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Trimestrali Italia ok: non è solo merito dell’euro, ma ora serve la ripresa

In Europa trimestrali societarie solide e anche la corporate Italia tiene il passo – Frenano le revisioni delle stime al ribasso – Verso l’inversione di tendenza – Morgan Stanley: “Non è merito solo del cambio favorevole” – Martinale (Banca Intermobiliare): “Risultati abbastanza buoni. Ma senza ripresa economica questi livelli di Borsa non sono sostenibili”.

Trimestrali Italia ok: non è solo merito dell’euro, ma ora serve la ripresa

Mediobanca, Enel, UnipolSai ieri hanno trascinato il Ftse Mib grazie a risultati trimestrali superiori alle attese. La corporate Italia è quasi al metà del guado della pubblicazione dei risultati dei primi tre mesi dell’anno e il bilancio che si sta delineando indica una stagione nel complesso discreta, in linea con il resto d’Europa. D’altra parte, il confronto con i risultati precedenti è agevole e, per arrivare fin qui, le attese sono state ridimensionate varie volte, complici le delusioni sulla ripresa. Nei prossimi mesi, così, a muovere il mercato saranno in primo luogo i dati macroeconomici.

EUROPA, STAGIONE SOLIDA. E NON E’ SOLO MERITO DELL’EURO

Complessivamente in Europa sono ormai più di  200 le società che hanno diffuso la trimestrale, il 27% del mercato. Per Morgan Stanley i risultati si stanno dimostrando solida: se il 32% ha diffuso conti sotto le attese, una percentuale più alta (il 35%) ha battuto le stime. Non si può certo per ora parlare di una stagione stellare ma la cosa positiva, fanno notare gli analisti, è che “non sembra sia stata indotta dal cambio, dal momento che un numero crescente di titoli ciclici hanno segnalato un buon ambiente operativo domestico (si tratta per esempio di Accor, Renault, Electrolux e diversi titoli del lusso)”. Il trend sembra essere ormai positivo sia sul consensus sui profitti sia sulle guidance aziendali. “Dopo 210 settimane consecutive di downgrade netti (revisioni al ribasso sui risultati attesi, Ndr), nelle ultime quattro settimane l’europa ha assistito ha più upgrade (revisioni al rialzo dei risultati, Ndr) rispetto a downgrade per la prima volta dall’inizio del 2011”, scrivono gli analisti di Morgan Stanley in un report del 5 maggio (European Equity Strategy: Earnings Season Monitor). A livello di settori, sette su dieci hanno sperimentato un bilancio positivo a favore di sorprese al rialzo degli utili. Hanno però deluso gli industriali dove le società che hanno mancato le attese sugli utili per azione hanno superato quelle che hanno battuto le stime (38% contro il 17%).

SORPRENDONO I PETROLIFERI

In Europa, fa notare Morgan Stanley, hanno sorpreso positivamente le Big del petrolio, con profitti del 30-50% più alti delle attese. “Se il calo del 50% del prezzo del petrolio nell’ultimo anno ha remato contro, ci sono stati diversi fattori che hanno controbilanciato l’effetto”, spiegano gli analisti di Morgan Stanley indicando che i profitti downstream sono aumentati in modo sostenuto, la crescita della produzione ha accelerato, i costi e gli investimenti sono caduti significativamente. In Italia hanno sorpreso i conti di Saipem che ha confermato le stime sul 2015 e anche di Eni che ha registrato utili, seppur in calo, superiori alle attese. “Tutto il mondo legato al petrolio – spiega a FIRSTonline Aldo Martinale, Responsabile Funzione Studi e Analisi di Banca Intermobiliare – è uscito con risultati deboli, con cali importanti sugli utili ma, siccome le aspettative erano molto basse, i risultati hanno sorpreso al rialzo. E questo perché si tratta spesso di business complessi dove le stime non sono semplici”. Chiaramente si tratta di una “sorpresa” che ha una valenza relativa, le prospettive del settore saranno comunque condizionate da perdite nette dal calo del petrolio”.

SE IL CAMBIO AIUTA TROPPO…

Rispetto all’Europa, che è già in fase avanzata, la stagione delle trimestrali a Piazza Affari è un po’ più indietro. Mancano per esempio ancora le banche, che rappresentano una quota significativa del mercato. Ma il primo bilancio pare positivo.“Nel bene e nel male, dal mondo societario italiano non sono arrivate indicazioni diverse da quelle europee – dice Martinale – Per ora è una discreta campagna, i risultati sono stati abbastanza buoni, probabilmente aiutati anche dal fatto che le aspettative erano già state riviste al ribasso più volte negli ultimi anni. Veniamo da anni di crisi e il confronto con i risultati precedenti è agevole”.

C’è però chi non viaggia in recupero ma è ormai ai record storici, come Luxottica che ha battuto comunque le già buone attese grazie anche alla spinta arrivata dall’euro. Nel primo trimestre il gruppo ha registrato un utile netto di 210 milioni (+34% rispetto allo stesso periodo del 2104) con ricavi al record storico di  2,25 miliardi. Il titolo, prima di lasciare spazio alle prese di beneficio, si è riportato a un passo dai massimi storici. Eppure, non sempre i buoni risultati sull’onda del cambio vantaggioso si sono tradotti nel plauso del mercato. Per qualcuno si è trattato persino di un boomerang. E’ il caso di Fca che all’indomani dei conti è stata colpita dalle vendite riportandosi sui minimi di febbraio.

“Non c’erano cose sorprendentemente negative e il trimestre che ha beneficiato tantissimo del dollaro – spiega Martinale – Ma se si va a vedere quanto questo aspetto ha pesato, ci si chiede come sarebbe andata la trimestrale in assenza di questa spinta. E non sarebbe stata particolarmente brillante”. Il mercato ha così reagito negativamente. “Nel complesso – continua Martinale – si è trattato di risultati in chiaro/scuro.  Tra i punti di chiaro però la ricomparsa degli utili, per quanto modesti, nell’area europea”.

Ancor più evidente il caso Stm che è sprofondata in Borsa per la delusioni su conti e guidance. Già perché il produttore di microchip è uno dei gruppi che più beneficiano del fattore cambio (quindi della debolezza dell’euro) ma, nonostante questa bella spinta, i risultati non hanno neppure rispettato le attese. “Colpa di un mercato complicato – fa notare Martinale – in cui a fronte di una domanda debole Stm non è riuscita con i prezzi di vendita a portare a casa la redditività auspicata”.

MERCATO, OCCHI SUI DATI MACRO
FRENANO LE REVISIONI AL RIBASSO

D’altra parte il mercato in questa fase non si attende faville dal mondo corporate: l’impatto di una ripresa sulle aziende è ritardatario rispetto ai segnali dell’economia. “Non è che ci si aspettasse un granché perché è presto per vedere una ripresa dei risultati trimestrali che ci sorprenda- spiega Martinale – Da questa stagione delle trimestrali non credo potessero arrivare indicazioni da spostare il mercato che per io prossimi mesi si muoverà soprattutto sulle indicazioni in arrivo dai dati macroeconomici e le trimestrali serviranno per confermare quello che il mercato sta anticipando”.

Come rilevato anche da Morgan Stanley, sul fronte delle stime sui risultati aziendali ci sono segnali che fanno sperare in un’inversione di tendenza.  “In occasione di questa stagione dei risultati – afferma anche Martingale – in Europa la revisione delle stime sull’anno che fino a oggi è stata negativa si è un po’ fermata. E potrebbe lasciare spazio a un’inversione di tendenza. In altre parole, se in questo anni passati le trimestrali erano accompagnate da una revisione annuale delle stime al ribasso perché la ripresa veniva sempre rimandata, in questo trimestre questo trend si è arrestato. Il che è abbastanza logico in relazione alle attese sulla crescita economica”.

Così il nostro Paese ora si gioca tutto sull’andamento macro dei prossimi mesi: con il rally di inizio hanno i valori di Borsa già riflettono le attese per una ripresa nel 2015. “Il mercato sta già scontando una fetta importante del miglioramento che dovrà arrivare – conclude MArtinale – Se le attese di crescita saranno rispettate c’è spazio per un’ulteriore crescita . Bisogna dire che, Grecia permettendo, c’è qualche segnale in più rispetto al 2014. Tuttavia, se la ripresa dovesse abortire questi livelli di Borsa non sono sostenibili”.

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