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Tour de France: poker Kittel, giovedì i Pirenei

Il velocista tedesco fa poker a Bergerac distanziando con facilità John Degenkolb. Nessun cambiamento in classifica nel giorno in cui Froome diventa il quinto corridore a toccare la soglia delle 50 volte in maglia gialla. Oggi ancora una tappa per velocisti (o meglio per Kittel) con arrivo a Pau.

Tour de France: poker Kittel, giovedì i Pirenei

In attesa dei Pirenei di domani il Tour, dopo la giornata di riposo, ha messo in programma due tappe per velocisti, o meglio per Marcel Kittel vista la facilità con cui il tedesco della Quick-Step Floors domina gli avversari nelle volate di gruppo. Un dominio assoluto, a prescindere dall’assottigliarsi dei rivali con gli abbandoni di Sagan (espulso per scorrettezze), Cavendish (finito in ospedale) e Démare (fuori tempo massimo a Chambéry). A Bergerac Kittel ha vinto quasi per distacco, creando un vuoto tra lui e gli altri come se appartenesse a un altro pianeta, il tutto esibendo una prepotenza e facilità da demolire giorno dopo giorno il morale già provato degli altri sprinter che si avvicendano nella sfida. A Liegi e a Troyes ci hanno provato Démare e Greipel, dovendo però accontentarsi delle piazze d’onore. A Nuits-Saint Georges è stato Boasson-Hagen a sfiorare l’impresa che gli è stata negata solo dal responso del fotofinish.

A Bergerac, dove Kittel ha realizzato un fantastico poker in appena 10 tappe e la sua 13esima vittoria al Tour, il compito di infastidirlo se l’è assunto un altro tedesco, non Greipel rimasto imbottigliato nel traffico impazzito dello sprint, ma John Degenkolb a caccia sempre del primo successo al Tour: “mission impossible”, anche lui è finito alle spalle dello scatenato Marcel a una distanza imbarazzante, almeno… una quindicina di nasi di Cirano che a Bergerac è di casa. Oggi il Tour arriva per la cinquantesima volta nel dopoguerra a Pau, da sempre base privilegiata per l’attacco ai Pirenei: in attesa dell’arrivo in salita a Peyragudes, ancora una tappa sulla carta per velocisti. Chi sfiderà Kittel per impedirgli di fare il quinto centro? Nella storia del Tour il record di tappe vinte nella stessa edizione è fissato a quota 8: il primo ad arrivare a tanti successi fu Charles Pelissier nella Grande Boucle del 1930 vinta da André Leducq; poi fu la volta di Eddy Merckx che, da cannibale qual era, fece questo exploit due volte, nel 1970 e nel 1974, anno della sua quinta e ultima vittoria al Tour; nel 1976, con la maglia gialla finale sulle spalle di Van Impe, un altro belga, Freddy Martens eguagliò il primato di Pelissier e Merckx. 

Tappa caratterizzata dalla solita fuga – questa volta di due francesi, Yoann Offredo e Elie Gesbert, 22 anni, il più giovane dei partecipanti al Tour – che viene annullata dal gruppo in vista del traguardo: ovviamente nessun cambiamento in classifica ma per Froome sempre leader ieri è stato un giorno speciale perché ha messo piede nel club esclusivo di chi ha indossato almeno per 50 volte la maglia gialla. Prima di lui solo in quattro Merckx (che ha il record di 115 volte in giallo), Anquetil, Hinault, Indurain hanno varcato questa soglia. In questo cerchio magico c’era anche Lance Armstrong, poi messo all’indice per doping il cui uso proprio un grande come Anquetil di fatto legittimava e promuoveva “coram populo” con l’avallo niente meno che di Charles De Gaulle.

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