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Trump deve alle banche almeno 250 milioni

Secondo il Wall Street Journal, i creditori del candidato repubblicano alle primarie per la Casa Bianca sono per lo più società di piccole dimensioni

Trump deve alle banche almeno 250 milioni

Donald Trump deve alle banche almeno 250 milioni di dollari, un debito contratto per realizzare diversi progetti immobiliari. Lo scrive il Wall Street Journal, citando come fonte i documenti che attestano la posizione finanziaria del candidato alle primarie repubblicane per la Casa Bianca.

I creditori di Trump – prosegue il quotidiano americano – sono per lo più società di dimensioni ridotte, dalla Amboy Bank del New Jersey alla Ladder Capital Finance LLC, specializzata in operazioni di real estate.

Sempre secondo il Wsj, l’unico istituto con una massiccia presenza a Wall Street che continua a prestare soldi a Trump è Deutsche Bank. Dal 2012 il colosso tedesco ha concesso crediti al magnate per oltre 300 milioni di dollari. Più di recente, la Banca si è impegnata a prestare 170 milioni a Trump per contribuire alla ristrutturazione del vecchio palazzo delle Poste di Washington, che l’imprenditore sta trasformando in un albergo di lusso.

Al contrario, giganti di Wall Street come Citigroup, Goldman Sachs, JP Morgan Chase e Morgan Stanley hanno molto poco a che vedere con gli affari di Trump. Secondo alcuni banchieri – continua il Wsj – ciò si spiega in parte con il fatto che il tycoon ha rallentato sullo sviluppo di progetti immobiliari multimilionari, limitandosi a gestirli e riducendo quindi le sue necessità di credito.

Secondo Ivanka Trump, figlia di Donald, ad oggi il capitale del candidato repubblicano investito in progetti ancora in corso ammonta a un miliardo di dollari.  

Nei primi anni Duemila, la società quotata che gestiva i suoi casinò è rimasta schiacciata sotto debiti per 1,8 miliardi di dollari. A quel punto Ubs e Morgan Stanley consigliarono di ristrutturare il debito e contribuirono nel 2004 con un prestito da 500 milioni di dollari.

Scott Butera, ex banchiere di Ubs assunto da Trump per ristrutturare il business dei casinò, ricorda ancora la tensione fra la società e il gruppo di circa 30 creditori, incluse diverse banche. “Ma, nel bene e nel male, Wall Street ha la memoria corta – chiosa Butera, che oggi aiuta Trump nella corsa elettorale – e tutte le difficoltà che Donald ha incontrato, alla fine, si sono risolte”.

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