Condividi

Unicredit-Intesa Sanpaolo: liquidità necessaria, ma insufficiente a ridurre il costo sul credito

Nicastro di Unicredit e Beltratti di Intesa Sanpaolo hanno espresso perplessità sulle reali potenzialità del prestito Bce nel ridurre il costo del credito in Italia. Gli istituti hanno partecipato all’asta rispettivamente per 7,5 e 12 miliardi di euro.

Unicredit-Intesa Sanpaolo: liquidità necessaria, ma insufficiente a ridurre il costo sul credito

“In questo momento la cosa importante è ripristinare le condizioni di liquidità per il tessuto produttivo, dando supporto alle imprese e alle famiglie”. Sono queste le parole rilasciate in un’intervista a La Stampa dal direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro, in riferimento all’utilizzo del denaro proveniente dalla maxi-asta Bce realizzata ieri. Nicastro ha inoltre espresso le sue perplessità sulle reali potenzialità del prestito nel ridurre il costo del credito in Italia.
Della stessa opinione anche Andrea Beltratti, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. “L’operazione – spiega – è stata concepita, presentata e realizzata principalmente per ridurre i rischi di razionamento del credito all’economia e favorire l’uscita dalla fase recessiva, ma solo con un allentamento duraturo degli spread sarà possibile ridurre strutturalmente il costo del credito”.

Unicredit e Intesa Sanpaolo, hanno partecipato all’asta rispettivamente per 7,5 e 12 miliardi di euro. Sono state però tutte le maggiori banche italiane ad aver approfittato dell’opportunità europea a basso prezzo, per un totale di 116 miliardi di euro ed una quota del 23,7% dei fondi collocati.

Tra i maggiori istituti di credito, spicca anche il nome di Monte dei Paschi di Siena, che ha partecipato per 10 miliardi di euro.

In Italia l’operazione, realizzata attraverso l’emissione di bond garantiti dallo Stato per 40,4 miliardi, assume un significato ancor più rilevante: il Tesoro, infatti, dovrà piazzare più di 200 miliardi di titoli di Stato di debito pubblico nei primi quattro mesi del 2012 e non potrà che sfruttare al meglio le maggiori risorse in mano alle banche italiane.

La Banca centrale europea ha fornito, in totale, liquidità a tre anni, al tasso dell’1%, a 523 banche del vecchio continente, per un collocamento complessivo di 489 miliardi di euro.

I mercati europei, nell’immediato, non hanno però risposto entusiasticamente, con Piazza Affari che ha perso a fine giornata quasi l’1%.

Non pochi analisti hanno puntualizzato che una richiesta così forte di liquidità da parte delle banche non rappresenta di per sé un fatto positivo, ma testimonia, invece, le gravi diffcoltà in cui riversa l’intero comparto bancario.

Commenta