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Tfr: più tasse per chi chiede l’anticipo in busta paga

BOZZA LEGGE DI STABILITA’ (ALLEGATO PDF) – Secondo una versione non definitiva della manovra, l’anticipo del Tfr in busta paga sarà soggetto “a tassazione ordinaria” e “non è imponibile ai fini previdenziali” – Addio, quindi, all’aliquota agevolata dell’11%.

Tfr: più tasse per chi chiede l’anticipo in busta paga

L’anticipo del Tfr in busta paga dovrebbe essere tassato con l’aliquota Irpef marginale, non più con quella agevolata prevista per il trattamento di fine rapporto. Per i contribuenti, quindi, richiedere l’anticipo della liquidazione comporterà un incremento della pressione fiscale. E’ quanto emerge da una bozza della legge di Stabilità in circolazione nelle ultime ore, all’indomani del via libera del Governo alla nuova manovra. 

L’articolo 6 del testo stabilisce che “dal primo marzo 2015 al 30 giugno 2018 i dipendenti del settore privato” potranno richiedere l’anticipo del Tfr in busta paga, che sarà soggetto “a tassazione ordinaria” e “non è imponibile ai fini previdenziali”. 

Chi sceglierà d’incassare subito il trattamento di fine rapporto, inoltre, non potrà più tornare indietro fino “al termine del 30 giugno 2018”

Oltre ai dipendenti pubblici, la possibilità di richiedere l’anticipo del Tfr è negata anche a chi ha lavorato meno di sei mesi per il datore di lavoro tenuto al pagamento del Tfr. Esclusi anche i lavoratori domestici e a quelli impiegati nel settore agricolo

L’operazione prevede che siano le banche ad anticipare il Tfr, evitando alle imprese una perdita di liquidità. Al termine del periodo lavorativo l’azienda verserà le somme accantonate direttamente all’istituto di credito, che si vedrà riconoscere la stessa remunerazione oggi garantita per il Tfr: l’1,5% più lo 0,75% del tasso di inflazione.


Allegati: legge-stabilita-2015 (1).pdf

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