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Unioncamere: Carlo Sangalli è il nuovo presidente

Sangalli, già presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi prende il posto di Ivan Lo Bello – Tre le parole chiave della sua presidenza “Responsabilità, collaborazione, valorizzazione”

Unioncamere: Carlo Sangalli è il nuovo presidente

Cambio ai vertici di Unioncamere. Carlo Sangalli prende il posto di Ivan Lo Bello alla presidenza dell’Unione delle Camere di Commercio.

Sangalli, già presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, è stato eletto dai presidenti delle Camere di Commercio italiane, riuniti a Roma in occasione dell’Assemblea di Unioncamere.

“Lascio un sistema profondamente rinnovato – ha affermato Lo Bello – con compiti chiari e funzioni strategiche per la crescita del sistema produttivo. Lo lascio in ottime mani e questo mi rende ancora più orgoglioso degli sforzi compiuti”. Lo Bello ha rimarcato le grandi capacità del suo successore, “un uomo in grado di lavorare con determinazione – ha detto – aggregando e coinvolgendo le energie migliori del sistema per portare a compimento la riforma delle Camere di commercio”.

“Ringrazio i colleghi che mi hanno dato fiducia”- ha dichiarato Sangalli – “e ringrazio il presidente Lo Bello e la sua squadra per il lavoro fatto in questi anni. Insieme ai presidenti delle Camere di commercio e a tutte le donne e gli uomini che quotidianamente lavorano nel sistema camerale ci impegneremo per lo sviluppo delle nostre imprese ed il rafforzamento del Sistema Paese”.

Nel corso del suo intervento, Sangalli ha sottolineato l’importanza di poter contare su una squadra valida e coesa. “Sarà una presidenza di garanzia e finalizzata a completare e rivedere la riforma – ha spiegato -coinvolgendo direttamente le Camere di commercio”.

Il neo presidente ha poi indicato le parole chiave della sua presidenza: responsabilità, collaborazione, valorizzazione. “Responsabilità, per intercettare le esigenze e rispondere alle aspettative dei territori; collaborazione con tutti i soggetti che possono incidere sullo sviluppo del sistema produttivo, a partire dalle associazioni datoriali, dalle Regioni, dal sistema formativo e delle Università, dai centri di ricerca, dalle fondazioni culturali; valorizzazione delle eccellenze del nostro Paese, a cominciare dal Made in Italy, dalle produzioni agroalimentari, all’artigianato di qualità, al turismo”.

 

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