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Telecom Italia: Metroweb può attendere, ma più investimenti e meno debiti

Più investimenti e meno debiti nel nuovo business plan di Telecom Italia: Metroweb non è per oggi, ha fatto capire l’amministratore delegato Marco Patuano nel corso della conference call – “Non c’è spazio per Oi” – Situazione particolare: non facevamo così tanti investimenti da tempo – Il Brasile e le torri – Nessuna novità per Tim Brasil.

Telecom Italia: Metroweb può attendere, ma più investimenti e meno debiti

METROWEB PUO’ ATTENDERE. TELECOM ITALIA FA DA SOLA. PIU’ INVESTIMENTI, MENO DEBITI. ANCHE GRAZIE ALLE TORRI

Dottor Patuano, facciamo il punto su Oì? “Sulla mia scrivania non c’è spazio per Oì” replica l’ad di Telecom Italia Marco Patuano. “E’ tutta coperta dalla documentazione del piano triennale”. A che punto siamo sul fronte di Metroweb? ”Non c’è una risposta sì o no – replica Patuano – Diciamo che noi faremo 40 città Fiber to the Home”, cioè utilizzando la stessa tecnologia adottata da Metroweb. “un dossier – aggiunge il presidente Giuseppe Recchi – su cui c’era un’attesa eccessiva” E adesso? “Ad oggi non c’è un’evoluzione su quel versante”.

“E’ una situazione particolare – ha commentato Patuano davanti agli analisti radunati alla City – il gruppo non faceva così tanti investimenti da un millennio e troviamo strana la situazione di dover affrontare questa situazione in cui quasi sembriamo una minaccia, è strano”.  In questa vicenda, ha aggiunto l’ad, c’è stato troppo dogmatismo e invece bisogna essere pragmatici. “Discutere di questioni industriali sotto i riflettori o con tanto rumore è qualcosa che non aiuta”.

E ancora: “Se si toglie Metroweb come veicolo, la discussione deve essere diversa: siete interessati ad accelerare con buoni ritorni economici gli investimenti in una fase in cui la fibra deve avvicinarsi al cliente? La risposta è sì”. E se poi “ci sarà la possibilità di avere una creazione di valore con combinazione diverse le valuteremo, ma ora non vogliamo bloccare il lavoro dei nostri tecnici focalizzati sul nostro piano di investimenti”. Insomma, Telecom si ritira sull’Aventino o, se preferite, sulla riva in attesa di novità.

Nel frattempo, per quel che riguarda il mercato italiano, grandi speranze sono riposte nel prossimo avvio della partnership con Sky, in partenza ad aprile. “Il nostro obiettivo è di portare i clienti broadband dal mobile al fisso ed espandere il fisso cn l’offerta di contenuti video che saranno gli stessi della piattafoma Sky”. La quota potenziale di mercato è costituita da 14 milioni di utenti potenzialmente interessati alla pay tv.

Nessun interesse, invece, per il possibile consolidamento del mercato della telefonia mobile. Eventuali merger, ha aggiunto l’ad, non sarebbero un buon rimedio alla forte concorrenza che ha inciso sui margini. Telecom, comunque, non ha alcuna intenzione di proseguire la guerra dei prezzi che negli ultimi anni ha caratterizzato il mercato italiano della telefonia fissa e mobile, trend che ha portato a una contrazione progressiva dei margini. “Se qualcuno intende offrire tariffe inferiori a quello che noi reputiamo essere il livello minimo, di certo si garantirà il cliente. Ma non mi sembra il modo migliore per restare sul mercato”.

Nessuna novità nemmeno su Tim Brasil. “se arriva qualcuno che ritiene che il Brasile possa avere più valore di quanto noi attribuiamo a una partecipazione strategica ed è disposto a mettere sul tavolo un valore più alto di quello di Borsa, siamo disposti a sederci al tavolo”.

Anche su questo fronte, dunque, non sono arrivate novità shock dall’incontro londinese con gli analisti finanziari dei vertici di Telecom. E questo assieme alla notizia che il dividendo sarà assegnato alle sole azioni di risparmio (2,75 centesimi, anticipa “informalmente” il direttore finanziario Piegiorgio Peluso), giustifica l’accoglienza fredda ma non troppo del mercato: il titolo pur in ribasso ha saputo reggere sopra la barriera, riconquistata di recente, di un euro. In un contesto non facile il board ha comunque dato un colpo d’accelerazione al piano di investimenti: 14,5 miliardi nel prossimo triennio (10 miliardi destinati all’Italia, il resto al Brasile) di cui 3 destinati allo sviluppo della fibra ottica (più 1,1 miliardi) che a fine 2017 dovrà servire il 75 per cento della popolazione italiana mentre la rete 4G raggiungerà addirittura il 95 per cento del mercato domestico. Il tutto senza compromettere la situazione finanziaria (i debiti oggi ammontano a 26561 milioni). Nei piani di Telecom, il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed Ebitda dovrebbe scendere a 2,5 volte dall’attuale 3. Anche grazie alla quotazione delle Torri (prevista prima dell’estate) e varie operazioni sul patrimonio immobiliare.

In attesa di novità sul fronte azionario, il board non poteva probabilmente fare molto di più. “Abbiamo una storia di crescita organica “ ha puntualizzato Patuano facendo leva sull’orgoglio aziendale  aggiungendo che “io, soprattutto, viglio proseguire il deleverage: sono maniaco su questo”. E poi, ha sottolineato: “Quando hai un piano da 14,5 miliardi di investimenti da fare non è che ti annoi…in questo momento ho chiesto ai miei collaborati di focalizzarsi sulla componente organica”. Pei grandi disegni e le avventure c’è ancora tempo. 

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