Condividi

Ubs ricompra 3 miliardi di bond emessi prima dell’acquisto di Credit Suisse. Savoir-faire o convenienza?

A pochi giorni dalla loro emissione, l’istituto elvetico guidato dal ceo Ralph Hamers, vuole ricomprare bond con cedole sostanziose. Ecco cosa dicono gli analisti

Ubs ricompra 3 miliardi di bond emessi prima dell’acquisto di Credit Suisse. Savoir-faire o convenienza?

L’istituto di credito svizzero Ubs, che nel weekend ha acquistato Credit Suisse per 3 miliardi di franchi svizzeri, ha lanciato un’operazione per il riacquisto dei propri bond, per un valore di 2,75 miliardi di euro, che erano stati emessi solo venerdì scorso, il 17 marzo.
L’invito di Ubs si rivolge, come dice in una nota emessa sul portale dei Six, la Borsa di Zurigo, ai detentori dei titoli a tasso fisso da 1,5 miliardi di euro al 4,625% con scadenza marzo 2028 e dei titoli a tasso fisso da 1,25 miliardi di euro al 4,750% con scadenza marzo 2032, entrambi emessi il 17 marzo 2023.
Il prezzo che Ubs intende pagare sarà, nel caso delle obbligazioni con scadenza marzo 2028 del 99,932% e nel caso delle obbligazioni con scadenza marzo 2032 del 99,518%. Ubs cioè vuole riacquistare i bond al prezzo al quale sono state collocate piuttosto che ai prezzi di mercato, più alti.
L’offerta ha inizio mercoledì 22 marzo 2023 e scade martedì 28 marzo 2023 (Early Expiration Deadline), mentre il Termine di Scadenza Finale (Final Expiration Deadline) è il 4 aprile 2023.

Le ragioni della mossa: viste da Ubs e viste dal mercato

Il gruppo guidato dal ceo Ralph Hamers, ha spiegato nella nota, che l’operazione è stata promossa “come risultato di una gestione prudente degli ultimi sviluppi e per confermare l’impegno di lungo termine dell’emittente verso i suoi investitori”, facendo riferimento all’operazione di fusione con Credit Suisse, che ha visto azzerare 16 miliardi di bond subordinati At1 della banca elvetica in difficoltà.
Ma altri interpretano la mossa piuttosto come un’azione muscolare: “Ubs giustifica la corporate action come un atto di garbo istituzionale ai propri investitori i quali si sono ritrovati a dover sopportare nuovi rischi dopo l’assorbimento di CS” dice Giacomo Alessi, strategist indipendente. “Io, più maliziosamente, credo che ora non abbiano più bisogno di quei bond e che quindi si risparmiano volentieri il pagamento di quelle cedole sostanziose. Richiamare 2,75 miliardi dopo pochissimi giorni dall’emissione, significa non avere nessun dubbio sulla raccolta futura. Ed è anche plausibile che a seguito dell’assorbimento di Credit Suisse siano cambiati i livelli di Mrel e che i due bond non siano più necessari”. Il Mrel (Minimum requirement for own funds and eligible liabilities) è un requisito introdotto dalla direttiva europea sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD), il cui obiettivo è assicurare il buon funzionamento del meccanismo del bail-in, aumentando la capacità di assorbimento delle perdite della banca.
“Direi che questo è quasi divertente questa situazione, visto che (le obbligazioni) sono state emesse così di recente, ma in generale ha senso” dice Jerome Legras, responsabile della ricerca presso Axiom Alternative Investments. “Stanno cercando di essere amichevoli con gli investitori che hanno acquistato poco prima del pasticcio”.

Quanto hanno guadagnato gli asset Ubs dopo l’operazione Credit Suisse?

Dal suo salvataggio del Credit Suisse sostenuto dal governo, UBS ha visto il valore delle sue azioni e obbligazioni sull’ottovolante. Il titolo UBS è sceso fino al 17% dopo l’apertura dei mercati lunedì, per poi chiudere il giorno successivo con un rialzo del 35% rispetto a quei minimi. Stamane le azioni Ubs sono scese dello 0,3% a 19,35 franchi svizzeri, dopo essere salite fino al 3,6% nei primi scambi.
Il rendimento del suo bond 7% Additional Tier (AT1) in dollari è balzato di un punto al livello record del 29,8% da meno del 10% solo una settimana fa, secondo Tradeweb data. Oggi si attesta intorno al 18%.

Commenta