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Tv, la Rai è ancora la più vista ma Sky è regina di utili

Il rapporto Mediobanca sui 5 principali network italiani mette in luce il calo di telesepttatori sotto i 10 milioni al giorno e il boom di abbonati per le piattaforme a pagamento, Neflix su tutte. La Tv pubblica conserva però il primato di ascolti ma è anche la più indebitata dopo la riduzione del canone – Mediaset è la più internazionale grazie alla Spagna e la più solida dal punto di vista finanziario

Tv, la Rai è ancora la più vista ma Sky è regina di utili

Tre operatori valgono da soli il 90% dei ricavi totali della TV italiana. Parliamo, ovviamente, di Rai, Mediaset e Sky che si dividono equamente il primo gradino del podio in tre “speciali” categorie attraverso le quali Mediobanca fornisce una panoramica dell’universo televisivo italiano: Mediaset conquista il primato per i ricavi – ma con l’aiuto della sua controllata spagnola – Sky è quella che macina più utili, i canali Rai rimangono i più visti in assoluto.

Questi i dati principali della nuova edizione del Focus TV presentato dall’Area Studi Mediobanca che analizza le dinamiche dei cinque principali operatori televisivi italiani nel periodo 2013-2017.

LA TV ITALIANA: LA CLASSIFICA DEI RICAVI

Nel 2017, il giro d’affari dei 5 principali gruppi televisivi italiani ammonta a 9,4 miliardi di euro, in calo dell’1,4% rispetto al 2015, ma in rialzo del 3,5% rispetto al 2013.

A fare la parte del leone, come detto, sono Rai, Mediaset e Sky Italia che generano il 90% dei ricavi totali.

Nel dettaglio, Mediaset ha registrato un fatturato annuo di 3,6 miliardi di euro (-0,8% sul 2016), di cui 1,1 miliardi in Spagna. Al secondo posto “in classifica” si piazza Sky Italia, con un fatturato di 2,8 miliardi (+2,1). Sull’ultimo gradino del podio c’è la Rai con 2,6 miliardi di euro, in calo del -6,6% complice la riduzione del canone. seguono Discovery Italia (244 milioni, +9,9%) e La7 (99 milioni, -3,9%).

GLI ALTRI PARAMETRI ECONOMICI

Allargando l’orizzonte d’analisi, dal 2013 al 2017 questi 5 grandi gruppi hanno accumulato perdite nette per 321 milioni, chiudendo in utile solo il 2017. Solo due operatori sono riusciti a centrare l’utile nell’intero periodo: Sky con 118 milioni e Discovery con 31 milioni. Perdita di 214 milioni invece per la Rai.

Per quanto riguarda la redditività industriale il quadro d’insieme segnala una ripresa, con tutti gli operatori in miglioramento nel 2013-2017. Il migliore è Discovery Italia che ha registrato nel 2017 l’ebit margin più elevato (14,2%, in aumento di +1,9% sul 2013), seguono Mediaset (9%, +1,5%.), Sky Italia (6%, +4,8%) e Rai (3,4%, +0,3%). Fa peggio La7, che presenta ancora un’incidenza negativa, ma in forte miglioramento nel 2013-2017 (+42,9 %).

Sul fronte patrimoniale, sottolinea Mediobanca, “il rapporto debiti finanziari/capitale netto scende dal 74,1% del 2013 al 70,9% del 2017. Tra i tre maggiori operatori televisivi italiani Mediaset registra la migliore solidità finanziaria (67,1% nel 2017). Seguono Sky Italia (89,9%) e Rai (92,5%). Meglio di tutti La7 e Discovery Italia che non hanno debiti finanziari nel 2017”.

IL CANONE RAI

Il Focus Tv di Mediobanca sottolinea come, dopo la riduzione dell’importo e l’inserimento del canone in boletta stabiliti dal Governo Renzi nel 2016, il costo dell’abbonamento alla Tv pubblica risulta inferiore (e di parecchio) rispetto ai canoni richiesti negli altri Paesi.

Nel dettaglio, in Italia si spendono 90 euro l’anno (-20,7% rispetto al 2013), in Germania sono più del doppio (210 euro l’anno). Più esosi anche i canoni di Regno Unito (169,6 euro) e Francia (139 euro).

Attenzione però: i 90 euro annui che spendiamo per il canone non vanno tutti alla Rai, che ne incassa 74,73. “Tale percentuale – sottolinea l’Area Studi di Mediobanca – è di gran lunga inferiore a quella dei maggiori Paesi europei: Germania e UK (entrambi 98%) e Francia (96%)”.

Dove va il restoo? Lo trattiene lo Stato: 15,27 euro per abbonamento per un totale di 340 milioni di euro.

LE TV PIÙ VISTE

Dal punto di vista degli ascolti, lo studio – basandosi sui dati Auditel – sottolinea come il pubblico italiano della tv tradizionale nel 2017 sia sceso per la prima volta sotto i 10 milioni di telespettatori giornalieri, un dato che dovrebbe far riflettere sul futuro. Soprattutto perché a far da contraltare c’è il balzo degli abbonati sulle piattaforme a pagamento, Neftlix su tutte.

Per quanto riguarda invece le tv generaliste: il 2017 si è chiuso con una crescita dei telespettatori per Sky e Discovery italia, rispettivamente +2,2% e +1,3%, e con un calo per Rai (-2,9%) e Mediaset (-1,9%). Nonostante ciò la tv pubblica si conferma l’emittente più seguita dagli italiani, raggiungendo il 36,5% di quote di ascolto nel giorno medio nel 2017. Seguono Mediaset (31,3%), Sky Italia (8,4%), Discovery Italia (6,9%) e La7 (3,4%).

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