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Tour: show di Sagan, ma vince Matthews

Tappa senza scosse per la classifica che ha visto protagonista il campione del mondo all’attacco fin dai primi chilometri sul Port de l’Envalira – Anche Nibali nella fuga a 15 prima di cedere al forcing scatenato da Sagan che in volata deve cedere a Matthews – Froome sempre in giallo.

Tour: show di Sagan, ma vince Matthews

Una tappa, quella di ieri vinta dall’australiano Michael Matthews su Sagan, che non muove la classifica con Chris Froome sempre in giallo che già prevede per oggi un’altra frazione verso Montpellier senza scosse in attesa del Mont Ventoux. Dopo i Pirenei e prima di quella terribile fornace di pietre che è il Ventoux sotto il sole di luglio, sono giornate ideali per i cacciatori di tappe nel totale disinteresse degli uomini di classifica: ieri era un percorso su misura per finisseur più che per velocisti puri, anche se c’era un antipasto un po’ indigesto della scalata alla cima più alta del Tour, il Port de l’Envalira con i suoi 2.400 metri, un gigante che potrebbe qurelare l’Aso, la società organizzatrice del Tour, per dove e come l’ha collocato in questa edizione.

Serve comunque a Rui Costa a conquistare il premio in ricordo di Henry Desgrange, l’uomo che dopo aver fondato il quotidiano “L’Auto”, ideò nel 1903 il primo Tour. Ed è proprio sulle rampe dell’Envalira che Peter Sagan, anche per rialzare il morale del suo patron Oleg Tinkoff piuttosto depresso dopo l’abbandono di Contador, decide di partire all’attacco con un doppio obiettivo: bissare il successo di Cherbourg e strappare la maglia verde della classifica a punti a Mark Cavendish.

Con lui se ne vanno altri 14 corridori: non fanno paura a chi cura la classifica ma formano un drappello di tutto rispetto con nomi eccellenti, oltre al campione del mondo e Rui Costa, ci sono, tra gli altri, Vincenzo Nibali, che un giorno sprofonda e il successivo tenta di riemergere, il belga ex maglia gialla Greg Van Avermaet, il norvegese Boasson-Hagen, gli spagnoli Mikel Landa e Izaguirre, l’australiano Matthews e il francese Tony Gallopin, maglia gialla per un giorno nel Tour 2014, quello trionfale dello Squalo dello Stretto.

Per arrivare a Revel la carovana del Tour attraversa per ore la sconfinata campagna dell’Aude, teatro ottocento anni fa di una delle più efferate carneficine in nome della religione contro gli albigesi, accusati di essere catari e quindi eretici. A ordinare questa crociata fu Papa Innocenzo III, un pontefice che la Chiesa non fece santo ma che nemmeno ripudiò visto che a ricordarlo c’è un monumento nella basilica del Laterano fatto erigere da Leone XIII dopo che nel 1890 erano state trasportate da Perugia a Roma le ceneri di Lotario dei Conti di Segni.

Tornando al Tour, Sagan è il grande protagonista che anima tutta la tappa. Sono suoi i traguardi volanti che gli assicurano i punti per scavalcare Cavendish. Ma centrata la prima missione, l’iridato slovacco, un’ autentica star del movimento ciclistico mondiale, vuole anche la vittoria. Ed eccolo, solo contro tutti, a fare il treno della fuga e aggredire l’unico strappo nel finale, la Cote de Saint Ferréol (1,8 km al 6,6% di pendenza) ad una andatura che fa un bella selezione – tra le vittime di tanto ardore anche Landa e Nibali che giungeranno al traguardo a oltre 3 minuti dai primi.

Ma a Sagan non riesce di eliminare i tre che più teme, cioè Boasson-Hagen, Van Avermaet e Matthews. Quest’ultimo ha anche il vantaggio di aver ancora con sé Daryl Impey – la prima maglia gialla africana del Tour 2013 -, un aiuto decisivo in vista della volata, con le sue accelerazioni negli ultimi km, sempre rintuzzate generosamente da Sagan, ma che hanno finito per depotenziare il rush finale del campione del mondo. A vincere d’un soffio è Matthews, Sagan è secondo davanti a Van Avermaet. Il gruppo tranquillo e rilassato, con Froome, Quintana e Aru, arriva dopo oltre 9 minuti.

“Le retour d’un perdant magnifique”, è il titolo che l’Equipe.fr dedica a Sagan, osannato dalla folla come se avesse vinto, un velocista super capace anche di lottare per la maglia verde su percorsi dove gli altri sprinter, tipo Kittel o Greipel, rischiano il fuori tempo massimo. Se per Sagan è l’ennesimo secondo posto, per Matthews è la sua prima vittoria al Tour su un traguardo, quello di Revel, dove anche altri campioni come Rudy Altig e Eddy Merckx vinsero la loro prima tappa al Tour, il tedesco – scomparso a 79 anni l’11 giugno scorso – in volata precedendo Tom Simpson nel 1966; il Cannibale belga nel 1969, l’anno del suo primo trionfo al Tour un mese dopo la clamorosa espulsione dal Giro a Savona per doping quando era l’assoluto padrone della corsa rosa.

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