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Ue boccia di nuovo l’Italia: ultima per crescita e con defict al 2,9%

La Commissione europea corregge i conti dell’Italia stimando che nel 2019 il deficit salirà al 2,9% del Pil (e non solo al 2,4%), che il debito pubblico resterà al 131% e che la crescita economica italiana sarà la più bassa del Vecchio continente – Tria: “Défaillance tecnica di Bruxelles a causa di un’analisi non attenta e parziale della manovra”

Ue boccia di nuovo l’Italia: ultima per crescita e con defict al 2,9%

La Commissione europea lancia l’allarme sui conti pubblici italiani, di fatto bocciando la legge di Bilancio del governo gialloverde. Nel rapporto di previsione pubblicato oggi, l’Esecutivo comunitario scrive che la crescita dell’economia italiana è a rischio e che l’aumento della spesa pubblica “può dimostrarsi meno efficace, con un impatto più basso sulla crescita”. Non solo: il rapporto deficit/Pil è destinato a peggiorare sia in termini nominali che strutturali, mentre il debito non accennerà a calare.

“Una ripresa delle esportazioni e una spesa pubblica più alta sosterranno la crescita moderatamente – scrive la Commissione – tuttavia l’aumento del deficit pubblico accoppiato con tassi di interesse più alti e rischi di peggioramento della situazione economica mettono a rischio la riduzione dell’alto debito pubblico”.

Nel dettaglio, ora Bruxelles si aspetta che il deficit/Pil strutturale – cioè al netto del ciclo economico e delle misure una tantum – peggiorerà nel 2019, passando dall’1,8% di quest’anno al 3%, per arrivare addirittura al 3,5% nel 2020. In sostanza, il dato rischia di raddoppiare nel giro di due anni.

Secondo il ministro del Tesoro italiano, Giovanni Tria, “le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del Governo italiano e derivano da un’analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio (DPB), della legge di bilancio e dell’andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall’Italia. Ci dispiace constatare questa défaillance tecnica della Commissione, che non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il Governo italiano. Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il Governo, quindi, è impegnato a rispettare”.

In ogni caso, secondo le regole europee, l’Italia dovrebbe ridurre dello 0,6% il Deficit/Pil strutturale l’anno prossimo. Se il Governo non cambierà i saldi della manovra per rispettare i patti, il 21 novembre l’Europa avvierà l’iter che fra dicembre e gennaio porterà all’apertura di una procedura d’infrazione contro il nostro Paese per violazione della regola sulla riduzione del debito.

“Le regole vanno rispettate e insieme al governo italiano lavoriamo con spirito del dialogo”, ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche.

Quanto al deficit/Pil italiano, secondo la Commissione nel 2019 salirà a quota 2,9%, per poi sforare il parametro di Maastricht del 3% l’anno successivo, arrivando al 3,1%. In questo modo l’Italia si renderebbe colpevole di un’altra violazione. D’altra parte, la differenza con le stime del governo italiano è ampia: secondo l’Esecutivo gialloverde, il deficit/Pil si fermerà al 2,4% nel 2018 e al 2,1% nel 2019. Il 2018 per la Commissione europea si chiuderà all’1,9% mentre per il governo all’1,8%.

Sul versante della crescita, la Commissione ha ridotto la stima sull’andamento del Pil italiano nel 2019, portandola dall’1,3% stimato a metà luglio all’1,2%, il dato più basso in Europa. Nel 2020 si prevede un +1,3%, contro il +1,5% stimato dal Governo.

Infine, il debito/Pil: per Bruxelles alla fine di quest’anno si attesterà al 131,1%, nel 2019 al 131% e l’anno successivo di nuovo al 131,1%. Il Governo stima invece rispettivamente 130,9%, 130%, 128,1%.

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