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Terremoto in Turchia e Siria, l’Oms teme 20mila vittime: la scossa è stata mille volte più forte di quella di Amatrice

Si scava sotto le macerie in Turchia e in Siria cercando di salvare le persone intrappolate. Secondo l’Oms le vittime potrebbero essere oltre 20mila. Per gli scienziati il suolo dell’Anatolia si sarebbe spostato di 3 metri

Terremoto in Turchia e Siria, l’Oms teme 20mila vittime: la scossa è stata mille volte più forte di quella di Amatrice

Continua tragicamente a salire la conta provvisoria delle vittime del terremoto che ha colpito ieri la Turchia e la Siria. Secondo i dati ufficiali i morti sarebbero 4.890, ma i dispersi intrappolati sotto le macerie sono ancora migliaia. 

“Il bilancio delle vittime potrebbe salire a più di 20.000 persone”, ha dichiarato ad AFP la responsabile delle emergenze per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Catherine Smallwood. “C’è sempre la possibilità che si verifichino altri crolli, per cui spesso vediamo che i numeri iniziali si ottuplicano”, ha dichiarato, aggiungendo che “purtroppo, con i terremoti si verifica sempre la stessa cosa: i rapporti iniziali sul numero di persone morte o ferite aumentano in modo significativo nella settimana successiva”.

Terremoto in Siria e Turchia: oltre 120 scosse di assestamento

Le scosse di terremoto di ieri notte hanno colpito 10 province, con epicentro nella città meridionale di Kahramanmaras. Col passare delle ore, secondo l’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). si sarebbero verificate almeno 120 scosse di assestamento, mentre per l’Usgs – l’Istituto Geologico degli Stati Uniti – che riporta solo le scosse più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore. Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell’epicentro del terremoto principale del mattino.

La situazione in Siria

Secondo l’opposizione siriana, citata dal Guardian, sotto le macerie ci sarebbero ancora “centinaia di famiglie” e il tempo per salvarle sta per scadere. Lo ha detto il capo del servizio di protezione civile gestito dall’opposizione siriana. Secondo l’Ap, l’Onu ritiene che in Siria il terremoto abbia distrutto almeno 224 edifici situati nel nord-ovest del Paese, mentre altri 325 (almeno) sarebbero stati danneggiati, compresi i magazzini degli aiuti nell’enclave che ospita milioni di sfollati, la maggior parte dei quali vive già in case semidistrutte.

Terremoto mille volte più potente di Amatrice: suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno 3 metri

Con una magnitudo di 7,8, il sisma avvenuto nella notte tra domenica e lunedì fra il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980. 

La scossa è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l’Istituto geologico danese. Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d’incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell’Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l’Egeo.

Ad attivarsi, spiegano gli scienziati, è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che “è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana”, osserva il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. Lungo questa faglia i due lembi del suolo si sono spostati: “nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri”, aggiunge Doglioni. A innescare lo slittamento è stato un movimento “di tipo transpressivo”, vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale , attivando una compressione tra la placca Anatolica e quella Araba.

Lo spostamento di tre metri è una prima stima”, sottolinea il presidente dell’Ingv, spiegando che misurazioni più precise, “saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari. Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici”. 

Erdogan: “Ci lasceremo alle spalle questi giorni disastrosi”

Nel frattempo torna a parlare il presidente turco Recep Tayyp Erdogan: “Spero che ci lasceremo alle spalle questi giorni disastrosi. Oggi è il giorno di 85 milioni di cuori in un solo battito”

“La stagione è l’inverno il clima è freddo e il terremoto è avvenuto nel cuore della notte, rendendo le cose difficili, ma tutti stanno lavorando sodo e hanno reagito nel modo più veloce possibile”, ha aggiunto esprimendo dolore e cordoglio per le vittime. Erdogan ha proclamato sette giorni di lutto nazionale: le bandiere sventoleranno a mezz’asta fino al tramonto a partire da oggi fino a domenica 12 febbraio.

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