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Tour de France: Froome e Aru, duello sul Galibier

Croix de Fer e il mitico colle oggi, domani l’arrivo in cima all’Izoard: due giorni che il Tour affronta con una classifica mai così corta con quattro corridori (Froome, Aru, Bardet e Uran) racchiusi in appena 29” – Ieri vittoria nel vento di Matthews che ora insidia Kittel per la leadership della graduatoria a punti

Tour de France: Froome e Aru, duello sul Galibier

La meteo dava vento sulle strade del Tour e raffiche violente fino a 70 km all’ora hanno investito la carovana gialla: così la tappa all’indomani del riposo e alla vigilia della due giorni sulle Alpi – oggi la Croix de Fer e il leggendario Galibier prima della picchiata su Serre-Chevalier a, domani il Vars con l’arrivo in cima all’Izoard – ha rischiato di trasformarsi in una trappola per tanti quando Froome, approfittando delle “bordures”, che aprivano buchi e ventagli nel gruppo, si è scatenato in un forcing a tutta velocità a una quindicina di km dal traguardo di Romans-sur-Isère.

Aru è stato bravo a non farsi sorprendere come del resto Rigoberto. Non cadeva nella rete nemmeno Uran, l’avversario più temuto dalla maglia gialla visto che va forte in salita ed è un ottimo cronoman. Un pesce grosso come Bardet stava invece per essere inghiottito nelle retrovie, se non avesse avuto l’aiuto di Oliver Naesen, il campione del Belgio, che l’ha guidato nel vento. Perdevano le ruote Meintjes e Daniel Martin quanto basta per l’irlandese per ridiscendere dal quinto al settimo posto scavalcato da Landa – il basco che non perde mai un colpo e se potesse correre sciolto dal rapporto di sudditanza a Froome potrebbe davvero giocarsi il Tour – e da Simon Yates, sempre in maglia bianca come leader dei giovani con 3’58” su Meintjes.

L’accelerata di Froome costava cara anche a Contador che malinconicamente usciva dalla top ten faticosamente guadagnata con l’orgogliosa fuga nella tappa di Foix. Esce il Pistolero, protagonista del suo peggior Tour di sempre, fa di nuovo capolino al decimo posto un altro flop di questa Grande Boucle, Nairo Quintana, irriconoscibile Condor, che ieri ha salvato la faccia arrivando con il drappello dei primi dopo il pesante ritardo nella tappa precedente a Le Puy-Velay.

Se per la maglia gialla alla fine la tappa del vento non ha prodotto mutamenti tra i primi quattro della classifica – Froome, Aru, Bardet e Uran – sempre racchiusi in 29” prima della sentenza delle Alpi e della crono di sabato, per la maglia verde, quella che contraddistingue il leader della classifica a punti, l’arrivo di Romans-sur-Isére ha riaperto la partita che fino a qualche giorno fa sembrava del tutto chiusa a favore di Marcel Kittel, grazie alle sue cinque vittorie di tappa.

Tutto merito di Michael Matthews, l’australiano della Sunweb, che dopo la vittoria a Rodez ha fatto il bis ieri bruciando per qualche centimetro Boasson-Hagen e John Degenkolb. Volata rabbiosa, con una buona dose di furba cattiveria da parte di Matthews che stringe alle transenne i due rivali facendoli infuriare, soprattutto Degenkolb che si è sentito fortemente danneggiato. Con Kittel smarrito nel vento e staccatissimo al traguardo, Matthews ne ha approfittato per fare il pieno di punti salendo a quota 344, a 29 lunghezze dal tedesco.

In un solo giorno Kittel ha perso la sicurezza di arrivare a Parigi in maglia verde e ha visto svanire la possibilità di eguagliare con 8 vittorie di tappe il primato detenuto da Charles Pelissier, Merckx e Freddy Maertens. Per la maglia gialla ci sono ancora tre tappe decisive, per la maglia verde appena due, quella di venerdì a Salon-de-Provence e la passerella finale di domenica sugli Champs Elysées.

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