Ha proprio bisogno di un Comitato di sostegno il termovalorizzatore di Roma? La presa di posizione dei Cinquestelle contrari alla realizzazione della struttura suona come l’ennesima provocazione (se non peggio) contro innovazione e tecnologie ambientali sperimentate in mezzo mondo.
Il Comitato “Daje” a sostegno dell’impianto
La risposta è dunque sì, il termovalorizzatore a Roma ha bisogno di essere sostenuto. Il Comitato è nato, si chiama “Daje” e sta creando un movimento d’opinione per appoggiare la scelta del sindaco Gualtieri. “La decisione di chiudere il ciclo dei rifiuti con le discariche per la Capitale è un’occasione storica”. Finalmente, si legge nell’appello, “il sindaco Gualtieri osa spezzare il tabù che ha condannato da decenni la città ad essere comunemente collegata all’emergenza rifiuti”.
Annunciando la costruzione entro quattro anni di un moderno termovalorizzatore a controllo pubblico Roma si allinea al resto delle capitali europee tutte dotate di impianti di smaltimento intelligente della parte non recuperabile dei rifiuti. Di mezzo ci sono anche i vantaggi energetici per i cittadini, come dimostra il caso di Acerra e la rivincita della cittadina napoletana grazie all’impianto di A2A. Il processo di trattamento rifiuti produce energia pulita e Roma se ne avvantaggerà per i prossimi anni. A chi, invece, disquisisce su eventuali effetti negativi sulla raccolta differenziata, è dimostrato che i moderni impianti non sono affatto un ostacolo, al contrario la fanno progredire. Per cui si tratta di accuse inconsistenti che oscurano, peraltro, i dati reali della raccolta differenziata a Roma.
Termovalorizzatore di Roma: chi sono i promotori del Comitato
Tra i firmatari del Manifesto del Comitato ci sono esponenti del mondo dell’associazionismo, della politica, giornalisti e imprenditori che hanno a cuore le sorti di Roma. Con loro evidentemente tanti “cittadini stufi di costose, precarie, inefficienti e ambientalmente insostenibili soluzioni di ripiego nello smaltimento dei rifiuti urbani alle quali sono puntualmente ricorse le precedenti amministrazioni capitoline”.
Sarebbe fin troppo scontato ricordare le aride posizioni sui termovalorizzatori di un ex Ministro dell’Ambiente o della Sindaca Virginia Raggi. Le voci contrarie e minoritarie di oggi all’annuncio di Gualtieri in queste ore cercano di alzare il livello della polemica fino al governo. Ma non è una polemica calzante con le strategie di economia circolare e di transizione green apprezzate in Europa. D’altronde stiamo parlando di un investimento di circa 800 milioni di euro in vista del Giubileo.
“Siamo un gruppo aperto, senza affiliazioni ideologiche”, precisano i promotori , “semplicemente uniti dal convincimento che per la pulizia e il decoro di Roma sia giunta l’ora di superare l’ostruzionismo da parte di un’idea di ambientalismo fatto soltanto di atteggiamenti chiusi e in fuga dalla realtà. Per questo manifestiamo il nostro appoggio alla decisione del sindaco di dotare Roma di una tecnologia waste to energy”.
Ecco l’elenco dei primi firmatari:
Chicco Testa, imprenditore
Monica Tommasi, presidente di Associazione Amici della Terra
Rosa Filippini, direttrice di Astrolabio
Patrizia Feletig, presidente di Associazione Copernicani
Marco Bentivogli, Coordinatore Nazionale di Base Italia
Marco Taradash, giornalista
Claudio Petruccioli, giornalista
Riccardo Chiaberge, giornalista
Giancarlo Loquenzi, giornalista
Linda Lanzillotta, economista
Franco Tatò, imprenditore
Ernesto Auci, presidente FIRSTonline
Luigi Capello, Ceo LVenture Group
Francesco Talò, diplomatico
Alessia Morani, deputata
Francesco Carpano, consigliere comunale
Angelo Artale presidente Tavolo Qualità II municipio e Dg Finco
Pierluigi Battista, giornalista
Sono d’accordo sul termovalorizzatore per Roma sperando di risolvere il problema immondizia