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Telecom Italia e le banche danno sprint alla Borsa

Anche oggi Piazza Affari è la miglior Borsa d’Europa (+1,2%) – Brillano i giganti del credito e Telecom con il suo nuovo piano – Vendite su Moncler, Azimut, Buzzi e Mediolanum – Nuovi record a Wall Street.

Telecom Italia e le banche danno sprint alla Borsa

Piazza Affari domina la scena e chiude a +1,2%, di nuovo oltre la soglia psicologica dei 19.000 punti (19.116), con Intesa San Paolo in grande spolvero, seguita da Eni, Telecom  e Ferrari. Milano è maglia rosa, ma anche le altre piazze europee vivono una giornata positiva: Londra +0,67%; Parigi +0,65%; Madrid +0,6%; Francoforte +0,2%.

Wall Street, a sua volta, ritrova fiducia e il Dow Jones agguanta e supera abbondantemente i 20.000 punti. I tre principali listini americani si avvantaggiano, in apertura, dei dati sul lavoro, (i posti sono aumentati più del previsto sebbene il tasso di disoccupazione sia salito al 4,8%). L’intonazione risulta quindi positiva anche a metà giornata, nonostante la crescita del settore non manifatturiero abbia registrato un frazionale rallentamento il mese scorso, deludendo le attese degli analisti.

Il rapporto euro dollaro galleggia ancora attorno a 1,8 (1,078), il petrolio si apprezza +0,69% e sale a 56,95 dollari al barile. Leggermente in rialzo l’oro: +0,34%, oltre 1220 dollari l’oncia.

In Piazza Affari brilla in primo luogo Intesa, +2,66%, dopo i conti in ordine e le parole dell’ad Carlo Messina sull’operazione Generali (+0,27%). “Gli azionisti – dice – saranno la priorità numero uno nella definizione di ogni strategia di crescita”. La banca si prenderà “tutto il tempo necessario per una valutazione completa e solida” prima di decidere se procedere a un’integrazione con il Leone triestino.  Ogni acquisizione infatti deve essere “neutra” sul capitale, “in linea” con gli obiettivi di creazione di valore per i soci e deve adattarsi “bene” alle “priorità strategiche incluse nel piano”. L’impegno a distribuire almeno 3,4 miliardi di dividendi cash sull’esercizio 2017 vale anche in caso di “ogni potenziale operazione di M&A”. 

Seduta positiva anche per altre banche, come Bper +2,41% e Banco Bpm +1,66%. Viaggia in altalena invece l’altro colosso bancario nazionale, impegnato in un grande lavoro di rilancio che passa attraverso l’aumento di capitale da 13 miliardi: Unicredit, su cui a un certo punto piovono acquisti che lo portano oltre il 3%, ma poi si ferma completamente piatto. Per la ricapitalizzazione l’ammontare complessivo delle spese è di “500 milioni massimi, comprensivi di spese per consulenza, spese vive e delle commissioni di garanzia calcolate nella misura massima”, si legge nella Nota di sintesi. 

Telecom +2,57%: la seduta è brillante anche per i risultati della controllata brasiliana superiori alle aspettative degli analisti. Effervescenti i petroliferi, capitanati da Eni +2,61%; Saipem +1,72%; Tenaris, +0,74%. 

Resta  sugli scudi Ferrari +2,09%. Decolla Campari, +1,43%, dopo l’accordo per acquisire Bulldog London Dry Gin, società proprietaria dell’omonimo brand indipendente. Bene Ferragamo, +1,56%, dopo la presentazione del nuovo piano strategico, che punta a un incremento del fatturato nel medio termine pari a circa due volte quello del mercato e a un miglioramento dei margini, con brand, innovazione e creatività del prodotto, rafforzando la ‘customer experience’ e sviluppando specifiche competenze retail. Effervescente Atlantia +1,73%. 

Seduta negativa per Moncler, -1,12%, dopo la debolezza mostrata ieri e nonostante il lusso risulti tonico. 

Sull’obbligazionario: spread decennale italiano-tedesco in ripresa, +1,55%, 183.60, rendimento 2,26%. All’orizzonte, la prossima settimana, si staglia fra l’altro il pronunciamento di Moody’s sul rating sovrano; sul giudizio ‘Baa2’ pende un outlook negativo. 

Il presidente Paolo Gentiloni intanto ha fiducia nella conclusione positiva del negoziato in corso con Bruxelles e ritiene che l’Italia non corra il rischio di una procedura d’infrazione.

Scricchiolii infine sul fronte Brexti e sue conseguenze: secondo il ministro delle finanze dell’Assia Thomas Schaefer, alla luce della scelta degli inglesi,  Deutsche Boerse e London Stock Exchange, post fusione, dovrebbero avere il loro quartier generale a Francoforte e non a Londra.

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