannik Sinner. L’azzurro ha ceduto la corona mondiale a Carlos Alcaraz, che vincendo lo US Open ha riconquistato il numero uno del ranking ATP a due anni esatti dalla sua ultima volta. Jannik non è riuscito a difendere il titolo conquistato nel 2024 e scivola al secondo posto, passando il testimone al rivale-amico spagnolo. Finisce così – si spera solo la prima – era di un italiano al comando del tennis mondiale.

Alcaraz è il re di New York

All’Arthur Ashe Stadium lo spagnolo ha imposto la sua legge in quattro set: 6-2, 3-6, 6-1, 6-4. Un match che ha mostrato la sua superiorità tecnica e atletica nei momenti decisivi. Dopo un primo parziale dominato da Alcaraz, Sinner aveva illuso con la conquista del secondo, unico set perso dallo spagnolo in tutto il torneo. Ma la reazione del murciano è stata veemente con un terzo set a senso unico e un quarto più equilibrato ma comunque chiuso a suo favore.

Con questo trionfo, Alcaraz diventa il secondo giocatore più giovane della storia a vincere sei titoli del Grande Slam dopo Bjorn Borg. “Jannik è incredibile quello che hai fatto durante la stagione. Ti vedo più come famiglia, è bello condividere con te il campo e il resto“, ha detto lo spagnolo prima di sollevare il trofeo e incassare l’assegno da 5 milioni di dollari.

L’amarezza di Sinner

Sinner, visibilmente provato, ha riconosciuto la superiorità dell’avversario: “Congratulazioni, sei stato meglio di me. Ringrazio anche la mia squadra. Ho cercato di fare il meglio, non ho potuto fare di più. Ci vediamo il prossimo anno”. Parole di sportività, accolte dagli applausi di un pubblico che lo ha sostenuto fino all’ultimo scambio.

Trump e la notte delle polemiche

La finale non è stata solo tennis. La presenza del presidente Donald Trump sugli spalti ha costretto gli organizzatori a ritardare l’inizio del match di 48 minuti per permettere controlli di sicurezza straordinari. Centinaia di spettatori, che avevano pagato biglietti ben oltre i mille dollari, sono entrati a partita iniziata. “Vengo da 40 anni e non ho mai visto una cosa del genere”, ha raccontato un tifoso, indignato per l’attesa.

Trump, primo capo di Stato statunitense dai tempi di Bill Clinton ad assistere a una finale degli US Open, è stato accolto da molti ‘buu’ e qualche applauso. Con lui, in tribuna, una parata di celebrità da Bruce Springsteen a Danny DeVito, da Lindsey Vonn fino a Jared Kushner.

Il peso del ranking e la corsa al numero uno

Con la vittoria di New York, Alcaraz sale a 11.540 punti, 760 in più di Sinner. Una rimonta incredibile: a luglio, dopo Wimbledon, l’italiano aveva un vantaggio di 3.430 punti. Nel giro di due mesi lo spagnolo ha recuperato tutto, sfruttando le vittorie a Cincinnati e agli US Open.

Da qui a fine stagione il calendario favorisce ancora Alcaraz, che dovrà difendere appena 950 punti, contro i 2.880 di Sinner. Per l’altoatesino sarà una corsa in salita, ma non impossibile: l’assenza di tre mesi per la sospensione legata alla Wada lo rende ora più fresco e pronto a inseguire. Potrebbe aggiungere al suo programma tornei come Bercy o i 500 indoor europei, cercando di riagganciare il rivale.

Difficile rivedere Sinner in vetta prima del 2026, ma il suo carattere e la sua crescita lasciano aperta la porta a nuove sorprese. Per ora, New York celebra il ritorno di Carlos Alcaraz che a soli 22 anni, è di nuovo re del tennis mondiale per la terza volta.

Commenta