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Unicredit: il Tar respinge il ricorso di Banco Bpm contro la sospensione dell’offerta che resta congelata

In seguito alla decisione del Tar, l’offerta di Unicredit su Banco Bpm resta congelata. I vertici di Piazza Meda “Non cambia il contesto, ops ha una durata straordinaria” Il 9 luglio attesa decisione del tribunale amministrativo sul Golden power. Le fondazioni chiedono dialogo

Unicredit: il Tar respinge il ricorso di Banco Bpm contro la sospensione dell’offerta che resta congelata

Nuovo capitolo nella saga Unicredit-Banco Bpm. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Piazza Meda che chiedeva di revocare la delibera Consob che, lo scorso 21 maggio, ha sospeso per 30 giorni i termini dell’offerta pubblica di scambio volontaria presentata da Piazza Gae Aulenti su Banco Bpm. Lo stop dell’authority era legato alle “ulteriori informazioni e approfondimenti sul provvedimento Golden power” adottato dal Governo in merito all’offerta lanciata dalla banca guidata da Andrea Orcel.

Unicredit-Banco Bpm: la decisione del Tar

La decisione del Tar è arrivata giovedì, a due giorni di distanza dall’udienza in Tribunale. In base a quanto stabilito dalla seconda sezione quater del tribunale amministrativo, dunque, l’offerta rimarrà congelata e il termine resta fissato il 23 luglio, così come deciso dalla Consob su richiesta di Unicredit.

Banco Bpm aveva presentato ricorso al Tar chiedendo di revocare lo stop dell’Autorità, considerato un “provvedimento abnorme”. Piazza Meda sosteneva che l’eventualità che il governo imponesse prescrizioni nell’ambito della procedura di Golden power era già contemplata sin dall’annuncio dell’Ops e che quindi i paletti dell’Esecutivo non potessero essere considerati “un fatto nuovo” in grado di legittimare la sospensione dell’offerta. La Consob, da parte sua, aveva motivato la sua decisione di sospendere l’offerta con la “situazione di incertezza creatasi in relazione agli eventuali esiti” del confronto in corso tra Unicredit e il governo sulle prescrizioni dei poteri speciali non consentiva “ai destinatari” dell’offerta “di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta“.

La reazione di Banco Bpm

“Prendiamo atto della decisione del Tar, anche se per noi non cambia il contesto. Siamo ormai abituati da 7 mesi a non avere chiarezza sui tempi e sulle reali intenzioni dell’offerente su questa operazione”, affermano il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, e l’amministratore delegato, Giuseppe Castagna, in una dichiarazione congiunta.

“È innegabile  – continua la nota – che si tratta di un’ops che ha una durata straordinaria (circa 8 mesi), contro una media delle ultime operazioni di 5 mesi. Inoltre, a causa della passivity rule, limita significativamente la nostra necessaria flessibilità strategica in un momento decisivo per il riassetto del settore del credito”, si lamentano i vertici del Banco secondo cui l’offerta di Unicredit “continua a non essere conveniente per gli azionisti” in quanto “è nata senza premio e tale è rimasta”.

Il 9 luglio il Tar si esprime sul Golden power 

L’orizzonte adesso si sposta in avanti di qualche settimana. La data da segnare in rosso sul calendario è quella del 9 luglio, giorno in cui il Tar si esprimerà su un altro ricorso, stavolta presentato da Unicredit, contro il decreto Golden power del Governo.

Mercoledì, intervenendo a un evento di Goldman Sachs, il ceo di Unicredit Andrea Orcel ha detto che “Se non ci sarà chiarezza sul ’golden power’ da parte del governo ci tireremo indietro”, precisando che al momento l’offerta ha meno del 20% di possibilità di essere realizzata.

Per Unicredit è arrivato il tempo del dialogo per le operazioni di crescita per linee esterne in preparazione o già in corso. È l’opinione di Bruno Giordano, presidente di Cariverona, tra gli azionisti di riferimento della banca guidata da Andrea Orcel. Giordano, interpellato a margine del congresso Acri di Gorizia spiega che non sarebbe un dramma se non andassero in porto l’ops su Banco Bpm e l’idea di aggregazione con Commerzbank ma “penso che sia il momento in cui sarebbe meglio instaurare un percorso di dialogo, mi sembra che si stiano alzando sempre più dei muri e invece ci sarebbe bisogno di sederci tutti intorno a un tavolo, parlo in generale, e pensare alla strada migliore da percorrere tutti insieme”.
La Fondazione Cariverona ha poco più dell’1% del capitale della banca. In caso di ritiro dell’Ops su Banco Bpm e di disimpegno dalla Commerzbank “non penso che succeda niente di grave ad UniCredit perché Orcel lo aveva messo in conto” spiega ancora Giordano che ai cronisti che gli chiedono se possano essere i soci della banca a svolgere il ruolo di pontieri per il dialogo, lo esclude. “Penso che siano tutte persone in grado di gestire da sole queste questioni complicate; da situazioni come queste non può mai nascere niente di positivo quindi mi auguro che arrivino a un punto di incontro e a una situazione di dialogo”.

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