Contro l’emergenza-credito, da qui al 2015 arriveranno da Unicredit “40 miliardi di credito aggiuntivo alle imprese, più 35 alle famiglie”. Lo ha annunciato questa mattina l’amministratore delegato di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, presentando a Roma l’iniziativa “Unicredit per l’Italia”, che – in collaborazione con Confindustria e Rete Imprese Italia – prevede anche un piano per favorire l’internazionalizzazione di 15 mila imprese.
“Oggi – ha proseguito Ghizzoni – c’è un clima di diffidenza e forse anche un po’ di ostilità verso le banche”, per questo “abbiamo deciso di concentrarci sull’economia reale, restituendo enfasi al nostro ruolo di banca commerciale”. Poi una precisazione: “Siamo disposti a fare credito, ma non chiedeteci di lavorare in perdita: siamo un’impresa privata ed abbiamo diritto a fare profitto. Il credito deve essere fatto in maniera corretta ma anche selettiva”.
Nel dettaglio, i fondi stanziati da Unicredit in favore delle imprese sono suddivisi in questo modo: 7 miliardi per il rafforzamento patrimoniale, attraverso prodotti che facilitino la ricapitalizzazione e consentano di usufruire degli incentivi Ace; 12 miliardi a supporto diretto dell’innovazione e altri 21 miliardi per un piano che consenta di accelerare lo smobilizzo dei crediti verso la pubblica amministrazione. Nello specifico, Unicredit aumenterà del 50% il proprio livello di operatività per quanto riguarda l’anticipo fatture dei crediti delle imprese verso la Pa.
Soprattutto quest’ultimo punto ha incontrato l’approvazione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera: “Il ritardo nei pagamenti sia in capo al settore pubblico che al privato è intorno ai 100 miliardi, forse di più – ha sottolineato il ministro dallo stesso palco romano – Bisogna riportare in circolo quelle risorse. Non pagare per mesi e trimestri e, qualche volta, per un semestre, è un comportamento che sfiora la disonestà”.
Proprio dall’Esecutivo, Ghizzoni ha detto di non aspettarsi “favoritismi particolari”. Unicredit è disposta “a fare un sacrificio per sostenere questo Governo, ma chiediamo un quadro legislativo che ci consenta di lavorare in modo adeguato come impresa. Un sistema bancario che non fa profitto non consente all’economia di crescere”.