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Telecom Italia: oggi la resa dei conti in assemblea tra Vivendi e i fondi

Grande attesa per l’assemblea di oggi di Telecom Italia dove va in onda lo scontro tra Vivendi e i fondi su conversione delle risparmio e allargamento del cda – Borse in balia della volatilità del petrolio e in attesa del rialzo dei tassi della Fed – A New York fallisce un fondo junk – Banche, auto (da Fca a Pininfarina) ed energia sotto tiro

Telecom Italia: oggi la resa dei conti in assemblea tra Vivendi e i fondi

Tra poche ore i banchieri della Fed inizieranno l’atteso “conclave” di fine anno da cui uscirà il primo rialzo di tassi Usa dal 2006. E i mercati sono alle prese con gli effetti delle mosse, pur già scontate, di Janet Yellen e soci. Piazza Affari, intanto, si appresta a seguire il duello in assemblea Telecom tra Vivendi e i gestori dei fondi.

Cresce, innanzitutto, la volatilità dei prezzi del petrolio, protagonista di saliscendi da brivido. A New York il Wti americano è salito in serata a 36,60 dollari al barile, dopo essere sceso del 3%, fino a 34,5 dollari. Il Brent, scambiato a 37,92 dollari (-1,6%), è sceso a un minimo di 36,4 dollari. La settimana scorsa il petrolio di entrambe le qualità è sceso di circa l’11%.

Finale in salita, di riflesso, per i titoli petroliferi: Exxon +2,3%, Chevron +3,3%. Nel pomeriggio in Piazza Affari Eni aveva perso il 2,9%, Tenaris -2,3%, Saipem -1,9%. Il rimbalzo ha favorito la chiusura positiva di Wall Street: il Dow Jones sale dello 0,6%, S&P +0,5%, Nasdaq +0,38%.

A NEW YORK FALLISCE UN FONDO JUNK, LO YUAN ANCORA GIU’

Ad alzare il tasso di adrenalina dei mercati ci ha pensato il fallimento di Third Avenue, un fondo specializzato in junk bond: non capitava dal 2008.

In Asia, oltre alla volatilità del greggio, pesa l’ennesimo ribasso della parità dello yuan, in calo per l’ottavo giorno consecutivo, ormai ai minimi dal 2010: Pechino, di fronte alla prospettiva di un rafforzamento del dollaro, intende diminuire la sua dipendenza dalla valuta Usa a vantaggio di euro e yen, una mossa che alimenta i sospetti di una possibile svalutazione competitiva. 

Stamattina la Borsa di Tokyo si avvia chiude in calo dell’1,68%. I mercati della Cina sono invece in moderato rialzo: Hong Kong +0,2%, Shanghai +0,2%. Positiva Seoul (+0,2%). 

Nonostante le aspettative di rialzo dei tassi il dollaro, anziché rafforzarsi, scende sensibilmente, con l’euro per contro che sale stamane a 1,101, da 1,098 della chiusura di venerdì. 

LUNEDI’ NERO PER PIAZZA AFFARI (-2,4%) 

La miscela petrolio debole/euro forte ha contribuito a una seduta difficile per le Borse europee, che hanno chiuso ieri in forte ribasso. L’indice milanese FtseMib ha perso il 2,4%, la Borsa di Parigi è scesa dell’1,6%, Francoforte -1,9%. Tutti gli indici settoriali hanno finito in ribasso, le perdite più forti riguardano i settori Materie Prime (-3,3%), Petroliferi (-2,2%) e Automotive (-2,6%). 

In salita i rendimenti dei titoli di Stato: il tasso del Btp decennale è cresciuto a 1,62%, da 1,53 di venerdì sera. Lo spread con il Bund è a 105 punti. 

TELECOM, BOLLORE’ SI RAFFORZA IN ATTESA DELLO SCONTRO

Giornata di forti tensioni per Telecom Italia, che ha chiuso con l’azione ordinaria in calo dell’1% dopo sensibili rialzi in mattinata. La risparmio ha perso invece il 10%. Venerdì il primo azionista, Vivendi, proprietario del 20% del capitale, ha annunciato che all’assemblea di oggi non voterà a favore della conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, rendendo quindi impossibile l’approvazione dell’operazione.

Nel frattempo i proxy advisers hanno suggerito ai fondi di votare contro la proposta Videndi di chiedere l’ingresso in Cda di quattro rappresentanti. Non è escluso che si arrivi ad una resa dei conti sul consiglio in anticipo rispetto alla scadenza di aprile 2017. 

La società francese ha intanto annunciato di aver rafforzato la sua posizione con l’acquisto di 56 milioni di ordinarie (pari allo 0,4%). Stando alle ultime comunicazioni, Telecom ha ricevuto adesioni per l’assemblea per il 55,6438% del capitale.

CAPITOMBOLO FIAT. TONFO RECORD DI PININFARINA 

Pesante tonfo di Fiat Chrysler (-5%), peggior titolo del settore automotive in Europa. Il calo è stato innescato dalle notizie (fonte Fiom Cgil) di nuova cassa integrazione allo stabilimento Maserati di Grugliasco, con la previsione di un dimezzamento della produzione nei primi due mesi del 2016. Sergio Marchionne ha detto che “entro 2-3 anni” l’Alfa potrebbe tornare a gareggiare in F1. Intanto è stato completato l’iter per la quotazione di Ferrari a Piazza Affari dal 4 gennaio. 

La società ha completato i conteggi necessari per determinare il numero di azioni ordinarie Ferrari che saranno assegnate ai possessori delle sue obbligazioni a conversione obbligatoria con scadenza nel 2016: il numero di azioni ordinarie sottostanti 100 dollari di obbligazioni a conversione obbligatoria è risultato pari a 7,7369. 

Pesanti anche le perdite di Volkswagen (-4,2%) e Peugeot (-2,9%). Crollo di Pininfarina (-68%) dopo l’annuncio che la società è stata venduta al gruppo indiano Mahindra & Mahindra, che lancerà un’Opa sul flottante a 1,1 euro per azione. Venerdì il titolo aveva chiuso a 4,2 euro. 

Ma ieri è stata una giornata difficile anche per gli altri titoli industriali. StM ha perso il 3,2%, nel giorno dello stacco del dividendo trimestrale, pari a 0,10 dollari (0,09 euro) per azione, per un totale di 0,40 dollari (circa 0,366 euro) all’anno. Lo yield lordo è pari al 5,9%. Il gruppo italo-francese ha annunciato ieri un accordo con Semtech, fornitore leader di semiconduttori analogici e a segnale misto, per lo sviluppo di applicazioni di Internet of Things (IoT) da parte degli operatori di reti mobili. 

Finmeccanica -3,3%. Pesante ribasso di Buzzi (-4,5%). Scende Enel (-3,2%) assieme alle utility. Fa eccezione A2A (+1,7%). Icbpi ha alzato il prezzo obiettivo sull’azione da 1,28 a 1,66 euro, confermando la raccomandazione buy. Banca Imi ha poi confermato la raccomandazione add e il target price a 1,52 euro, spiegando di attendersi un esito finale positivo della vicenda legata all’offerta per Lgh. 

BANCHE ANCORA SOTTO TIRO. TUTTA MPS VALE 3,5 MILIARDI

Non si placa la crisi di fiducia sulle banche italiane. Spicca ancora una volta il ribasso di Monte Paschi (-4,1%, 3,5 miliardi la capitalizzazione complessiva) a nuovi minimi storici, azzerando il tentativo di recupero della mattinata favorito dal giudizio di Esane, che ha ribadito la raccomandazione Outperform, limando il target price a 2,40 euro da 2,60 euro con un apprezzamento teorico sulla quotazione superiore al 100%. La performance da inizio 2015 è a -40%.

Fanno peggio Popolare di Sondrio (-5,37%) e Banca Carige (-5,36%). Giornata difficile anche per Unicredit (-3,2%). Pop.Emilia perde il 2,1%, Banco Popolare -2,8%. Limita i danni Intesa (-1,8%). Fra le assicurazioni, Generali scende del 2,6%, UnipolSai -2,9%.

Nel risparmio gestito deboli Anima (-2,4%) e Azimut (-3,2%) che ha annunciato l’accordo per acquisire l’intero capitale dell’australiana Ri Toowoomba (Rit) tramite la sua controllata australiana Az Next Generation Advisory per circa 7,5 milioni di dollari australiani, circa 4,9 milioni di euro. 

Secondo quanto riporta il Financial Times, la Banca centrale dell’Irlanda sta per avviare una vasta indagine sulle attività nel risparmio gestito domiciliate sul proprio territorio. Un portavoce del regolatore irlandese ha detto al quotidiano che l’inchiesta riguarderà le commissioni ed i costi caricati dalle società sui clienti.

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