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Tlc, Bernabè: riacquistino ruolo centrale, noi svolgeremo nostra funzione

Le telecomunicazioni devono ritrovare un ruolo di primo piano nella politica di sviluppo del Governo, e per quanto riguarda Telecom, continuerà il proprio impegno verso le reti di nuova generazione. Parola di Franco Bernabè, presidente del gruppo, sentito al Senato in commissione Industria – “Prioritario” il completamento del Piano nazionale banda larga.

Tlc, Bernabè: riacquistino ruolo centrale, noi svolgeremo nostra funzione

Il presidente di Telecom Italia non ha dubbi: “Occorre che le telecomunicazioni riacquistino il loro ruolo centrale nelle politiche di sviluppo del governo e del Parlamento”, le quali però – puntualizza – “non si richiedono indebiti interventi dello Stato in ambito di mercato propri dell’iniziativa privata, ma misure non distorsive della concorrenza, volte a favorire il concreto raggiungimento, da parte del nostro Paese, degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea per la massimizzazione del potenziale economico e sociale delle reti a banda larga e ultralarga a vantaggio dell’intero sistema produttivo”. E che siano mirati ad assicurare il conseguimento di obiettivi “prioritari”.

Tra di essi Bernabè cita il completamento del Piano nazionale banda larga, la promozione di investimenti nelle reti di nuova generazione, la promozione della domanda di accesso ai servizi in banda larga e ultralarga, l’effettiva liberazione delle frequenze Lte da parte delle tv locali non oltre il 31 dicembre 2012, il recepimento del nuovo pacchetto di direttive Ue sulle comunicazioni elettroniche, l’eliminazione delle distorsioni concorrenziali determinate dai grandi motori di ricerca o ‘Over the top’.

Da parte sua, Telecom Italia “conferma la propria determinazione a svolgere una funzione chiave nella transizione verso le reti di nuova generazione”. Telecom- precisa Bernabè- svolgerà il suo ruolo “in un contesto in cui vengano individuate le forme più idonee di partnership pubblico-privato, anche in considerazione dell’attuale congiuntura economica e dei rischi di investimento connessi all’incertezza della domanda. Le scelte di investire inizialmente solo nelle grandi aree metropolitane del Paese, di adottare le soluzioni tecnologiche ed architetturali più efficienti, di individuare oculatamente progetti pilota circoscritti ad alcune limitate aree geografiche rappresentano in realtà un percorso ineludibile”.

“Non abbiamo un ritardo infrastrutturale in Italia, con larga banda mobile – ha proseguito Bernabè – avremo una perfetta integrazione fra rete a banda larga fissa. Noi abbiamo tre miliardi l’anno di investimenti solo in Italia, questi investimenti continueremo a farli anche in rete fissa”. Non mancano note dolenti, nell’audizione del presidente di Telecom Italia. Il terzo trimestre 2011 “ha segnato per la prima volta due importanti inversioni di tendenza: da un lato la riduzione del numero di accessi su rete fissa degli operatori alternativi e dall’altro la diminuzione del numero complessivo di linee a banda larga fissa. Questi risultati impongono a tutti gli operatori riduzioni della forza lavoro”.

La crescita nel settore va inoltre ricercata “al di fuori dei servizi tradizionali”. Per le tlc le opportunità di crescita ci sono e vanno ricercate in primis “nello sviluppo delle ‘smart cities’, dei nuovi servizi mobili” oltre che “nella diffusione delle reti di nuova generazione”. Bisogna prendere atto – ha proseguito il Presidente di Telecom – che siamo di fronte a un mercato ormai maturo che ha saputo rinnovarsi radicalmente, eliminando, via via, le inefficienze ereditate dal passato: siamo diventati un settore snello, dinamico e aperto alla concorrenza, che sceglie con oculatezza su quali progetti e tecnologie investire”.

Infine una parola su Infratel, la società costituita dal ministero per lo Sviluppo economico per l’attuazione del programma di banda larga: “Infratel ha lavorato bene in questi anni, certo poteva fare molto di più se gli 800 milioni che erano stati individuati per la chiusura del digital divide fossero stati erogati al settore invece che dirottati su altre voci di finanza pubblica” Quanto poi alle indiscrezioni che lo danno prossimo a passare al vertice di Finmeccanica, Bernabè lo esclude: “C’è ancora tanto lavoro da fare a Telecom Italia”.

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