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Tim vola in Borsa sull’onda del piano di delisting e nazionalizzazione della Meloni e riporta il Ftse Mib a un passo dai 23 mila

Il piano di delisting e nazionalizzazione di Tim attributo a Fratelli d’Italia della Meloni alimenta la speculazione sul titolo che vola in Borsa e riporta l’indice Ftse Mib a un passo dai 23 punti base

Tim vola in Borsa sull’onda del piano di delisting e nazionalizzazione della Meloni e riporta il Ftse Mib a un passo dai 23 mila

Telecom (+6,04%) è la storia del giorno in Piazza Affari, dove il Ftse Mib chiude in rialzo dello 0,49% a un passo da 23 mila punti e si conferma una delle migliori in Europa. 

Nell’ultima seduta prima di Ferragosto la politica ha fatto irruzione in Borsa, mettendo le ali all’azienda di telecomunicazioni sulla base di un’indiscrezione di Bloomberg secondo cui Fratelli d’Italia starebbe lavorando a un piano per delistare l’ex monopolista e vendere i vari asset con l’obiettivo di dimezzare il debito. Il progetto dovrebbe concretizzarsi con un’opa di Cdp su Telecom, il mantenimento del controllo della rete fissa e la vendita di proprietà ai concorrenti per circa 13 miliardi, oltre l’unità brasiliana per circa 4 miliardi di euro.

Una rivoluzione che ha acceso l’appeal speculativo sul titolo, in una giornata vivacizzata anche dagli acquisti su Nexi (+5,07%) e banche.

Bene l’Europa, spinta da Wall Street

La seduta ha avuto un andamento sereno nel resto d’Europa dove Francoforte sale dello 0,75%, Londra +0,47%, Madrid +0,31%, Parigi +0,14%. È incolore Amsterdam.

A spingere i listini nel finale è stato l’avvio intonato di Wall Street, che potrebbe archiviare la quarta settimana in rialzo. Il Toro cavalca l’ipotesi che l’inflazione abbia toccato il picco negli Usa, confortato oggi da un terzo indizio, dopo il dei prezzi al consumo e alla produzione visti nei giorni scorso. I prezzi all’importazione a luglio infatti sono scesi dell’1,4% rispetto a giugno.

Alla luce di questi numeri, secondo Reuters, i trader prezzano probabilità per circa il 36,5% di un rialzo da 75 punti base da parte della Fed al prossimo meeting e del 63,5% per un intervento da 50 punti.

Da segnalare, sull’azionario, che cinque aziende statali cinesi, tra cui China Life Insurance e il gigante petrolifero Sinopec, hanno detto di voler uscire da Wall Street, in seguito all’acuirsi delle tensioni diplomatiche ed economiche con gli Usa.

Rimbalza il dollaro; petrolio in rosso

Sul mercato dei cambi il dollaro rimbalza, dopo le perdite dei giorni scorsi. La settimana si chiuderà in rosso per la divisa statunitense, nonostante il recupero odierno dello 0,6% dell’indice del biglietto verde. Il cross con l’euro è intorno a 1,025.

Dopo una mattinata in rialzo, il petrolio appare invece in calo e, tra alti e bassi, potrebbe chiudere la settimana senza grandi variazioni. Il Brent cede oltre il 2%, con il barile a 97,55 dollari.

Piazza Affari, si prepara a molti addii aspettando Prada

Il principale listino di Piazza Affari è guidato da Telecom e Nexi. Il rally del primo pare parte dall’indiscrezione di Bloomberg, mentre la società di pagamenti è lambita da rumor di mercato dopo che Reuters ha scritto di offerte “non sollecitate” da parte di potenziali acquirenti, tra cui il private equity Silver Lake. I contatti con l’ad Paolo Bertoluzzo si sarebbero interrotti a fine marzo per ragioni di prezzo, ma il titolo è ormai a sconto dopo aver perso circa il 54% dai massimi del luglio scorso e sembra inevitabile che le attuali valutazioni lo rendano appetibile. Anche in questo caso la puntata finale della storia sarebbe il delisting di Nexi.

Tra le uscite certe da Piazza Affari c’è poi Exor (-0,36%), che ha debuttato ad Amsterdam. La cassaforte degli Agnelli ha ufficialmente chiesto oggi il delisting da Milano e il processo durerà “non meno di 45 giorni di calendario”, durante i quali i titoli saranno negoziati su entrambe le Piazze.

A rimpolpare un po’ la Borsa milanese potrebbe arrivare Prada (+0,22% a Hong Kong). Bloomberg riferisce che la maison italiana sta lavorando con Goldman Sachs per preparare una possibile seconda quotazione, da un miliardo di dollari almeno.  Prada e l’advisor starebbero lavorando sulle complessità dell’operazione che porterebbe al primo dual listing tra la borsa italiana e quella asiatica.

Entrate e uscite a parte, la seduta è stata positiva per le banche. In denaro Unicredit +2,67%. Tra le utility si fa notare Hera +1,05%.

I ribassi colpiscono Prysmian, -2,86%, Amplifon -1,88%, Leonardo -1,46%, Recordati -1,33%.

Stabile il mercato dei titoli di Stato, anche se il rendimento del Btp decennale risale oltre il 3%. Lo spread chiude a 208 punti base (+1,7%), con tassi rispettivamente del 3,07% per il Btp e +0,99% per il Bund.

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