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Tutti pazzi per l’Etf FLeveraged Ftse Mib: ritornano gli investitori internazionali

L’Etf di Lyxor che replica e amplifica i rialzi del principale indice di Piazza Affari ha guadagnato nell’ultimo mese il 30,1% – Anche oggi è stato tra i titoli più scambiati per un controvalore di oltre 22 milioni – Meno rischi e valutazioni attraenti: tornano gli investitori internazionali – Ripresa guidata dalle banche, Btp in concorrenza con la Borsa

Tutti pazzi per l’Etf FLeveraged Ftse Mib: ritornano gli investitori internazionali

E ora tutti vogliono Piazza Affari. Complice l’effetto Draghi e i segnali di ripresa negli Usa, sono tornati gli acquisti degli investitori sul listino milanese. Nell’ultimo mese la ripresa è del 14,51%. E per molti esperti è destinata a durare. Anzi. Il Ftse Mib potrebbe persino sorprendere. Un segnale che il sentiment è cambiato e che in molti stanno scommettendo sulla ripresa della Borsa di Milano è il rally degli Etf a leva sul Ftse Mib. Nell’ultimo mese l’Rbs Leveraged Ftse Mib Monthly è salito del 31,34% e sale oggi del 3,65%: l’Etf replica su base mensile il doppio della performance del Ftse Mib. O dell’Etfx Ftse Mib Leveraged (2x) fund che replica su base giornaliera il doppio della performance dell’indice del Ftse Mib di Milano: + 30,17% nell’ultimo mese e oggi è in salita del 3,55%.

MENO RISCHI E VALUTAZIONI ATTRAENTI, TORNANO GLI INVESTITORI INTERNAZIONALI

Per Stefano Andreani, gestore azionario di Crédit Suisse, “il cambio di Governo e l’intervento della Bce attraverso il Ltro (il rifinanziamento senza limiti a 36 mesi all’1%, ndr) hanno cambiato lo scenario in modo evidente”. E così molti dei rischi che preoccupavano gli investitori internazionali vengono meno, a partire dal rifinanziamento dei bond in scadenza per le banche nel 2012 e nel 2013. “Vediamo i primi upgrade sugli utili delle banche per effetto del carry trade e del repricing dei prestiti, elemento fondamentale per un miglioramento strutturale della profittabilità da non sottovalutare – spiega Andreani -. Ciò che ancora oggi è difficile valutare è l’impatto della manovra fiscale sulla crescita, che potrebbe pesare sul costo del credito e quindi di nuovo sugli utili. Su questo fronte tuttavia si deve considerare che una fase recessiva è comunque ormai prevista dal mercato e i recenti sviluppi a livello macroeconomico segnalano una fase di ripresa a livello globale che avrà effetto anche sull’economia domestica”.

Dopo la recente manovra del governo si è poi ridotto il rischio legato a cambiamenti normativi. Il che si aggiunge a basse valutazioni del listino. “Che sono estremamente attraenti anche per investitori value, nonché per strategie di crescita inorganica da parte di società estere – rileva Andreani – Da non sottovalutare il posizionamento degli investitori ancora molto scarichi di titoli italiani e sempre più “nervosi” vista la performance molto buona che il mercato domestico sta offrendo. Su questo fronte c’è ancora moltissimo spazio per una normalizzazione”.

Dice Marco Scherer, gestore di Dws (Deutsche Bank): “Nei prossimi mesi il listino sarà innanzitutto influenzato dal supporto al debito italiano al mercato dei bond governativi sia da parte del programma Ltro sia dal consolidamento dei conti pubblici. Un ulteriore declino dei rendimenti dei bond sovrani italiani supporterà il trend positivo sul mercato azionario. L’interesse internazionale sul mercato azionario italiano sarà poi stimolato da ulteriori miglioramenti nella ristrutturazione le condizioni economiche dell’Italia (come per esempio il mercato del lavoro, le privatizzazioni e la riduzione della burocrazia)”.

LA RIPRESA È GUIDATA DALLE BANCHE, I BTP FANNO CONCORRENZA AL LISTINO

“C’è stato un ritorno di interesse sui mercati azionari – conferma anche Massimo Cavalli, responsabile del mercato azionario di Allianz Global Investors – in caso di default della Grecia non ci attendiamo un nuovo crollo ma bisogna capire come sarà affrontata la situazione e poi anche la questione Portogallo. A guidare la ripresa saranno le banche ma anche i titoli industriali con forte esposizione sui mercati internazionali, quali Usa, Asia, e Australia, aiutati dall’indebolimento dell’euro, escluse però le società esposte a consumi discrezionali. Dopo il recupero degli ultimi tempi, per le banche crediamo ci sia ancora un po’ di spazio di apprezzamento”. Ma è bene non farsi prendere dall’entusiasmo generalizzato su tutti i titoli bancari. “Quando ci sono i movimenti di recupero vengono premiati tutti i titoli senza fare distinguo – dice Cavalli – le banche dovrebbero beneficiare dell’allentamento dello spread ma il comparto risentirà del settore europeo dove sono necessari aumenti di capitale e in questo scenario economico gli accantonamenti sui crediti torneranno a crescere”. Già perché da tenere d’occhio è anche l’andamento economico dell’Italia che per molti darà luogo a una recessione attorno al -1%. E dovremo capire con che intensità si verificherà.

Rileva anche Mario Spreafico di Schroders: “E’ chiaro che contutto quello che è successo ci ritroveremo in recessione e che gli industriali lo hanno scontato. Oggi abbiamo una situazione opposta alla crisi del 2008/2009: allora la priorità era la salvaguardia del sistema bancario e dell’ economia reale, non c’era il rischio Stati. Oggi la priorità è la preservazione degli Stati, poi le banche e quindi purtroppo ne fa le spese l’economia reale”. Anche perché la poca scelta in ambito industriale del nostro listino non aiuta a fare breccia negli investitori internazionali. ”La percezione dei mercati internazionali – dice Spreafico – è vedere l’Eurozona come un blocco: quando viene aumentato l’azionario sono privilegiati quei mercati ritenuti più liquidi e meno esposti come Germania e Francia. Ma questo alla fine diventa un’anomalia perché ora abbiamo titoli industriali tedeschi molto cari”. L’inaspettata velocità di ripresa dei Btp e la consapevolezza che si era esagerato sta riportando il mercato verso livelli di equilibrio, con la ripresa guidata dalle banche, ma gli acquisti torneranno anche sul resto del listino? “In Italia – dice Spreafico – quello che può fare concorrenza al mercato azionario, escluse le banche, è il mercato del debito che offre ancora rendimenti interessanti. Le utilities per esempio sono sempre state comprate per i loro dividendi ma ora hanno la concorrenza dei Btp”.

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