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Tv, è iniziata la fine del digitale terrestre. Ecco i nuovi scenari anche per le torri

La Ue ha avvitato la road map per la riassegnazione delle frequenze 700 Mhz. Andrà a regime entro il giugno 2020. Scatta ora la corsa al 5G, alle connessioni da mobile sempre più veloci e si aprono spazi per l’Internet of things e le città intelligenti. Per la Tv si aprono nuovi scenari, il segnale arriverà con altri apparati. E le torri? Torna di attualità il polo unico Mediaset-EiTowers e Rai-Rai Way. Tutto si intreccia con la grande partita Vivendi-Mediaset, ma il governo…..

La notizia è passata pressoché inosservata: la scorsa settimana è stata diffusa la road map secondo la quale gli Stati membri della Comunità Europea dovranno dare il via al piano di riassegnazione delle frequenze pregiate intorno ai 700 Mhz e consentire quindi  lo sviluppo di servizi digitali innovativi: anzitutto il 5G, e poi l’Internet delle cose (IOT), le città intelligenti, la domotica, la robotica avanzata e quant’altro si affaccia nel futuro tecnologico.

Le tappe sono le seguenti: entro la prossima primavera il Parlamento e il Consiglio Europeo dovranno formalmente approvare il testo dell’accordo raggiunto lo scorso 14 dicembre, successivamente entro la fine di giugno del prossimo anno ogni singolo Paese dovrà elaborare e specificare tempi e modi della propria transizione che andrà a regime entro il giugno del 2020, salvo proroghe che potranno essere concesse in particolari casi. Per il mondo broadcast significa molto semplicemente l’inizio della fine del Digitale terrestre e l’avvio di un nuovo modello di distribuzione dei segnali radio e Tv con altri apparati e tecnologie. Le antenne, così come oggi le vediamo sulle nostre abitazioni, potrebbero presto sparire per lasciare spazio ad altre modalità di ricezione. Dovunque, la richiesta di connessione dati in movimento è in crescita costante. L’utilizzo di device mobili, smartphone e tablet, per la ricezione tv è una realtà consolidata e presto tutto questo sarà possibile attraverso la connessione a 5G. Inoltre, secondo quanto ha evidenziato la Commissione europea, nei prossimi 3 anni tutto il traffico Internet in mobilità potrebbe crescere di otto volte rispetto a quello attuale ed è proprio per tale necessità che si rende necessario liberare banda di trasmissione.

Ed è proprio in tale contesto che si intrecciano due dossier che in questo periodo sono al centro delle cronache finanziarie: la complessa trattativa in corso tra i francesi di Vivendi e Mediaset e il possibile polo delle torri. Appare evidente che si tratta di partite diverse ma contigue e complementari. La prima si riferisce alle prospettive di creazione di un grande polo europeo multimediale in grado di gestire contestualmente contenuti audiovisivi e piattaforme di distribuzione. La seconda, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, riguarda una logica di politica industriale che necessita di razionalità ad efficienza nel sistema dei segnali radiotelevisivi. Su questo punto sembra che non ci siano disaccordi, a partire dal sottosegretario alle Tlc, Giacomelli, che in diverse occasioni ha espresso chiaramente il suo parere. Sul versante Mediaset e della sua Società di gestione delle torri, Ei Towers, non sembrano esserci dubbi: il polo “prima o poi si dovrà fare” mentre sul versante di Rai Way tutto è fermo a quando venne formalmente respinta l’OPA. La posizione è nota: ci sono dei vincoli di legge in vigore che determinano le quote societarie e fintanto che le carte in tavola sono ferme tutto rimane invariato. Ci sono, però, due significative novità: la prima si riferisce ad una opinione che gira in ambienti economici istituzionali dove si parla della riduzione della quota di presenza pubblica nel capitale societario che, qualora avvenisse, potrebbe consentire la riapertura dei giochi; la seconda novità in un certo qual modo potrebbe ricondurre alla precedente e si riferisce al nuovo CdA di Rai Way in carica dopo la prossima Assemblea degli azionisti, prevista a fine aprile, che potrebbe avere come mandato rilevante proprio le trattativa verso una possibile fusione con Ei Towers.

E qui torniamo a considerazioni già scritte su questo giornale: oltralpe, da tempo e in diversi settori, sembrano particolarmente attivi nello shopping finanziario nel nostro Paese. Il grande  mercato delle Tlc dove avviene tutto questo appare particolarmente ricco e promettente, vedi, ad esempio, la banda larga. Come nella fisica, anche nella finanza il vuoto non esiste: laddove c’è spazio qualcuno lo occupa. Vincent Bollorè, CEO di Vivendi, oltre la partita azionaria, ha forse puntato alle vantaggiose ricadute che potrebbero esserci sul fronte delle torri qualora l’operazione andasse in porto. Telecom, attraverso Inwit, fa parte del gioco e la stessa Ei Tower, sempre che tutto possa procedere (siamo sempre in attesa del verdetto AGCOM sulle posizioni dominanti) potrebbe trovare nuove energie per tornare alla carica, magari incontrando uno scenario legislativo più favorevole nel caso, sul versante Rai Way, si venissero a creare condizioni diverse.

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