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Turchia e Russia affondano le Borse

Mosca lascia sul campo oltre il 3%, Istanbul lo sfiora – Perdono tutti i settori ma il più colpito è il lusso: forti realizzi su Lvmh e Burberry a Parigi e Londra ma anche su Ferragamo e Moncler a Milano – Il balzo del petrolio aiuta gli energetici – Penalizzata Autogrill, legata agli aeroporti – Grandi manovre in Telecom Italia alla vigilia del Cda

Turchia e Russia affondano le Borse

Il Pil americano del terzo trimestre è salito del 2,1%, perfettamente in linea con le attese.
L’indice Micex della Borsa di Mosca cade in ribasso del 3,2%, la Borsa di Istanbul scende del 2,9%, la lira turca perde l’1% nei confronti del dollaro. Piazza Affari chiude a -1,55%.

Cali moderati fra i titoli petroliferi: Eni scende dello 0,6%, Saipem -1,1%,  Tenaris -0,8% sostenuti dal balzo del petrolio : +3,5% il Brent a 46,41 dollari e +3,45% il Wti a 43,19 dollari.

Tutte le società del Lusso sono colpite dalle vendite dopo le notizie dalla Turchia. 
A Parigi Lvmh scende del 5,2%, a Londra Burberry perde il 3,5%.

Ferragamo arretra del 4,1%. Gli analisti di Nomura in uno studio sul settore lusso hanno tagliato stamane il target price di Ferragamo a 24 euro dal precedente target di 27,8 euro, confermando il giudizio Neutral.

In frenata Tod’s -3,4%. Stamattina Nomura ha preso posizione sull’acquisizione di Roger Vivier: la raccomandazione scende a Reduce da Neutral. Anche per SocGen il titolo è da vendere, con giudizio Sell, target price che scende a 73 euro da 75 euro.

Moncler -4,3%, Luxottica -3,5%. 

Autogrill, che realizza metà del fatturato con la ristorazione negli aeroporti americani, scende del 3,2%. 

Fra i titoli finanziari, le perdite più consistenti sono nell’asset management. Anima -3,7%, Mediolanum -3,2%, Azimut -3,5%. 

Tra le banche Unicredit scende del 2,1%, Intesa -1,6%, Monte Paschi-2,5%. 

Perdite superiori al 2% anche per Banca   Pop.Milano -2,4%,  Ubi -2,3%, Pop.Emilia  -2,2%.

Generali
 arretra del 2,1%. 

Grandi manovre in Telecom Italia -2,6%  in vista del consiglio di domani, dedicato alla richiesta di Vivendi di proporre quattro suoi rappresentanti nel cda.

Ieri il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, ha parlato della quota del 20% in mano alla società presieduta da Vincent Bolloré dicendo che non  costituisce necessariamente una posizione dominante .

In un’audizione al Senato, avvenuta ieri sera a Borsa chiusa, l’amministratore delegato del gruppo, Marco Patuano ha dichiarato che dopo l’esito delle elezioni politiche in Argentina “siamo confidenti di riuscire a perfezionare la cessione di Telecom Argentina”. 

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