Condividi

Unicredit: l’ad Ghizzoni s’è dimesso, non ha più la fiducia del Cda

Federico Ghizzoni, l’ad di Unicredit, non ha più la più fiducia del cda e s’è dimesso: è questo l’epilogo annunciato di una lunga situazione di crisi che ha finito per logorare il titolo che solo ieri ha riguadagnato terreno in Borsa –

Unicredit: l’ad Ghizzoni s’è dimesso, non ha più la fiducia del Cda

Parte ufficialmente la successione ai vertici di Unicredit. Il Cda di Piazza Cordusio ha incaricato il presidente Giuseppe Vita di avviare il processo di successione dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni. Dopo una carriera nella banca, 36 anni, e più di cinque da amministratore delegato, voluto dai soci al posto di Alessandro Profumo, Ghizzoni ha dato la propria disponibilità a definire la risoluzione del rapporto.

Epilogo annunciato e ben diverso dallo scorso 9 febbraio quando Federico Ghizzoni si presentò in conferenza stampa per la presentazione dei conti rassicurando sulla fiducia del cda nei suoi confronti. Una successione che era nell’aria da tempo ma che doveva trovare condizioni più mature. Oggi non solo Ghizzoni si portava sulle spalle un titolo in calo di oltre il 50% in un anno ma anche la difficoltà, in un clima di sfiducia da parte dei soci (alcuni dei quali pensavano all’avvicendamento ai vertici già da diversi mesi), di lanciare l’aumento di capitale di cui la banca ha bisogno per rafforzare il patrimonio e tranquillizzare i mercati.

“Nella seduta odierna – dice il gruppo nella nota diramata a fine consiglio – il Consiglio di Amministrazione di UniCredit e Federico Ghizzoni hanno constatato che sono maturate le condizioni per un avvicendamento al vertice del Gruppo”. Ghizzoni che ora dovrà definire un’ipotesi di accordo per la risoluzione del rapporto si è comunque impegnato a mantenere le proprie funzioni sino alla nomina del suo successore, supportandolo poi, adeguatamente, nella opportuna fase di transizione.

L’obiettivo è comunque ridurre al minimo i tempi del ricambio manageriale. Il comitato governance e nomine, che fornisce pareri al board per la nomina dell’ad, e quello remunerazione sono già stati convocati per il primo di giugno, in vista del cda in agenda il 9 giugno che potrebbe già essere quello buono per la nomina del successore. Sul fronte dei cacciatori di teste, la partita di gioca tra Egon Zhender, Spencer Stuart, Russel Reynolds o Korn Ferry.

Ma il mercato è il miglior procacciatore di possibili successori: già da giorni circolano i nomi dei principali candidati, tra cui in prima linea Marco Morelli (Bofa-Merrill Lynch), Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), Alberto Nagel (Mediobanca) e Andrea Orcel (Ubs) e Jean Pierre Mustier. Il profilo è quello di un banchiere dall’esperienza internazionale, in buoni rapporti con il mercato ed esperto in organizzazioni complesse.

Da lì si ripartirà con il nuovo piano industriale che potrebbe prevedere la cessione di redditizi asset come Fineco e Bank Pekao (ma c’è chi non esclude Hvb) per compensare lo sforzo di un aumento di capitale fortemente diluvio per gli attuali azionisti. In Borsa il titolo Unicredit ha guadagnato oggi più del 4% in vista del ribaltone al vertice.

Commenta