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Unioncamere: 3 imprese su 5 indietro su tecnologie 4.0

Le piccole e medie imprese italiane faticano a percorrere la strada dello sviluppo digitale: il 60% afferma di trovarsi nelle fasi iniziali del processo di digitalizzazione, mentre solo il 10% può essere considerato consapevole delle opportunità dell’industria digitale. Gli imprenditori più esperti sono quelli del Nord est e Nord ovest

Unioncamere: 3 imprese su 5 indietro su tecnologie 4.0

Le piccole e medie imprese sono state chiamate alla digitalizzazione, ma secondo gli ultimi dati diffusi da Unioncamere solo 2 imprese su 5 hanno risposto prontamente all’appello.

L’ultima era digitale è quella dell’industria 4.0 in cui mix tecnologico di robotica, sensori, oggetti connessi alla rete internet interverrà nella gestione dell’azienda e dei nuovi modelli produttivi.

In Italia è stata realizzata una rete di 88 “Punti impresa digitale” (Pid) da parte delle Camere di commercio con l’obiettivo di rendere le piccole e medie imprese più coscienti delle opportunità di crescita legate ai cambiamenti innescati dalla digitalizzazione. I Pid sono intervenuti in supporto di oltre 30mila imprenditori nella familiarizzazione con i vantaggi delle tecnologie 4.0, mentre oltre 20mila hanno partecipato ai corsi e agli eventi tematici organizzati dai Pid.

Quasi 8mila imprese hanno, invece, misurato online gratuitamente la propria maturità digitale con il test di autovalutazione SELFI4.0. Il risultato dell’autovalutazione mostra che “tre imprese su cinque sono ancora in uno stadio iniziale di digitalizzazione. Per questo è importante l’azione di sensibilizzazione che svolgiamo attraverso i Pid per il passaggio al 4.0. A un anno e mezzo di avvio delle attività i numeri evidenziano, da un lato, il forte interesse delle imprese verso queste tematiche e, dall’altro, il ruolo conquistato sul campo da questa rete divenuta in poco tempo un punto di riferimento autorevole sul territorio al fianco degli imprenditori”, come ha spiegato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli.

A far arrancare lo sviluppo digitale delle piccole e medie imprese è soprattutto l’assenza di figure preparate, capaci di introdurle nell’era della quarta rivoluzione industriale. Per questo motivo Unioncamere ha individuato un sistema per la certificazione delle competenze dei manager dell’innovazione digitale, cioè professionisti che assicurano all’impresa la diffusione di un pensiero innovativo, il cambiamento dei processi in chiave impresa 4.0, la realizzazione di “modelli di business” in chiave 4.0.

L’Italia delle piccole e medie imprese fotografa un paese in cui la loro maturità digitale è ancora acerba: il 60% delle imprese si colloca nelle prime fasi del processo di digitalizzazione e di adozione delle più moderne tecnologie, mentre il 30% ha intrapreso il cammino verso la digitalizzazione e solo il 10% può essere realmente considerato consapevole delle opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale.

Nel dettaglio, dai 7.808 test auto-valutativi eseguiti dalle imprese: l’11% si dice esordiente, perché legato a una gestione ancora tradizionale dell’informazione e dei processi; il 49% si dice apprendista e riguarda quelle aziende che utilizzano gli strumenti digitali di base; il 30% si classifica come specialista, cioè con una buona parte dei processi di digitalizzazione avviati; il 7% è esperto poiché applica con successo i principi dell’Impresa 4.0; mentre solo il 3% si inserisce all’interno della categoria campione, che comprende le imprese con una buona digitalizzazione dei processi e ricorso a tecnologie 4.0.

La mappa della maturità digitale delle imprese sottolinea la distanza tra Nord e Sud del Paese e spiega come gli imprenditori del Nord est e del Nord ovest siano i più avanti nel processo di digitalizzazione, in particolare quelli del Trentino Alto Adige. Il 70% degli imprenditori del Sud invece si trova ancora nella fase iniziale del processo.

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