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Tria tenta di arginare Di Maio: “Non faremo saltare i conti”

Di fronte alle dure e circostanziate critiche del Centro Studi Confidustria alla manovra, il ministro dell’Economia replica che l’azione del governo non è improntata “ad una finanza molto allegra che possa fare saltare i conti pubblici”. Poco prima Luigi Di Maio aveva detto che il 2,4% è confermato per il 2019, poi si vedrà

Tria tenta di arginare Di Maio: “Non faremo saltare i conti”

Mattinata di dichiarazioni stop and go sulla manovra. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria interviene dalla Confindustria , dove è ospite per la presentazione del rapporto del Centro Sti che ha stroncato le linee di bilancio del governo. E cerca di rassicurare, dopo le dichiarazioni che poco prima aveva reso il vicepremier M5S. Il tema è sempre sullo dello sforamento del deficit/Pil al 2,4% e del possibile dietrofront che chiede Bruxelles per contenere l’impatto sui mercati e sull’euro. Dietrofront che il governo sembra in parte di voler fare. O forse no. Con conseguente sali e scendi di Borsa e spread.

TRIA CERCA DI PORRE UN ARGINE

Serve, dice Tria, una “strategia di politica economica diretta a conseguire una crescita più sostenuta e ridurre il gap di crescita che l’Italia ha avuto con il resto di Europa nell’ultimo decennio. Abbiamo bisogno di una crescita vigorosa, ed allo stesso tempo di una maggiore resilienza”. Il ministro dell’Economia sottolinea  che serve “uno stimolo di crescita endogeno, con un mutamento profondo delle strategie economiche e di bilancio” rispetto al passato. Un “rilancio investimenti è una componente cruciale”, dice ospite di Confindustria.

La “strategia” di politica economica del governo si pone “l’obiettivo di eliminare entro due anni il divario di crescita rispetto all’Europa e di assicurare al contempo una riduzione costante del rapporto debito-Pil”, spiega Tria. “Assicureremo dal prossimo anno ad una accelerazione rispetto al passato della riduzione del debito”, garantisce il ministro dell’Economia Giovanni Tria parlando alla platea del convegno del centro studi di Confindustria. Per il Governo dice è di “importanza fondamentale la riduzione del debito pubblico”, nodo che “va affrontato, indipendentemente dai vincoli, per liberare spazi di bilancio” anche per le riforme fiscali.
Nel 2019 ci sarà “uno scostamento dagli obiettivi concordati con la commissione europea dal precedente governo”, ma “ci sarà poi un graduale ridursi del deficit negli anni successivi”, assicura Tria.
Il ministro dell’Economia garantisce che l’azione di Governo non è certamente improntata ad una “finanza molto allegra” che possa far “saltare i conti pubblici per dar spazio alle promesse”. Come mantenere quindi gli impegni del contratto di Governo? Con “forte gradualità. Le promesse andranno nel corso della legislatura”, dice. Ma con quale possibilità concreta di raggiungere gli obiettivi?

DI MAIO CERCA DI RESISTERE

All’inizio della mattinata, dopo il braccio di ferro con la commissione europea di martedì, il vicepremier M5S spiega che“la cifra del 2,4% è confermata nel 2019: per quanto riguarda il 2020 e il 2021 stiamo pensando all’abbassamento del debito e la crescita del Pil con tagli massicci a sprechi”. Poi si rivolge a Confindustria: “Non torniamo indietro”. Anche l’altro vicepremier Salvini conferma che si tratta di una manovra coraggiosa per mantenere i sacri impegni presi con gli italiani: “Me ne frego delle minacce dell’Europa, negli anni futuri puntiamo che scendano deficit e debito, ribadisce il ministro dell’Interno, che poi è tornato ad attaccare il presidente uscente della commissione Ue Juncker.

La Borsa sale, poi scende, poi risale in cerca di risposte che non trova.

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